VALIER, Silvestro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 98 (2020)

VALIER, Silvestro

Roberto Zago

– Figlio del doge Bertuccio (v. la voce in questo Dizionario) e di Benedetta Pisani, nacque il 28 marzo 1630.

Della sua prima età poco si sa e risulta solo che fu educato in casa da precettori. L’8 luglio 1648 sposò Elisabetta Querini Stampalia figlia del procuratore Polo del prestigioso e ricco casato di S. Maria Formosa e di Bianca Ruzzini da S. Pantalon, di due anni maggiore di lui, che gli portò in dote 45.000 ducati. Secondo i contemporanei, simile al padre per carattere e per capacità di farsi benvolere, gentile nel tratto, amante del decoro e del fasto, sebbene inferiore a lui per intelligenza politica, «temperato», «prudente», «magnanimo», «affabile» con un fondo di malinconia (Rovere, 1704, p. 141) ebbe la singolare ma non unica ventura di essere nominato procuratore di S. Marco de supra a soli diciannove anni il 1° agosto 1649, con l’esborso di 20.500 ducati senza aver mai ricoperto alcuna carica.

Seguirono negli anni seguenti, prima che compisse venticinque anni, le nomine di depositario al Banco giro (1649), provveditore sopra Feudi (1650) e altre magistrature finanziarie e fiscali, nelle quali fu più volte riconfermato. A queste si aggiunsero quelle dell’amministrazione territoriale di provveditore ai beni inculti, ai beni comunali (1654 e 1655) e sopra Feudi (1662). Nel 1656 fu eletto savio alla Mercanzia, reiterato nel 1660. Nel 1662 entrò riformatore allo studio di Padova, ritornandovi altre cinque volte tra il 1668 e il 1683. Grazie anche alla fama di personalità di grande dignità e presenza, nel 1666 fu scelto per incontrare l’infante Margherita figlia di re Filippo IV di Spagna in viaggio per sposare l’imperatore Leopoldo I nel suo passaggio nello Stato veneto. Imponenti per sfarzo e magnificenza i festeggiamenti preparati da Valier, a ca’ Valier e in villa, tali che al termine della missione fu insignito del titolo di cavaliere.

Il suo cursus honorum proseguì senza soluzione di continuità in una variegata alternanza di cariche. Soprintendente alle Decime del clero (1680), savio all’Eresia (1678 e 1683), esecutore contro la Bestemmia (1668 e 1682), sopra Monasteri (1668), sopraprovveditore alle Pompe (1684). Nell’ambito militare e navale fu provveditore alle Artiglierie (1669), alla Milizia da mar (1677), alle Fortezze (1679) e inquisitore all’Arsenale (1680). Fu anche eletto alle ambascerie straordinarie ai pontefici Clemente IX (1669), Clemente X (1670), Innocenzo XI (1676), Alessandro VIII (1689) e Innocenzo XII (1691), che furono annullate su richiesta degli stessi pontefici. Fu invece onorato da Alessandro VIII che lo scelse suo procuratore nel matrimonio della nipote Cornelia Zen Ottoboni con il principe Urbano Barberini (1691).

Continuò a ricoprire incarichi, tra cui quello tenuto a lungo di deputato alla basilica della Salute e nel 1684 fu tra i quarantuno elettori del doge Marcantonio Giustinian. Non entrò mai in Collegio (secondo le insinuazioni dei malevoli per non sfigurare nel confronto con il padre). Tuttavia, la benevolenza popolare, alimentata dalla generosissima carità e dall’attenzione per i poveri, non sminuita da una pur forte propensione al gioco, la considerazione del Senato per il profilo nobile e dignitoso, le notevoli sostanze e le cospicue parentele agevolarono la sua elezione al dogato, il 25 febbraio 1694. Dopo l’incoronazione, il 27 febbraio, si tenne il 4 marzo quella, eccezionale, della consorte, in deroga a un divieto emanato nel 1645. Una moglie dotata di spiccata personalità e vivacità anche in questioni politiche, legatissima al marito e altrettanto generosa e caritatevole.

Testimone di importanti eventi internazionali non sempre felici per la Repubblica, morì a Venezia il 5 luglio 1700, «da febre, gota e caduta» (Venezia, Archivio storico patriarcale, S. Marco, Necrologi, reg. 5, c. 34).

Ebbe un unico figlio, Bertuccio, morto al quarto mese di vita, che lo lasciò privo di discendenza. Fu quindi costretto a nominare erede il nipote Bertuccio Bembo di riva di Biasio, con vincolo di rigoroso fedecommesso e l’obbligo di far precedere il cognome Valier al suo e di imporre il nome Bertuccio o Sivestro ai successori. Il testamento autografo del 20 ottobre 1696 confermò la generosità tenuta in vita e l’esibita magnificenza, tutta rivolta a beneficare, con legati e donazioni, istituzioni ecclesiastiche e caritative, e particolarmente gli strati più poveri della popolazione. Fu sepolto ai Ss. Giovanni e Paolo nell’arca di famiglia presso il mausoleo, che aveva voluto far erigere, corredato dalla sua effigie marmorea insieme con quelle della consorte, morta nel 1709, e del padre.

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia: Avogaria di Comun, Matrimoni, reg. 92, c. 253; Ibid., Nascite, 58, c. 3; Segretario alle voci, Senato, regg. 16, cc. 82, 99, 121; 17, cc. 30, 33, 49, 52, 63, 80; 18, cc. 26, 33, 41, 45, 47, 51 s., 59, 64, 66 s., 103, 126, 149, 151; 19, cc. 28, 43 s., 67, 71, 75, 103 s., 109 s., 114, 126, 129, 131; 20, cc. 48, 71, 77, 114, 116, 136, 144, 146, 150, 155, 157, 164; Maggior Consiglio, reg. 19, c. 168; Collegio, Cerimoniali, III, c. 210; Senato commissioni, fz. 8, c. 460; Dispacci ambasciatori, Germania, fz. 130 bis, disp. 1-5; Terra, reg. 240, cc. 255, 273, 295; Procuratia de supra, S. Chiesa, regg. 13, 16; Dieci Savi alle decime, b. 421 c. 570; Venezia, Archivio storico patriarcale, S. Marco, necrologi, reg. 5, c. 34; Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., VII.847 (= 8926): Consegi, c. 156; 851 (= 8930) c. 439; Biblioteca del Civico Museo Correr, P.D. Venier: consegi, regg. 77, cc. 220, 237, 251; 78, cc. 122, 168, 408, 538; 79, cc. 16, 382, 429, 518, 559, 590; 80, cc. 81, 138, 191.

F. Caro, Funera [...] Silvestri Valerii..., Venezia 1700; S. Rovere, Vita del Ser.mo [...] Silvestro Valiero..., Venetia 1704; M. Brunetti, Nell’intimità d’una famiglia patrizia veneziana del ’700..., in Ateneo veneto, CXXVI (1935), p. 155; A. Da Mosto, I dogi di Venezia..., Milano 1966, ad ind.; S. Romanin, Storia documentata di Venezia, VII, Venezia 1974, pp. 356 s.; G. Scarabello, Le Dogaresse, in I Dogi, a cura di G. Benzoni, Milano 1982, pp. 178, 180, fig. 157; E. Bassi, Ville della provincia di Venezia, Milano 1987, pp. 316-318; E. Merkel, Il mecenatismo ed il collezionismo artistico dei Querini Stampalia..., in I Querini Stampalia..., a cura di G. Busetto - M. Gambier, Venezia 1987, pp. 145, 162; M. Zorzi, La Libreria di San Marco..., Milano 1987, ad ind.; A. Zorzi, Canal Grande, Milano 1991, p. 395; B. Betto, La chiesa ducale, in La Chiesa di Venezia nel Seicento, a cura di B. Bertoli, Venezia 1992, ad ind.; M. Infelise, A proposito di imprimatur una controversia giurisdizionale [...] tra Venezia e Roma, in Studi veneti offerti a Gaetano Cozzi, Venezia 1992, pp. 289, 295; M. De Vincenti,‘Piacere ai dotti e ai migliori’..., in La scultura veneta del Seicento e del Settecento..., a cura di G. Pavanello, Venezia 2002, ad ind.; Storia di Venezia, Indici, Roma 2007, ad nomen; Copella politica, a cura di V. Mandelli, Roma 2012, ad indicem.

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