GHERARDUCCI, Silvestro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 53 (2000)

GHERARDUCCI, Silvestro

Ebe Antetomaso

Nacque, probabilmente a Firenze, intorno al 1339 dal momento che aveva nove anni quando, nel 1348, entrò nel convento dei camaldolesi di S. Maria degli Angeli; e qui nel 1352, si legge nei registri, "don Silvestro dei Gherarducci del Popolo di San Michele Visdomini… fece la sua professione" (Levi D'Ancona, 1962, p. 238).

La figura del G. è stata ricostruita e approfondita sulla base della citazione di G. Vasari (1568), secondo il quale un certo "don Silvestro" lavorava come miniatore in S. Maria degli Angeli prima che vi giungesse Lorenzo Monaco. Indicativi sono anche due pagamenti eseguiti nel 1383 dal convento di S. Miniato al Monte a "don Silvestro deliangeli", che aveva fornito una "mezza oncia dazurro", e, nel 1395, da S. Maria Nuova al medesimo monaco (Levi D'Ancona, 1995, p. 114).

Da riferire anche la posizione espressa nel 1992 da Bent, che non ritiene sia possibile individuare una precisa personalità di artista in base alle poche notizie disponibili e che ascrive a Giovanni del Biondo la maggior parte delle miniature assegnate al G. (Bent; Levi D'Ancona, 1995, pp. 185 s., n. 6).

Le più antiche opere attribuite al G. sono alcune miniature del manoscritto CI.V. 129 (Venezia, Civico Museo Correr) risalenti al 1368; inoltre il Corale 2 della Biblioteca Laurenziana di Firenze costituisce un punto fermo della cronologia del G. dal momento che fu iniziato nel 1370 e completato nel 1371, nello scriptorium di S. Maria degli Angeli (Levi D'Ancona, 1995, p. 118).

Di questo antifonario rimangono nel codice solo diciotto miniature, quindici delle quali sono state attribuite al G., sempre dalla Levi D'Ancona; mentre una serie di altre miniature, che si trovano oggi in diversi musei e collezioni private, sono state riferite al manoscritto dal quale vennero sottratte in epoca napoleonica. Una certa uniformità di stile caratterizza le miniature asportate e quelle rimaste in loco: particolarmente vicine sono le scene della Dedicazione della Chiesa del Corale 2 (c. 1) e l'Annunciazione proveniente dalla carta 60 (Londra, British Library, Add. Mss., 35254). Caratteristiche dei modi del G. sono gli ovali regolari dei volti, l'eleganza nel modellato delle figure (di grandi dimensioni) e nella composizione generale delle scene, accompagnata da una grande ricchezza decorativa nelle vesti (spesso arabescate d'oro) e da colori smaglianti.

Varie considerazioni di tipo stilistico consentono di attribuire al G. anche il Corale 6, sempre alla Laurenziana e proveniente dal convento del G., e di datarlo intorno al 1370-75 (Levi D'Ancona, 1995, p. 121). Tra le cinque miniature asportate da questo corale è attribuibile al G. solo quella con il Profeta Isaia (originariamente nella carta 21v), oggi conservata alla Fondazione Cini di Venezia (inv. 2071).

Dal medesimo scriptorium camaldolese proviene il Corale 9 della Laurenziana, le cui miniature sono databili al 1385 - appaiono stilisticamente vicini il S. Andrea del folio 124 e il S. Sisto papa del Corale 2 (c. 129v): questo lavoro non è certamente uno dei migliori del G. ma è utile per illustrare un periodo nell'attività dell'artista altrimenti poco noto. Tra il 1382 e il 1399 venne miniato in S. Maria degli Angeli il Diurno domenicale, in quattro volumi, oggi smembrati e dispersi in diversi musei e collezioni; alla decorazione dei primi due volumi, eseguiti negli anni Ottanta, presero parte il G. e il cosiddetto Maestro delle Canzoni. Stilisticamente vicine al Corale 2, le miniature del Diurno domenicale attribuite al G. appaiono come uno dei lavori migliori dell'artista (Levi D'Ancona, The reconstructed…, 1994).

Tra le ultime opere del G., la miniatura con la Madonna ed il Bambino asportata dalla carta 158 del Corale 12 (da S. Maria degli Angeli e datato 1397), oggi nel Cleveland Museum of art (Mss. 241012) e il S. Agostino, unica miniatura ancora presente (c. 149) nel Corale 19 alla Laurenziana (stessa provenienza degli altri); due sono invece le miniature asportate dal Corale 19 riferibili al G.: una Maddalena (già c. 38v) oggi a Berlino (Kupferstichkabinett, n. 1223) oltre alla Morte e Assunzione della Vergine (già c. 89v) ora alla British Library di Londra (Add. Mss., 37955).

Le miniature del Corale 19 costituiscono probabilmente l'ultima opera del G. e mostrano una certa fatica nella resa di alcuni particolari (per esempio i quattro angeli con le candele ai lati del sarcofago nella scena mariana a Londra): le figure sono generalmente più piccole, i contorni meno netti, minore la precisione nei dettagli del disegno (Levi D'Ancona, The illuminators…, 1994, p. 17) e il tono generale del lavoro sembra risentire dell'influenza del giovane Lorenzo Monaco, con il quale il G. probabilmente aveva collaborato anche nella realizzazione delle miniature per il Codice C71 - oggi al Bargello di Firenze e documentato nel 1395 come lavoro eseguito per S. Maria Nuova - del quale sono attribuiti al G. i fogli 95 e 210 (ibid., p. 20).

Nell'aprile del 1398 il G. fu eletto priore di S. Maria degli Angeli.

Morì a Firenze, nel suo convento, il 5 ott. 1399.

Il G. è noto anche come pittore di tavole e puntuali studi hanno consentito di riferirgli un esiguo corpus di opere sparse nei musei di tutto il mondo. A una prima fase dell'attività pittorica dell'artista, influenzata da un probabile alunnato nella bottega degli Orcagna, è da riferire la Madonna del Latte oggi agli Uffizi di Firenze; mentre più arcaica è l'Assunzione della Vergine della Pinacoteca Vaticana, dove la Levi D'Ancona (1957) notava evidenti difetti di costruzione, indice di un'esecuzione giovanile. Al G. vengono riferite, tra l'altro, la Vergine in trono tra due santi e due committenti (ibid.; Los Angeles County Museum of art); la tavola con l'Estasi della Maddalena della National Gallery di Dublino (Boskovits, 1974); una Maddalena dell'Umiltà con quattro santi, citata da Zeri (1965) nella collezione Herrington a Indianapolis. Tra i pannelli, una Crocifissione (New York, The Metropolitan Museum of art), riferita spesso a Jacopo di Cione ma che le stringenti analogie con le altre tavole consigliano invece di attribuire al G. (Boskovits, 1972, p. 37).

Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le vite… (1568), a cura di G. Milanesi, II, Firenze 1878, p. 23; M. Levi D'Ancona, Don S. dei G. e il Maestro delle Canzoni, in Rivista d'arte, XXXII (1957), pp. 3-37; Id., Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo, Firenze 1962, pp. 237 s.; F. Zeri, Italian primitives at Messer Wildenstein, in The Burlington Magazine, CVII (1965), p. 252; M. Boskovits, Su don S., don Simone e la scuola degli Angeli, in Paragone, XXIII (1972), 265, pp. 35-61; Id., in Diz. encicl. Bolaffi dei pittori… italiani…, V, Torino 1974, pp. 359 s.; Id., Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento 1370-1400, Firenze 1975, pp. 421-426; F. Russell, Don S. dei G. and an illumination from the collection of William Young Ottley, in TheBurlington Magazine, CXIX (1977), pp. 192-195; M. Levi D'Ancona, L'interdetto, gli Albizzi e la miniatura fiorentina, in La miniatura italiana in età romanica e gotica, Atti del I Congresso di storia della miniatura italiana, Cortona… 1978, Firenze 1979, pp. 467-476; Id., La miniatura fiorentina tra Gotico e Rinascimento, in Atti del II Congresso di storia della miniatura italiana, Cortona… 1982, Firenze 1985, pp. 456 s.; G.R. Bent, The scriptorium at S. Maria degli Angeli and fourteenth century manuscript illumination: don S. dei G., don Lorenzo Monaco and Giovanni del Biondo, in Zeitschrift fur Kunstgeschichte, LV (1992), 4, pp. 507-514; G. Freuler, Don S. dei G., in Painting and illumination in early Renaissance Florence 1300-1450 (catal.), New York 1994, pp. 124-176; M. Levi D'Ancona, The reconstructed "Diurno domenicale" from S. Maria degli Angeli, Firenze 1994; Id., The illuminators and illuminations of the choir books from S. Maria degli Angeli and S. Maria Nuova and their documents, Firenze 1994, pp. 14-20; I corali del monastero di S. Maria degli Angeli e loro miniature asportate (catal.), a cura di M. Levi D'Ancona, Firenze 1995, pp. 113-121, 185 s., n. 6; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXXI, p. 40 (s.v. S. dei Gherarducci).

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