Terayama ‹teraiama›, Shūji. - Poeta, autore teatrale e regista giapponese (Misawa 1935 - Tokyo1982), principale esponente del teatro d'avanguardia (in giapp. angura, dall'ingl. underground), fiorito in Giappone attorno agli anni Sessanta. Si mise in luce con le prime raccolte di versi Ware ni gogatsu o ("Maggio per noi", 1957) e Sora ni wa hon ("Un libro nel cielo", 1958), in cui univa una limpida vena lirica a un'interpretazione anticonvenzionale del tanka e del haikai. Dedicatosi al teatro, già con il primo dramma, Chi wa tatta mama nemutte iru ("Il sangue dorme in piedi", 1960), esaltò l'azione e l'opposizione al sistema. Nel 1967 formò il laboratorio teatrale Tenjosajiki (giapp. "Galleria"). Autore provocatorio, inventivo, dall'audace e trasgressivo sperimentalismo, cercò alternative alle strutture del teatro tradizionale, portando i suoi spettacoli per le strade o in spazî che annullavano ogni separazione fisica tra attori e pubblico, palcoscenico e platea; si ricordano Aomoriken no semushi otoko ("Il gobbo di Aomori", 1967), Yashumon ("Gli eretici", 1971), Knock (1975), Nuhikin ("Istruzioni per i domestici", 1978). È stato attivo anche come regista cinematografico, dal linguaggio surreale pur nel suo dichiarato autobiografismo. Tra i suoi film migliori: Sho o suteyo, machi e deyo ("Gettiamo i libri e usciamo nelle strade", 1971, tratto dall'omonimo dramma del 1968); Boxeur (1978); Kusameikyū ("Labirinto d'erba", 1979); Saraba hakobune ("Addio all'arca", 1981).