Shanghai

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Shanghai

Marco Casamonti

Città della Repubblica popolare cinese. Gli abitanti dei nove distretti centrali risultavano 6.930.400 al censimento del 2000, e 18.600.000, secondo stime del 2006, quelli dell'agglomerato urbano (19 distretti, 6200 km2), che costituisce una municipalità autonoma.

Lo sviluppo urbanistico e architettonico della S. moderna si divide in tre periodi principali.

Dal 1842-1844 (quando la Cina fu costretta a firmare i primi 'trattati ineguali', con Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti) al 1943-1946, a fianco della città cinese si trovavano le cosiddette Concessioni, quartieri in cui i cittadini di alcune potenze straniere godevano dei diritti di extraterritorialità. Il loro disegno urbano era di tipo europeo ottocentesco, con grandi isolati inquadrati da una maglia di strade che non seguiva la trama ortogonale della tradizione cinese; la tipologia edilizia prevalente era il lilong, che combinava la casa a corte cinese con quella in linea inglese di tipo industriale, capace di far fronte a una forte domanda di abitazioni. Dagli anni Venti del 20° sec., nelle Concessioni cominciarono ad apparire i grattacieli; tra questi: la Sassoon House (1929, 13 piani), sede del Cathay Hotel (poi Peace Hotel), e le imponenti Broadway Mansions, poi Shanghai Mansions (1935, 19 piani), entrambe progettate da Palmer & Turner, uno studio di Hong Kong fondato da architetti inglesi; il Park Hotel (1934, 22 piani, il più alto edificio dell'Asia fino al 1952, della Cina fino al 1966 e di S. fino al 1983), dell'ungherese L.E. Hudec. La maggior parte dei grattacieli fu costruita nel Bund, il più importante quartiere commerciale e finanziario di S., prospiciente al fiume Huangpu.

Dal 1949 (quando il governo comunista estese il suo controllo anche su S.) agli anni Ottanta, l'espansione urbana rallentò, mentre veniva incoraggiato dallo Stato l'aumento della densità nei quartieri esistenti. Le tracce del passato della città vennero parzialmente cancellate: gli edifici 'coloniali' del Bund furono occupati dagli organi istituzionali locali e la grande spianata dell'ippodromo inglese venne trasformata nella Renmin Guangchang (Piazza del popolo). Risalgono a questo periodo molti imponenti edifici collettivi, quali lo stadio Hongkou (1953), e i quartieri periferici ad alta densità, composti da blocchi residenziali paralleli a più piani, anonimi edifici in stile sovietico.

L'attività edilizia ha avuto un'accelerazione a partire dagli anni Ottanta, grazie alle nuove direttive politiche (tra gli effetti del corso iniziato da Deng Xiaoping) che, pur puntando a far crescere il ruolo svolto dalle imprese private, stabiliscono tuttavia che agli oneri imposti ai costruttori devono corrispondere dei benefici per le fasce più povere della popolazione. Agli espropri previsti nei quartieri esistenti allo scopo di far posto a nuovi edifici, ha fatto quindi da contrappeso la costruzione di aree residenziali nelle periferie (dagli anni Novanta fino al 2003 vi si sono trasferiti 2,5 milioni di ab.). Il boom economico è alla base di un ambizioso programma di ammodernamento, che mira alla legittimazione della città come una delle grandi capitali del 21° sec., dotandola delle infrastrutture proprie di una metropoli. Sono così stati inaugurati quattro nuovi mastodontici ponti sullo Huangpu, tutti progettati (talvolta in collaborazione con altre agenzie) dallo Shanghai Municipal Engineering Design Institute: il Nanpu (1991), lo Yangpu (1993), lo Xupu (1997) e il Lupu (2003), il più lungo ponte ad arco del mondo. Inoltre è stata creata una vasta rete ferroviaria metropolitana: tra il 1995 e il 2006 sono state aperte al pubblico le prime cinque linee (142,5 km complessivi), e per il 2009 è prevista l'apertura di altre sei.

Inizia anche a farsi strada una più consapevole cultura urbana, con l'introduzione di nuovi stili di vita e di nuovi simboli: l'Oriental Pearl TV Tower (1995; Jia Huan Cheng della Shanghai Modern Architectural Design Company), la più alta torre televisiva dell'Asia; nella Renmin Guangchang, le nuove sedi dello Shanghai Museum (1996; Xing Tonghe) e dello Shanghai Grand Theatre (1998; studio francese Arte Charpentier & Associés); lo Shanghai Stadium (1997; Shanghai Institute of Architectural Design & Research, SIADR); la pedonalizzazione della sezione orientale della Nanjing Lu (Via di Nanchino), la principale arteria commerciale di S. (1999; Arte Charpentier & Associés, Zheng Shiling, Tongji University Architectural Design & Research Institute, TUADRI); il Pudong International Airport (1999; studio francese Paul Andreu Architecte); la Shanghai Urban Planning Exibition Hall (1999; East China Architecture & Design Institute, ECADI), con un plastico di S. in scala 1:2000 (il più grande modello urbano del mondo), che viene continuamente aggiornato.

Nel 1992 la progettazione della nuova area di espansione nel distretto di Pudong ha offerto il pretesto per indire un concorso internazionale al fine di identificare la futura immagine della città. Nonostante le molte idee innovative presentate, che puntavano sui concetti di sostenibilità, penetrazione della luce naturale e limitazione dell'uso di sistemi artificiali (per es., il piano generale per il quartiere finanziario di Lu Jia Zui, dello studio inglese Richard Rogers Partnership), la municipalità ha adottato in seguito un piano in cui un banale sistema a griglia, punteggiato da torri, scandisce lo spazio urbano del nuovo quartiere. Il modello di riferimento, forse inadatto a risolvere le questioni poste dalla contemporaneità, è la metropoli del 20° sec., pensata in funzione dell'automobile. In molti casi i grattacieli di Pudong sono complessi monouso (per hotel, alloggi o uffici), che nel soddisfare le domande contingenti del mercato eludono le esigenze collettive, quali la creazione di spazi pubblici e la possibilità di creare quartieri vitali e comunità sostenibili.

All'interno della ricerca di una nuova identità si inserisce il programma One city, nine towns, lanciato nel 2001, che si propone la costruzione di nove città satellite per complessivi 500.000 ab., ciascuna progettata in uno stile nazionale differente, fornendo così un ventaglio di forme e linguaggi per l'architettura a venire. Tra quelle in costruzione se ne segnalano due progettate nel 2002: Pujiang nel distretto di Minhang, per 100.000 ab., che si ispira a Venezia (studio italiano Gregotti Associati International), e Anting nel distretto di Jiading, per 50.000 ab., che si ispira ai moderni quartieri residenziali della Germania, ed è inserita all'interno della Shanghai International Automobile City (studio tedesco Albert Speer und Partners).

All'inizio del 21° sec. sono molti i grattacieli concepiti dai design institutes cinesi in collaborazione con famosi studi di architettura occidentali. Talvolta si tratta di edifici dalle forme sorprendenti o sormontati da punte stravaganti: la Jin Mao Tower a Pudong (1998; studio statunitense SOM, Skidmore, Owings & Merrill, ECADI, SIADR), con uno skyline che ricorda un'antica pagoda; la Shanghai Information Town i a Lu Jia Zui (1998; studio statunitense Arquitectonica, ECADI); la Tomorrow Square Tower vicino alla Renmin Guangchang (2003; studio statunitense John Portman & Associates); le due torri gemelle nel vasto complesso Grand Gateway del quartiere Xu Jia Hui (2005; studio statunitense Callison Architecture, Frank C.Y. Feng Architects & Associates). Tra gli edifici che presentano invece una maggiore attenzione alla qualità esecutiva e ai dettagli si segnalano: la Jiushi Tower nel Bund sud (2001; studio, inglese Foster & Partners, ECADI); il Museum for City Planning a Pudong (2005; studio tedesco GMP, von Gerkan, Marg und Partner, SIADR); lo Shanghai Regent Hotel nel distretto di Changning (2005; Arquitectonica).

Su un altro fronte, si sta lentamente affermando una nuova sensibilità tesa alla valorizzazione del patrimonio storico. Da una parte la salvaguardia e la riqualificazione dei quartieri lilong; tra i primi esempi in questo senso si cita il restauro 'sociale' del Futian Lilong nella sezione occidentale della Beijing Lu, la Via di Pechino (1994; team sino-nederlandese coordinato dallo studio Hulshof Architecten). Dall'altra gli interventi di restauro e riutilizzo degli edifici coloniali: sul lungofiume Bund Waitan si possono ammirare quello del Three on the Bund, costruito nel 1916 (2004; studio statunitense Michael Graves & Associates, TUADRI), di gusto postmoderno, e quello del Bund 18, costruito nel 1923 (2004; studio italiano Kokaistudios), insignito del premio UNESCO 2006 come miglior progetto di recupero in Asia; nella vecchia Concessione francese quello del Xin Tian di Lilong (2002; studio statunitense Wood+Zapata, studio giapponese Nikkei Sekkei International). Nella Concessione francese il nuovo convive con il passato, e i negozi e ristoranti contemporanei inseriti nelle vecchie strutture hanno trasformato il quartiere in uno dei luoghi di riferimento dell'intera città.

In sostanza la S. che si sta delineando mostra un carattere e un linguaggio distintivi, fatti di storia e sovrapposizioni, influenze orientali e occidentali, dove all'high-tech delle nuove costruzioni, delle grandi infrastrutture e dei servizi si contrappone l'immagine affascinante dei quartieri storici e del loro universo culturale, ricco di stili di vita diversi e di relazioni sociali complesse. La quarta edizione della Biennale di Shanghai (2002), sotto il titolo Urban creation, ha inaugurato ufficialmente una stagione più cauta e critica, in cui la risposta alle molte contraddizioni e questioni aperte dalle recenti e troppo veloci trasformazioni di Sh. può essere individuata nell'impegno verso una progettazione più attenta e consapevole. Artefici di questo tipo di approccio sono alcuni giovani studi cinesi, tra cui: MADA S.P.A.M. (fondato nel 1999 da QingYun Ma), che, oltre a interventi di alto livello sia formale sia concettuale nella città storica (la casa Well del 2002, nella Concessione francese) o nelle periferie (Eastern View Garden del 2003, a Pudong, in cui si cerca di superare lo schematismo degli impianti urbani che caratterizzano la gran parte dei moderni quartieri residenziali cinesi); l'Atelier Deshaus (nato nel 2001: Liu Yichun, Zhuang Shen, Chen Yifeng), di cui si segnala il giardino d'infanzia nel distretto di Qingpu (2005), fondato su di un impianto che rielabora la tipologia cinese a corte; il gruppo DAtrans (nato nel 2001: Chen Xudong, Wu Jie), autore dell'ambizioso progetto M50 nella Moganshan Lu (2005), dove un ex distretto industriale è stato trasformato in un centro per l'arte d'avanguardia.

Consapevole del suo ruolo di città mondiale, S. è entrata nel nuovo millennio con l'intento di rafforzare il proprio prestigio internazionale e con un'agenda piena di sfide. Tra il 2002 e il 2004, a nord-est della città è stato realizzato il circuito internazionale di Formula 1, progettato dallo studio tedesco Tilke Ingenieure und Architekten. Nel 2010 S. ospiterà il World Expo, in un'area nel centro della città lungo lo Huangpu (masterplan del francese Architecture-Studio, 2001). Il piano di sviluppo di un'area di 86 km2 a Dongtan, sull'isola di Chongming, da trasformare in una città ecologica, redatto nel 2005 dallo studio di ingegneria inglese Ove Arup & Partners (è prevista per il 2010 l'inaugurazione della prima sezione, per 50.000 ab.), rappresenta un'importante verifica della capacità di Sh. di porsi all'avanguardia in tema di sostenibilità ambientale e urbana, cercando di riscattare la sua immagine, dominante nell'ultimo decennio del secolo scorso, di città vittima di una crescita senza scrupoli. Per il 2008 è infine prevista l'inaugurazione dello Shanghai World Financial Center a Pudong (studio statunitense Kohn Pedersen Fox Architects, ECADI), progettato nel 1995 con l'intento di diventare l'edificio più alto del mondo.

bibliografia

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