SFORZA, Sforza, dei conti di Santa Fiora

Enciclopedia Italiana (1936)

SFORZA, Sforza, dei conti di Santa Fiora

Giovanni Battista Picotti

Nato nel 1520 da Bosio II Sforza, conte di Santa Fiora, e da Costanza figlia del cardinale Alessandro Farnese, fu educato prima alla corte del congiunto suo Francesco II duca di Milano, e, dopo la morte di questo (1535), a Roma presso l'avolo, divenuto il pontefice Paolo III. Datosi al mestiere delle armi, servì l'imperatore nelle guerre di Lombardia e nell'impresa di Algeri. Dal papa fu creato, insieme con i fratelli, conte del concistoro e dell'aula lateranense, con larghi privilegi (1539), fu mandato, con altri capitani, a domare la ribellione di Perugia, fatto governatore delle armi di Parma e Piacenza (1540), investito di Castel San Giovanni nel Piacentino e d'altri feudi (1541). E di nuovo combatté per l'imperatore in Lombardia e, in Germania, contro la lega Smalcaldica, a Ingolstadt, a Donauwörth, a Ulma (1546). Alla morte di Pier Luigi Farnese, contribuì ad assicurare Parma alla Chiesa (1547); e fu creato dal papa capitano generale della cavalleria pontificia. Nella guerra di Siena (1552-55) fu capitano generale della cavalleria italiana e spagnola, ebbe gran parte nella sconfitta di Piero Strozzi e nella resa della città e vi rimase capitano e governatore generale in nome dell'imperatore e di Cosimo (20 aprile 1555). Stette con gli Spagnoli nella guerra di questi contro Paolo IV e i Francesi e difese vigorosamente Civitella del Tronto (1557); ebbe da Filippo II l'ordine del Toson d'oro e da Cosimo de' Medici il feudo di Rocca Albenga nel Senese (1560). Ottenne dal duca di Parma che Castell'Arquato, Torchiara e Felino, antichi feudi dei Santa Fiora, fossero eretti a marchesato e Castel San Giovanni a contea (1567). Messo da Pio V a capo delle milizie papali inviate in aiuto di re Carlo IX contro gli Ugonotti, si distinse nella battaglia di Montcontour (3 ottobre 1569) ed ebbe in dono dal re le trentasette bandiere tolte ai nemici, che furono sospese nella basilica del Laterano. Rimase però "malissimo sodisfatto della natura de' Francesi", e, ammalato, ritornò in Italia (1570), senza poter adempiere all'incarico datogli dal papa, di tutelare Avignone e il contado Venassino. Fu poi generale delle fanterie spagnole nella guerra contro il Turco ed era al fianco di don Giovanni d'Austria nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571). Morì il 21 ottobre 1575 a Castell'Arquato, in fama di grande valentia militare, di religione, di prudenza, di liberalità.

Bibl.: Due Vite di S. conte di S. Fiora sono, manoscritte, nel Cod. Barberin, 5040; vedi poi N. Ratti, Della famiglia Sforza, parte 1ª, Roma 1794, p. 253 segg.; cfr. gli storici che parlano degli avvenimenti qui accennati.

TAG

Ordine del toson d'oro

Basilica del laterano

Battaglia di lepanto

Civitella del tronto

Castel san giovanni