Settanta

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settanta religione Numero sacro in quanto multiplo di sette, donde le 70 nazioni della tavola etnografica della Genesi, i 70 anziani di Israele, i 70 anni (o settimane di anni) dell’apocalittica, i 70 (o 72) discepoli di Gesù. Versione dei S. La prima traduzione greca dell’Antico Testamento. Secondo la più antica tradizione il re Tolomeo Filadelfo avrebbe chiamato in Egitto 72 traduttori (6 per ognuna delle 12 tribù d’Israele), che nell’isola di Faro avrebbero tradotto, in 72 giorni, il Pentateuco. Questa tradizione, raccolta nella Lettera di Aristea, fu in seguito ampliata e in parte modificata: già in Filone (Vita di Mosè) si trova menzionato il fatto prodigioso per cui ognuno dei 72 traduttori avrebbe lavorato in completo isolamento, con risultato finale perfettamente identico a quello di tutti gli altri; poi ai S. fu attribuita la traduzione di tutto l’Antico Testamento e il loro numero fu arrotondato appunto a 70; secondo qualche scrittore, avrebbero lavorato alla versione in coppie, non più isolati.

Sul piano storico è comunque accertato che al tempo di Filadelfo si iniziò la versione in greco dell’Antico Testamento, a uso dei Giudei di lingua greca, particolarmente numerosi in Egitto. Nella seconda metà del 3° sec. a.C. era già tradotto tutto il Pentateuco, mentre gli altri libri biblici furono tradotti in seguito. L’esame linguistico e stilistico della versione ha rivelato la presenza di diversi gruppi di traduzioni, delle quali alcune estremamente letterali, altre più libere, e che l’originale ebraico alla base della versione differisce notevolmente da quello che più tardi costituirà il textus receptus masoretico, accostandosi invece a quello attestato dai manoscritti più antichi scoperti recentemente nel deserto di Giuda.

La versione dei S. influì largamente sul giudaismo ellenistico (fu ampiamente usata da Filone) e in misura ancor più notevole sul cristianesimo nascente, mentre fu ripudiata dai Giudei sia per la lingua sia per le divergenze dal loro testo ufficiale. storia Consiglio dei S. Magistratura fiorentina istituita da Lorenzo il Magnifico (1480) per concentrare il potere politico nelle mani dei suoi aderenti. Nominava i Signori, gli Otto di pratica e i Dodici procuratori. Fu riconfermato in carica ogni 5 anni, provvedendo da sé alle vacanze dei seggi. Soppresso nel 1494, fu ripristinato al ritorno dei Medici (1512).

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