SESTO al Reghena

Enciclopedia Italiana (1936)

SESTO al Reghena

Pietro TOESCA

Presso al sesto miliario da Concordia Sagittaria fu istituito nella seconda metà del sec. VIII un monastero benedettino che poi ebbe un'epoca di grande sviluppo (sec. XI-XIV) seguita da decadenza e dall'abbandono.

Ora, del recinto dell'abbazia non resta che una torre (sec. XV). Dinnanzi alla chiesa sorge il campanile, di tipo veneziano (sec. XII), ma privo della sua cuspide ottagona. Nella chiesa (sec. XII), anch'essa in laterizio, con tre navate coperte a tetto, recenti restauri hanno ripristinato la cripta ricostruendo l'alto presbiterio; hanno restituito alle navate l'alternarsi di colonne ai pilastri, e rimesso in luce, non senza danni, molti affreschi del sec. XIV. Questi appartengono in gran parte a scuola romagnola, con forti riflessi giotteschi. Nell'atrio dinnanzi alla chiesa restano altri affreschi del sec. XIV (dal detto "dei tre vivi e dei tre morti") e del XV (Incredulità di S. Tommaso); è invece scomparso il Giudizio universale che vi si vedeva ancora sul finire del sec. XVIII. Al sec. VIII o al IX possono risalire le lastre marmoree ornate ricomposte a sarcofago nella cripta; alla fine del XIII le sculture ora collocate sull'altar maggiore.

Bibl.: A. M. Cortinovis, Sopra le antichità di Sesto nel Friuli, Udine 1801; E. Degani, in Nuovo archivio veneto, XIV (1908); Cronaca dei restauri dell'Ufficio regionale di Venezia, Venezia 1912, p. 231; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Torino 1927, p. 541; C. Cecchelli, in Arte cristiana, 1913; M. Salmi, in Rivista del Regio Istituto d'archeologia e storia dell'arte, III (1932), pp. 250-52.

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