Seoul

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Seoul (Sŏul)

Livio Sacchi

Capitale della Repubblica di Corea. Gli abitanti della città risultavano 9.853.972 al censimento del 2000 e 10.276.968 secondo stime del 2003, e quelli dell'agglomerato urbano 22.300.000 circa (il 46% della popolazione dell'intero Paese) secondo stime del 2006.

La città fu fondata nel 18 a.C., ma divenne un centro abitato di grande rilievo solo dopo il 1394, quando, con il nome di Hanseong (Han-sŏng), fu scelta come capitale della penisola coreana, unificata due anni prima dalla dinastia Joseon (Chosŏn); in tale veste conobbe tre secoli di espansione (raggiunse i 100.000 ab. nel 15° sec. e i 200.000 nel 17°) e due di stagnazione (all'inizio del 20° sec. non superava i 250.000 ab.). Durante il periodo in cui la Corea fu una colonia giapponese (1910-1945) venne chiamata Gyeongseong (Kyŏngsŏng) e, benché retrocessa a semplice capoluogo amministrativo di una provincia, conobbe un forte sviluppo economico e demografico (nel 1944 raggiunse il milione di ab.), e subì un radicale processo di trasformazione, con l'abbattimento delle mura del 15° sec., lo sventramento dei quartieri antichi e la creazione di infrastrutture moderne.

Nel 1945 ricevette il nome di S. (in coreano 'capitale'); nel 1946 venne distaccata dalla sua provincia e inserita in un apposito distretto di 136 km2, denominato Seoul Teukbyeolsi (Sŏul T'ŭkpyŏlsi, ST, Città speciale di S.), che nel 1949 venne allargato a 269 km2, con 1.446.000 abitanti. Nel 1948 divenne la capitale della neonata Corea del Sud. Subì enormi distruzioni nel corso della prima fase della guerra coreana, tra il giugno 1950 e il maggio 1951, e solo nel 1955 ritornò al numero di ab. del 1949. In seguito conobbe un periodo di straordinaria quanto sregolata espansione: raggiunse i 3 milioni di ab. nel 1963, quando l'ST venne allargato a 613 km2, e i 6 nel 1973. Il processo di concentrazione demografica nel distretto ST assunse proporzioni eccezionali: nel 1960 vi risiedeva il 9% della popolazione coreana, e nel 1990 il 24%.

Retto dal Seoul Metropolitan Government, il distretto ST è suddiviso in 25 distretti autonomi (gu) e in 522 unità amministrative (dong). Negli anni Settanta furono individuate alcune aree di rispetto lungo i fiumi e venne creato un anello verde periferico di 1566 km2; inoltre, nel tentativo di decongestionare il centro urbano, furono pianificate e poi realizzate le città satelliti di Seongnam (Sŏngnam), Bucheon (Puch'ŏn), Gwacheon (Kwach'ŏn), Bundang (Pundang) e Iksan. I Giochi asiatici del 1986, le Olimpiadi del 1988 e i campionati mondiali di calcio del 2002 (questi ultimi gestiti assieme al Giappone) diedero un ulteriore impulso alla crescita. All'inizio del 21° sec. S. è stata oggetto di un ambizioso programma di riqualificazione, con l'obiettivo di rimediare, almeno in parte, ai molti errori di pianificazione commessi nei decenni precedenti. Fra gli interventi più vistosi si segnalano: la demolizione dell'autostrada urbana realizzata sopra l'alveo del Cheong Gye Cheon (Chŏng Gye Chŏn), un gesto fortemente connotato dal punto di vista simbolico, che ha portato al recupero dell'immagine storica di questo fiume; la potabilizzazione della rete idrica; un nuovo sistema di trasporti pubblici integrati ad alta tecnologia; una fitta rete di piste ciclabili; il potenziamento delle strutture culturali; la riqualificazione delle aree verdi, articolate in nove grandi parchi dislocati lungo il fiume Han; un esteso programma di edilizia residenziale pubblica.

Fra le realizzazioni più significative dal punto di vista architettonico si ricordano: la Kim Ok-Gil Memorial Hall dello studio belga Archium (1998); la Opus Concert Hall di Hak Sik Son (1998); i Samsung Corporate Headquarters, complesso polifunzionale realizzato, non senza esibizionismo tecnologico, dallo statunitense R. Viñoly (1999); la Footbridge of Peace del francese R. Ricciotti (2000); la Welcomm City di Seung H-Sang (2000), interessante complesso per uffici caratterizzato dall'uso di acciaio corten per le facciate; la CAIS Gallery di Kim Jong Kyu (2001), uno spazio espositivo multipiano interamente dedicato all'arte moderna; nel complesso della ditta Dongbu, la chiesa cristiana progettata da Jae Yonjg Lim (2001) e il Financial Center, una torre di 35 piani realizzata dal gruppo statunitense KPF, Kohn Pedersen Fox (2002), dai volumi rastremati e sfuggenti, che riprende, nella geometria delle facciate in acciaio e vetro, la casuale sovrapposizione di strati diversi di tessuto usata nei vestiti coreani tradizionali; il Seoul Historical Museum dello studio italiano GB&A di G. Bulian e A. Schiattarella (2002), che sorge sulle rovine del palazzo reale Gyeonghuigung (Kyŏng-hŭi-gung); la Kyobo Tower (2003) dell'italiano M. Botta e dello Studio Chang-Jo Architects, caratterizzata da una facciata quasi priva di finestre e rivestita di mattoni. Particolarmente interessante è poi il Leeum Museum (2002-2004), voluto e realizzato dalla Samsung per ospitare una vasta raccolta di opere d'arte: il complesso è formato da tre edifici diversi, progettati da altrettanti celebri architetti europei: Botta, J. Nouvel e R. Koolhaas.

Fra le nuove grandi infrastrutture si ricorda lo spettacolare Transportation Centre dell'Incheon International Airport, opera dello studio inglese Terry Farrell & Partners (2002), costruito su un'isola artificiale di 52 km2 a ovest di S., alla quale è collegata da un'autostrada e da una linea ferroviaria in via di completamento (2006).

Va infine segnalata New Millennium City: una nuova, estesa area di espansione urbana nel distretto di Sangam, che ha preso il posto di una discarica ed è collegata al centro di S. da una metropolitana. Oltre a un campo da golf, un parco ecologico e alcuni parchi lineari fluviali, quali il Nanji Stream Park e il Nanji Han River Park, la New Millennium City ospita uno stadio di calcio, realizzato nel 2001 dallo studio coreano Beyond Space Group.

bibliografia

Joochul Kim, Sang-Chuel Choe, Seoul: the making of a metropolis, Chichester 1997; V. Gelézeau, Séoul, ville géante, cités radieuses, Paris 2003.

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