SELLASIA

Enciclopedia Italiana (1936)

SELLASIA (Σελλασία, Sellasĭa)

Piero Treves

Località della Laconia, presso il confine arcadico, e testa di ponte sulla grande arteria stradale, che lungo l'Enunte e l'Eurota, metteva in comunicazione Argo e Tegea con Sparta. La sua singolare importanza strategica spiega come il possesso ne sia stato a lungo conteso fra i Lacedemoni (che ancora non la possedevano il 404 a. C.) e i loro nemici. Momentaneamente strappata agli Spartani da Epaminonda, fu da essi recuperata nel 365. Dopo la battaglia del 222 (v. sotto), Sellasia passò agli Achei e presto decadde col declinare politico del Peloponneso; Pausania non ne vide che le rovine. Ivi, presso l'Enunte, in una gola del fiume tra i due colli dell'Euas e dell'Olimpo, fu combattuta la celebre battaglia di Sellasia, fra Cleomene III, re di Sparta, e le forze della confederazione ellenica di Antigono Dosone, re di Macedonia.

Antigono disponeva di 28.000 fanti e 1200 cavalieri (il nerbo erano i 10.000 falangiti macedoni), Cleomene poteva contare soltanto su 20.000 uomini al comando suo e del suo fratello Eucleida. Questi ebbe l'ordine di occupare l'Euas, mentre Cleomene appoggiava all'Olimpo la sua colonna di assalto. A Cleomene si oppose, quindi, Antigono, che decise di fronteggiare Eucleida con milizie macedoniche e alleate. Cleomene, certo, sperava di compensare l'inferiorità numerica mercé la forte posizione e i lavori di trinceramento, condotti a termine prima che i Macedoni fossero giunti sul luogo. Ma un secreto appostamento di Illirî alle pendici dell'Euas permise ai Macedoni di isolare e di bloccare la colonna di Eucleida, senza che Cleomene - impegnato sull'altra ala e a sfruttar la vittoria che un'ardita manovra di cavalleria gli aveva procurato al centro - potesse riuscire a soccorrerlo. Eucleida cadde e Cleomene, sopraffatto al centro, grazie al contrattacco dell'acheo Filopemene e all'intervento decisivo dei falangiti, dopo una resistenza tenace, in cui moltissimi Spartani furono uccisi, fu costretto alla ritirata. La notte medesima, poiché non era possibile continuare la guerra sotto Sparta, Cleomene salpò da Giteo per l'Egitto. La cronologia della battaglia di S. fu oggetto di lunghe controversie (come, del resto, la topografia). Ma ormai sembra risultare con certezza che fu combattuta l'estate del 222 a. C.

Bibl.: Un buon riassunto di tutte le questioni storico-topografiche presso Honigmann, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II A, ii, col. 1361 segg.; compiuta bibl. (fino al 1928) in Cambridge ancient History, VII, pp. 885, 887-88. La ricostruzione strategico-topografica di J. Kromayer, Antike Schlachtfelder, I, Berlino 1903, riconfermata in Bull. corr. hell., XXIV (1910), p. 508 segg., nonostante le vivacissime critiche di H. Delbrück e di G. Sotiriadis, pare oggi nel complesso la più accettabile; cfr., inoltre, A. Ferrabino, La battaglia di S., in Atti R. Acc. Torino, LIV (1918-19), p. 751 segg., 811 segg. - Per la cronologia, cfr., fra il moltissimo, A. Ferrabino, Arato di Sicione, Firenze 1921, p. 268 segg.; F. W. Walbanka, Aratos of Sicyon, Cambridge 1933, pagg. 171 segg., 194 segg. (entrambi pongono erroneamente la battaglia nel 223); G. De Sanctis, in Riv. di filol., n. s., V (1927), pp. 489-91; W. W. Tarn, in Cambridge ancient History, VII, pp. 863-64; H. Frank, in Archiv. für Papyrusforschung, XI (1933-1934), p. 33 segg.; P. Treves, in Athenaeum, n. s. XIII (1935), pp. 43, n. 4, 54 segg. (i quali tutti pongono la battaglia nel 222); W. Bettingen, König Antigonos Doson, diss., Jena 1912, p. 43 segg.; G. Niccolini, La confederazione achea, Pavia 1914, p. 276 segg. (anno 221).

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