SELACI

Enciclopedia Italiana (1936)

SELACI (lat. scient. Selachii)

Ugo D'ANDREA
Umberto D'ANCONA
Geremia D'ERASMO

Gruppo di Pesci (v.) della Sottoclasse Elasmobranchii. Sono caratterizzati dall'avere lo scheletro cartilagineo, talvolta in parte calcificato, le pinne sostenute da raggi cornei (ceratotrichi). Il cranio iostilico o amfistilico si prolunga generalmente in un rostro: la bocca è quasi sempre inferiore (Plagiostomi). I denti sono disposti soltanto sulle due arcate mascellari, spesso in più file, piatti, acuti o taglienti. Talvolta le file si sostituiscono successivamente, altre volte invece più file sono contemporaneamente funzionanti; i denti possono essere anche disposti a musaico. Sulla faccia ventrale del capo si trovano anche le fossette olfattorie, divise soltanto parzialmente in due aperture dalle valvole nasali. Gli occhi sono provvisti di palpebra, spesso anche di membrana nittitante. Le fenditure branchiali, generalmente in numero di 5, raramente di 6 0 7, si aprono direttamente all'esterno e sono visibili sui lati del capo. Tra l'occhio e la prima fenditura branchiale si osserva per lo più lo spiracolo. Hanno sempre due paia di pinne pari, delle quali le ventrali sono sempre addominali. La codale è eterocerca, o, raramente, mancante. I maschi presentano quasi sempre parte delle pinne ventrali trasformate in organi copulatori (missopterigio). Ano e orifizî genito-urinarî si aprono in una comune cloaca. La pelle è ricoperta di dentelli cutanei (squame placoidi), o, più raramente, nuda. L'intestino è provvisto di una valvola spirale. Il ventricolo cardiaco si continua in un cono arterioso munito di varie serie di valvole. La riproduzione avviene previo accoppiamento e fecondazione interna. Alcuni Selaci depongono poche uova ancora nei primi stadî dello sviluppo, rivestite di un guscio corneo; altri sono ovovivipari, le uova si sviluppano entro l'utero e vengono partoriti gli embrioni in uno stadio di sviluppo più o meno avanzato.

I Selaci sono quasi tutti marini; vivono prevalentemente nelle acque litoranee, ma anche lontano dalle coste in acque superficiali o in profondità. Abbondano soprattutto nei mari temperati e tropicali. Alcuni compiono estese migrazioni. Sono essenzialmente carnivori; si nutrono prevalentemente di altri Pesci, di Crostacei, di Molluschi. Alcune specie raggiungono le massime grandezze conosciute fra i pesci.

Sotto l'aspetto alimentare, i Selaci, sebbene formino oggetto di intensa pesca, non sono in genere molto apprezzati. Talvolta vengono anche seccati o salati. La pelle di alcuni viene usata per produrre lo zigrino, o anche conciata per la lavorazione di oggetti svariati.

Secondo la classificazione di D.S. Jordan, i Selaci si dividono nei seguenti ordini e famiglie:

Ordine I: Pleuropterygii (sin. Cladoselachea), fossili: Fam.1, Cladoselachidae, con il genere fossile Cladoselache Dean, che viene considerato la forma più primitiva fra i Selaci.

Ordine II: Acanthodei, fossili: Fam. 2, Acanthoessidae (sin. Acanthodidae). Fam. 3, Ischnacanthidae (sin. Ictinocephalidae). Fam. 4, Diplacanthidae.

Ordine III: Ichthyotomi, fossili: Fam. 5, Xenacanthidae (sin. Pleuracanthidae, Orthacanthidae). Fam. 6, Cladodonthidae. Fam. 7, Chondrenchelydae. Fam. 8, Gyracanthidae.

Ordine IV: Polyspondyli, fossili: Fam. 9, Onchidae.

Ordine V: Cestraciontes; Sottordine: Janassides, fossili: Fam. 10, Janassidae (sin.: Petalodontidae). Fam. 11, Psammodontidae. Fam. 12, Peripristidae (sin.: Pristodontidae). Fam. 13, Cochliodontidae. Fam. 14, Tamiobatidae. Sottordine: Prosarthri, fossili: Fam. 15, Orodontidae. Fam. 16, Edestidae. Fam. 17, Heterodontidae (sin.: Cestraciontidae, Hybodontidae), comprende anche forme viventi: Gen. Heterodontus (sin. Cestracion) con specie viventi nel Pacifico (v. cestracion).

Ordine VI: Selachophidichthyoidei (sin. Pternodonta): comprende la Fam. 18, Chlamydoselachidae, con la specie Chlamydoselachus anguineus Gar., dell'Atlantico e del Pacifico, caratterizzata dal corpo molto allungato, 6 fenditure branchiali, una sola dorsale, bocca terminale.

Ordine VII: Notidani (sin. Diplospondyli, Protoselachii): Selaci dal corpo fusiforme, con 6 0 7 paia di fenditure branchiali, una sola dorsale, pinna anale, cranio anfistilico (v. notidanidi). Fam. 19, Hexanchidae (v. notidanidi; squali).

Ordine VIII: Euselachii: Selaci a corpo fusiforme, con 5 fenditure branchiali, 2 pinne dorsali, pinna anale, corpi vertebrali quasi sempre asterospondili, cranio iostilico. Fam. 20, Hemiscylliidae: simili ai Scylliorhinidae, ma ovovivipari. Fam. 21, Scylliorhinidae (v. scilliorinidi). Fam. 22, Pentanchidae. Fam. 23, Orectolobidae. Fam. 24, Ginglystomidae. Fam. 25, Pseudotriakidae: comprende il gen. Pseudotriakis, delle acque profonde dell'Atlantico e del Pacifico, con la prima dorsale bassa e lunga, posta avanti alle ventrali. Fam. 26, Rhineodontidae. Serie Lamnoidei. Fam. 27, Carchariidae (sin.: Odontaspidae); prima dorsale anteriore al livello delle ventrali; seconda dorsale e anale di grandezza normale; senza membrana nittitante; fenditure branchiali di grandezza normale: Gen. Carcharias. Fam. 28, Mitsukurinidae; specie con il rostro lungo e depresso a forma di visiera: Gen. Mitsukurina, dell'Atlantico e del Pacifico. Fam. 29, Lamnidae (sin. Isuridae; v. lamnidi; carcharodon). Fam. 30, Alopiidae, caratterizzati dall'avere la pinna codale più lunga che tutto il resto del corpo: Alopias vulpes Gm. (v. alopecias). Fam. 31, Cethorhinidae, squali molto grandi con denti piccolissimi, aperture branchiali estese alla faccia dorsale e ventrale del capo: Cethorhinus maximus (Gunn.; sin.: Selache maxima) che compare, benché raro, anche nel Mediterraneo. Serie Galeoidei. Fam. 32, Galeidae (sin.: Galeorhinidae, Carcharhinidae; v. galeidi). Fam. 33, Sphyrnidae, sono caratterizzati dalla forma allargata della testa, che assume l'aspetto di un martello; comprende i pesci martello, gen. Sphyrna (v. squali). Fam. 34, Pristiophoridae. Fam. 35, Poliotremidae.

Ordine IX: Tectospondyli. Squali provvisti di 5 paia di fenditure branchiali, 2 pinne dorsali, senza anale, vertebre tectospondile: Sottordine: Squaloidei; a corpo squaliforme. Fam. 36, Squalidae, v. squalidi. Fam. 37, Oxynotidae; simili alle specie della famiglia precedente, però col corpo corto e grosso, a sezione triangolare, con una cresta dorsale e due ventrali laterali: Oxynotus centrina (L.; sin. Centrina Salviani Risso) (v. centrina). Fam. 38, Scymnorhinidae (sin.: Dalatiidae, Echinorhinidae), con 2 dorsali senza aculei, testa subconica, denti della mascella inferiore a margine seghettato; generi Scymnorhinus, Echinorhinus. Fam. 39, depresso e i denti della mascella inferiore a Somniosidae, simili ai precedenti, però col capo margine intero: Somniosus microcephalus Schneider, che compare anche nel Mediterraneo. Sottordine Squatinoidei; a corpo depresso. Fam. 40, Squatinidae (v. squatinidi).

Ordine X: Batoidei (Sin. Hypotremata): corpo depresso; 2, 1 o nessuna dorsale, senza anale; aperture branchiali sulla faccia ventrale. Vertebre tectospondiliche. Cranio iostilico. Sottordine Sarcura. Fam. 41, Pristidae; rostro prolungato con una fila di denti per lato; comprende i pesci-sega. Gen. Pristis con la specie P. pristis (L.), comune anche nel Mediterraneo. Fam. 42, Rhinidae (sin.: Rhamphobatidae, Rhynchobatidae). Fam. 43, Rhinobatidae, col corpo allungato, coda larga che si continua insensibilmente col tronco; ovovivipari: Rhinobatus rhinobatus (L.) e R. cemiculus Geoffr., ambedue del Mediterraneo, detti pesci-chitarra. Fam. 44, Asterodermidae, fossili. Fam. 45, Platyrhinidae (sin.: Discobatidae, Analithidae). Fam. 46, Rajidae; coda sottile, distinta dal tronco, generalmente con 2 dorsali, codale più o meno atrofica, pettorali con angolo esterno distinto; comprende le razze, gen. Raja, con numerose specie (v. razze). Fam. 47, Arthropteridae, fossili. Sottordine Narcaciontes. Fam. 48, Torpedinidae (sin.: Narcaciontidae, Narcobatidae; v. torppedini). Sottordine Masticura (sin.: Centrobates). Fam. 49, Dasyatidae (sin.: Trygonidae, Dasybatidae); coda sottile a frusta, senza codale, con 1-3 aculei, al massimo una dorsale; capo non distinto dal tronco; ovovivipari: Gen. Dasyatis con più specie mediterranee (D. pastinaca, D. aspera, D. violacea); Gymnura altavela (L.), anch'essa mediterranea. Fam. 50, Potamotrygonidae (sin. Elipesuridæ). Fam. 51, Brachiopteridae. Fam. 52, Ptychodontidae, fossili. Fam. 53, Myliobatidae (sin.: Aetobatidae), coda sottile a frusta con aculei, senza codale; una sola dorsale; capo distinto dal tronco; le pettorali formano avanti al capo una visiera intera: Myliobatis aquila e M. bovina, ambedue mediterranee (v. miliobate). Fam. 54, Rhinopteridae, simili alle specie della famiglia precedente, ma con la visiera biloba: Rhinoptera marginata Geoffr., mediterranea. Fam. 55, Mobulidae (sin. Mantidae, Cephalopteridae); con la bocca terminale, ai lati del capo due prolungamenti delle pettorali, denti rudimentali, coda sottile con aculeo senza codale, una dorsale; ovovivipari: Mobula mobular (Bomaterre; sin.: Cephaloptera giorna [Lacép]), specie rara che viene presa talvolta anche nel Mediterraneo; raggiunge grandezze enormi (oltre 3 q. di peso).

Paleontologia. - I più antichi avanzi fossili sicuri provengono dai depositi siluriani d'Europa e d'America. Sono le sole forme determinabili di pesci di quel periodo, associate con Ostracodermi primitivi, e per la massima parte fondate sopra denti isolati, o squame, o placche dermiche, o vertebre. In Podolia, in Galizia, in qualche isola del Mar Baltico, nella Pennsylvania furono rinvenuti parecchi generi di Selaci, che divennero più abbondanti nel successivo sistema devonico, tanto nelle predette località, quanto nei bacini dell'Eifel, della Vestfalia, del Belgio e dell'America Settentrionale. Uno sviluppo veramente enorme essi raggiunsero nel Carbonico, ove sono già bene sviluppati i Cestraciontidi e si può dire che siano quasi esclusivi di esso i Cochliodontidi, i Petalodontidi e i Psammodontidi. In confronto con questa fauna, appare più povera quella del periodo successivo: nel Permico infatti, tanto della Sassonia, della Slesia, della Boemia e della Francia, quanto della Turingia, dell'Inghilterra e dell'America, cominciano a farsi più abbondanti i Ganoidi eterocerchi, a scapito degli Elasmobranchi, fra i quali tuttavia i Pleuracantidi raggiungono il loro massimo sviluppo, associati con gli ultimi Cochliodontidi e Petalodontidi. A cominciare dal Triassico, i Plagiostomi sono bene rappresentati, e specialmente abbondanti si fanno i denti e le spine dei Cestraciontidi, che persistono anche nel Giurassico. Della fine di questo periodo si conoscono giacimenti numerosi (del Württemberg, della Baviera, della Francia, ecc.), che hanno fornito scheletri ben conservati e pressoché completi di pescicani e di raie, i quali mostrano già affinità notevoli con i corrispondenti generi attuali. Dal Cretacico, col maggiore predominio dei Ganoidi e col successivo svilupparsi dei Teleostei, l'ittiofauna assume caratteri differenti; tuttavia denti, vertebre e frammenti isolati di Selaci non mancano nei varî depositi. Avanzi di squali e di batoidei si ritrovano pure nel celebre giacimento eocenico di M. Bolca nel Veronese ed ancora nei diversi livelli del Terziario, che rivelano peraltro una fauna assai più somigliante a quella vivente nei mari attuali.

Bibl.: S. Garman, The Plagiostomia, in Mem. Mus. Comp. Zool. Harvard Coll., XXXVI (1913); D. S. Jordan, A classification of Fishes, in Stanford Univ. Publ. Biol. Sc., III (1923); L. R. Lozano, Fauna Iberica, Peces, Madrid 1928; F. J. Daniel, The Elasmobranch Fishes, Berkeley 1934.