SEGALE CORNUTA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

SEGALE CORNUTA (XXXI, p. 291)

Pietro DI MATTEI

CORNUTA Chimica. - Lo sclerozio della segale cornuta ha continuato ad essere oggetto di incessanti indagini chimiche.

Nel 1935 diversi ricercatori segnalavano, indipendentemente, nuovi alcaloidi: la ergometrina (Dudley e Moir), la ergostetrina (Thompson), l'ergobasina (Stoll e Buckhard), l'ergotocina (Kharasch e Legault), che risultarono identici (C19H23O2Na3). Il Council on Pharmacy and Chemistry (S. U.), denominava il nuovo prodotto, ottenuto ora ben cristallizzato, ergonovina (1937), il cui isomero destrogiro veniva presto isolato e chiamato ergometrinina. Altri alcaloidi venivano estratti nel 1936: l'ergosina, sinistrogiro, e l'ergosinina, destrogiro, C30H37O5N5 (Smith e Timmis), cui, nel 1937, Stoll e Buckhard aggiungevano l'ergocristina (sinistrogira) e la ergocristinina (destrogira) dalla costituzione C33H35O5N5. Tutti questi alcaloidi e quelli già conosciuti risultano (Jacob e coll.) derivati dall'acido lisergico, un prodotto indolico. L'atomo di carbonio asimmetrico che esiste nella molecola dell'acido lisergico spiega l'esistenza degli alcaloidi isomeri.

Farmacologia. - Solo gli alcaloidi sinistrogiri, fra i nuovi che sono stati scoperti, risultano farmacologicamente attivi, come per la massima parte degli alcaloidi. L'ergonovina ha dimostrato di sopravanzare per attività i principî attivi della segale già isolati. Si è dimostrata attivissima anche per bocca (a dinerenza degli altri alcaloidi noti) e di squisita azione elettiva sull'utero, di cui provoca immediatamente le contrazioni anche a dosi minime (1/10 di mg. per via endovenosa nelle donne gestanti e 1/4 di mg. per via orale), con effetti che durano parecchie ore. Alle dosi utili sull'utero non si hanno effetti sulla respirazione, sulla pressione sanguigna o sulla cinesi intestinale. A differenza dell'ergotossina e dell'ergotammina, l'ergonovina non è simpaticolitica, anzi svolge azione simpaticomimetica su molte strutture innervate da fibre adrenergiche, provocando, per es., midriasi, vasocostrizione, rilasciamento dell'utero isolato di coniglio, lieve aumento della pressione sanguigna, ecc. Ma produce, analogamente alla ergotossina, la nota cangrena sperimentale. L'ergonovina è entrata in terapia, usandosi in luogo della segale cornuta e degli altri alcaloidi nelle consuete indicazioni e rivelandosi clinicamente superiore. Ha impiego (dietro prescrizione, sorveglianza e giudizio del medico) in certi casi di atonia uterina nell'ultima fase del travaglio, e, meglio, per arrestare le emorragie post partum e favorire la involuzione dell'utero. La farmacopea degli S. U. ha registrato il maleato di ergonovina (le soluzioni si alterano tuttavia abbastanza rapidamente, se non conservate al fresco) e l'ergotartrato di ergonovina (idroacrilato di e.). La farmacologia dell'ergonovina è stata soprattutto studiata da Dale (1935) e Smith (1938).

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