VENIER, Sebastiano

Enciclopedia Italiana (1937)

VENIER, Sebastiano

Mario Brunetti

Doge (86°) dall'11 giugno 1577 al 3 marzo 1578. Impersona, con Agostino Barbarigo morto combattendo, la gloria veneziana di Lepanto. Nato da Mosè Venier e da Elena Donà intorno al 1496, sposatosi, nel 1544, con Cecilia Contarini, di Natale, fu eletto nel 1548 duca di Candia dove restò fino al 1551; quindi capitano a Brescia (1561-62), deputato alla definizione di vertenze confinarie nel Friuli (1564), podestà a Verona (1566-68), avogador di Comun, Savio Grande, provveditore generale alle fortezze, procuratore di San Marco (1570). Nel marzo dello stesso anno, essendo aperte già le ostilità col Turco, fu designato provveditore a Corfù, nella qual carica diede prova di audace spirito aggressivo, sì che, delineandosi sempre più nettamente la minaccia turca su Cipro, il V. venne eletto provveditore generale di quell'isola, ma fu impedito di recarsi colà soprattutto dalle tergiversazioni di Giannandrea Doria. Il 13 dicembre 1570 fu nominato capitano general da mar (aveva 75 anni). Provvide subito al riordinamento dell'armata e iniziò l'assedio di Durazzo. Conclusa la Lega Santa (1571, 25 maggio) organizzò la campagna navale contro il Turco, in unione agli alleati, non senza violenti attriti con don Giovanni d'Austria. Alla battaglia di Lepanto il V. si trovò al centro, a sinistra della reale dì Don Giovanni. Il contegno del V. in quella memoranda giornata fu ammirato da tutti. Risorsero, dopo la vittoria, gli antagonismi fra don Giovanni e il V., per cui il Senato gli mise a fianco (gennaio 1572) un altro capitano generale, Iacopo Foscarini, per dare soddísfazione alla Spagna. L'ulteriore azione navale fu fiacca e inconcludente, né impedì che la pace col Turco si dovesse fare sulla base della cessione di Cipro. L'elezione del V. a doge, in tardissima età, suonava riabilitazione del ferreo combattente ed esaltazione delle sue gesta. Il suo breve dogado venne funestato dal grande incendio del palazzo ducale (dicembre 1577), che distrusse tanti capolavori pittorici. Fu sepolto a Santa Maria degli Angeli di Murano, di dove le sue ceneri vennero trasportate (1907) nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo, accanto alla Cappella del Rosario, eretta per commemorare Lepanto.

Bibl.: P. Molmenti, S. V. e la battaglia di Lepanto, Firenze 1899; id., S. V. dopo la battaglia di Lepanto, in Nuovo archivio veneto, XXX, i (1915), p. 5 segg., v. inoltre lepanto; venezia: Storia.