Manchester, scuola di

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

Manchester, scuola di


Movimento liberista sviluppatosi nella città di M. fra il 1838 e il 1846, denominato ‘Manchester School’ per la prima volta nel 1848 da B. Disraeli. Guidato da R. Cobden (➔) e J. Bright, il movimento si impegnò in una imponente campagna popolare per l’abolizione dei vincoli sull’importazione dei cereali, introdotti nel 1815, con le cosiddette Corn laws (➔ grano), che prevedevano non solo l’applicazione di alti dazi doganali, ma anche la proibizione di acquistare grano dall’estero quando il prezzo del grano inglese era inferiore a 4 sterline per quarter. I sostenitori della legge ritenevano che la Gran Bretagna non potesse dipendere, per una materia di importanza primaria quale i cereali, dalla produzione estera. Gli oppositori, invece, richiamandosi agli scritti sul libero commercio internazionale di D. Hume e A. Smith, affermavano che le misure protezionistiche, mantenendo alto il livello dei prezzi, avevano un notevole impatto sulla crescita della nazione. Le variazioni del prezzo dei cereali, infatti, interessavano non soltanto il settore agricolo, ma anche quello industriale in quanto condizionavano fortemente il salario che gli operai avrebbero dovuto percepire e, di conseguenza, il valore dei prodotti finiti. Il grande impegno profuso da imprenditori e industriali nella campagna contro le Corn laws si spiega anche alla luce del timore di perdita di competitività da parte dell’industria britannica. Nel 1842, in risposta a una opposizione popolare sempre più massiccia, il governo guidato dal conservatore R. Peel varò una prima riforma doganale con la quale venivano ridotti i dazi applicati alle materie prime e ai prodotti manufatti. Nel 1846, infine, le Corn laws furono del tutto abolite.