Maffèi, Scipione

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Erudito e letterato (Verona 1675 - ivi 1755). Fu uno dei più tipici rappresentanti del preilluminismo italiano. Membro dell'Arcadia (1698), era animato da un profondo interesse per il teatro: scrisse opere di storia del teatro e compose egli stesso testi teatrali. Fu inoltre autore di numerose opere nelle quali riversò la sua notevole erudizione, spaziando dall'archeologia all'economia.

Vita e opere

Membro dell'Arcadia (1698), combatté in Baviera col fratello Alessandro (1704), per poi tornare all'attività letteraria. Fondò (1710) con A. Zeno e A. Vallisnieri il Giornale dei letterati, che continuò con le Osservazioni letterarie (6 tomi, 1737-40). Studiò i più antichi manoscritti della Biblioteca Capitolare di Verona, si occupò di esegesi dantesca, scrisse poesie latine e volgari, fu editore e traduttore di autori greci e latini. Compose opere di epigrafia, paleografia, archeologia, scienze, teologia, storiografia, filologia, economia, letteratura. Ebbe vivissimo interesse per il teatro: scrisse l'Istoria del teatro e difesa di esso (1723), premessa al Teatro italiano, raccolta delle 12 tragedie del teatro cinque-seicentesco da lui considerate più importanti. Compose egli stesso testi teatrali, fra cui Merope (1713), che ebbe grande successo. L'opera più importante è Verona illustrata (4 voll., 1731-32), uno dei capolavori dell'erudizione settecentesca. Fra le altre opere: Della scienza chiamata cavalleresca (1710); Traduttori italiani (1720), sui volgarizzamenti dagli autori greci e latini; Istoria diplomatica (1727); Istoria teologica delle dottrine ... in proposito della divina grazia, del libero arbitrio e della predestinazione (1742), in polemica con i giansenisti; Dell'impiego del denaro (1744); Della formazione de' fulmini (1747); Arte magica annichilata (1754).

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