Schistosomatidi

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Schistosomatidi Famiglia di Platelminti Trematodi Digenei con 10 generi cosmopoliti che, parassiti dei vasi sanguigni di Uccelli e Mammiferi, determinano gravi forme morbose (schistosomiasi). Il genere Schistosoma ha sessi separati, al contrario della maggior parte dei Trematodi: il maschio ha il corpo piatto e ripiegato a formare ventralmente una doccia, il canale ginecoforo, in cui è allogata la femmina.

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Interessano la patologia umana 3 specie di schistosomi, che si localizzano elettivamente in corrispondenza di distretti venosi diversi, provocando tre distinti quadri morbosi: la schistosomiasi vescicale, intestinale e arterovenosa. La schistosomiasi vescicale (o ematuria d’Egitto) diffusa in Africa e nel Medio Oriente, è prodotta da Schistosoma haematobium. Le coppie di Schistosoma vivono nel sistema venoso e specialmente nella vena porta e nelle vene che raccolgono il sangue dall’intestino e dalla vescica. Dopo la fecondazione le femmine si localizzano prevalentemente nelle vene della vescica e vi depongono le uova, che, dopo aver perforato la parete vasale e la mucosa, sono emesse con l’urina. Nell’ambiente esterno il guscio dell’uovo si rompe e ne esce una larva del tipo miracidio, che penetra nell’ospite intermedio (mollusco del genere Bulinus) e si trasforma in sporocisti. Questa per gemmazione dà origine alle sporocisti di II ordine, dalle quali si formano le cercarie, caratterizzate da coda bifida e perciò dette più propriamente furcocercarie. Abbandonato il mollusco, le furcocercarie penetrano attivamente nel corpo umano attraverso la cute. L’infestazione massiva provoca disturbi anche imponenti a carico dell’apparato urinario (ulcerazioni e infezioni vescicali) caratterizzati da ematuria. La schistosomiasi intestinale, diffusa prevalentemente nell’Africa e nell’America centrale, può determinare disturbi intestinali di gravità diversa: in questa schistosomiasi le femmine del parassita (Schistosoma mansoni) si localizzano nelle vene mesenteriche e le uova sono espulse con le feci. Nella schistosomiasi arterovenosa (o orientale), endemica nell’Estremo Oriente, le femmine del parassita (Schistosoma japonicum; v. .) si localizzano invece prevalentemente nei vasi del fegato, della milza, dell’intestino e del polmone: le uova vengono eliminate con le feci o rimangono nella compagine dei tessuti provocando fenomeni di sclerosi localizzata o diffusa (cirrosi epatica). Questa schistosomiasi può produrre nell’uomo disturbi di notevole gravità (attacchi dissenterici, epatosplenomegalia, cirrosi epatica) e avere talora esito letale. La cura si basa, oltre che sull’uso di preparati antimoniali, su una serie di farmaci dotati di modesta tossicità (praziquantel, acile derivato dell’isochinolinpirazina; metrifonato, composto organofosforico; ossamnichina, derivato della tetraidrochinolina).

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