SAVORGNAN di BRAZZÀ, Pietro

Enciclopedia Italiana (1936)

SAVORGNAN di BRAZZÀ, Pietro

Attilio Mori

Esploratore italiano, naturalizzato francese. Nacque a Castel Gandolfo (Roma) di nobile famiglia friulana, appartenente al patriziato veneto, il 25 gennaio 1852, morì a Dakar il 14 settembre 1905. I rapporti familiari che egli ebbe, ancora fanciullo, col comandante de Montaignac della marina francese gl'ispirarono i primi gusti per la vita di mare e per i viaggi. Dopo avere studiato in Francia nel collegio dei gesuiti, entrò nel 1868, per le raccomandazioni del padre Secchi, in qualità di allievo straniero, nella scuola navale Borda di Brest, dalla quale uscì aspirante nell'armata navale francese e in questa qualità prese parte alla campagna di guerra del 1870-71. Durante una navigazione sulla costa occidentale d'Africa ebbe occasione di stringere relazione coi viaggiatori Marche e Ballay che, a scopo naturalistico, perlustravano il bacino dell'Ogouè e allora concepì il disegno di proseguire l'opera lasciata incompiuta dal Marche e dal Compiègne. Una domanda da lui avanzata al ministro della Marina, che era allora appunto il de Montaignac, trovò facile accoglimento. Ottenuta la cittadinanza francese, il 1° settembre 1875 si recò al Gabon in compagnia del Marche e del Ballay e di qui, seguiti da una scorta di Senegalesi, risalirono il corso dell'Ogouè, spingendosi poi verso levante con la speranza di penetrare nelle regioni inesplorate che si estendevano tra il Tanganica e l'Atlantico. Raggiunsero così le sorgenti dell'Alima e quindi il corso del Licona; ma per l'ostilità degli abitanti furono poi obbligati retrocedere. Al suo ritorno in Francia il B. ebbe accoglienze entusiastiche per i grandi successi conseguiti in questi tre anni di esplorazione, durante i quali, salvo una volta in cui si trovò obbligato a far uso delle armi a scopo di difesa, aveva proceduto sempre con mezzi pacifici, guadagnandosi la fiducia e l'affetto degl'indigeni. Frattanto la felice riuscita della memorabile traversata dello Stanley, per la quale era accertato che tanto l'Alima quanto il Licona erano affluenti del Congo, richiamava nuovamente l'attenzione del B. sull'importanza del corso dell'Ogouè per raggiungere con una via navigabile il Congo all'altezza di Vivì, dove la presenza delle cascate aveva interrotto l'esplorazione dello Stanley lungo l'ultimo tratto del corso del fiume. Organizzata una nuova spedizione a questo scopo, con l'appoggio del governo e di società scientifiche il B. riparte per l'Africa occidentale il 27 dicembre del 1879, risale l'Ogouè sino alla confluenza col Passa dove fonda Franceville la prima stazione scientifica e ospitaliera del comitato francese dell'Associazione internazionale africana, e quindi seguendo l'Alima raggiunge il Congo, dove sullo slargo detto poi Stanley Pool fonda una nuova stazione che in suo onore riceverà il nome di Brazzaville. Di qui egli entrò in rapporti col potente re dei Bateki, col quale strinse trattati che assicuravano alla Francia la sovranità sugli stati di lui. Durante la sua permanenza alla residenza di Makoko il B. s'incontrò con lo Stanely. Ritornato al Gabon attese a far aprire una strada che congiungesse Franceville al punto in cui comincia la navigabilità dell'Alima. Al suo ritorno in Francia il grande viaggiatore, che alla sua patria d'adozione aveva con le sue imprese donato un vasto e ricco dominio coloniale e alla scienza conquiste di non minore valore, ebbe le accoglienze più entusiastiche, apprezzandosi di lui, oltre la tenacia e l'abnegazione, il pacifico e amorevole contegno verso le popolazioni indigene, troppo in contrasto col procedere di altri viaggiatori. Nominato commissario generale dell'Ovest Africano il 21 marzo 1883 il B. faceva ritorno al Gabon dove si dedicò interamente all'organizzazione del vastissimo impero coloniale da lui acquistato alla Francia, promovendone in pari tempo, mediante numerose spedizioni, il riconoscimento scientifico. In quest'opera amministrativa più difficile e grave della ricognizione e della conquista, non gli mancarono le censure e le accuse malevole, le quali indussero il governo della repubblica ad esonerarlo dall'alto ufficio così onorevolmente coperto. Privato di cariche e di assegni non si lagnò del provvedimento che così lo colpiva dopo una vita spesa tutta in servigio della sua patria adottiva. Alle amarezze subite trovò conforto negli affetti familiari presso la nuova e l'antica sua famiglia, onde spesso era ricondotto in Italia e nella considerazione in cui sempre più era tenuto dalle accademie e dai sodalizî scientifici; e quando, in seguito agli scandali amministrativi che si erano verificati nella grande colonia congolese da lui donata alla Francia, il governo della repubblica volle affidargli il difficile e penoso compito di una rigorosa inchiesta sui luoghi in qualità di commissario generale, egli non si rifiutò e nonostante le non più liete condizioni di salute, accompagnato dalla propria moglie Thérèse de Chambrun, ripartiva per il campo delle sue antiche e generose imprese dove sapeva di trovare l'affetto delle popolazioni da lui beneficate. Senza curare stenti e fatiche percorse quindi e visitò tutta l'immensa colonia, di tutto interessandosi affinché il gravoso compito venisse assolto con ogni possibile scrupolo. Ma ai nuovi disagi non resse la salute già minata e mentre era sulla via del rimpatrio, soccombeva a Dakar per una infezione intestinale. La sua salma trasportata a Parigi fu fatta segno alle più alte onoranze. Per corrispondere al voto dell'estinto che voleva riposare in terra d'Africa, la sua salma, già inumata a Parigi, venne trasportata ad Algeri ed ivi seppellita il 22 dicembre 1908 nel cimitero di Mustafa Superiore.

Bibl.: E. Pagliano, P. S. di B., in Rassegna nazionale, 1 ottobre 1905; J. Joubert, S. de B. Grand Explorateur latin (1852-1905), Angers 1906; A. Britisch, Pour le Congo Français. La dernière mission de Brazzà d'après le registre de correspondence inédite de P. S. de Brazzà, in Correspondant, 10 Janvier 1906; Gen. De Chambrun, B. (coll. Les grandes figures coloniales), Parigi 1930, con ritratto, carte e documenti inediti; H. P. Eydoux, S. de B., ivi 1932.