SATRAPO

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

SATRAPO (antico persiano xšaϑara pāvan, all'incirca "difensore del territorio della signoria", greco σατράπης)

Attilio MOMIGLIANO

Capo di distretto (satrapia) nell'impero persiano e poi negli stati ad esso succeduti. L'ordinamento risale nella forma classica a Dario I, ma era già stato preparato dalle organizzazioni di Ciro il Vecchio, soprattutto se, come pare, hanno fondamento storico le notizie sui governatori di Ciro tramandate da Senofonte nella Ciropedia. Anche il nome deve essere anteriore a Dario. L'ordinamento di Dario è tramandato da Erodoto (III, 89-96), che verosimilmente lo ricava da Ecateo: Erodoto intende dare soprattutto una descrizione del sistema tributario vigente per le venti satrapie. Sono accertate naturalmente variazioni posteriori, tra l'altro per la testimonianza dell'Anabasi di Senofonte. Le satrapie talvolta erano ereditarie ed affidate a dinasti locali: quasi sempre coincidevano con regioni storicamente definite (Ionia, Lidia, Frigia, Cilicia, Siria, Egitto, Assiria, Media, Armenia, India, ecc.). Ogni satrapia era suddivisa in minori dipartimenti. Il satrapo era comandante dell'esercito locale, ma era controllato da ufficiali che tenevano le principali fortezze direttamente dal governo centrale; aveva così vasta autonomia finanziaria da possedere diritto di monetazione salvo che in oro; esercitava la giustizia. Donde il forte decentramento, per cui dalla seconda metà del sec. V i satrapi poterono fare addirittura politica estera propria. Taluni satrapi assommavano più satrapie e potevano avere comandi militari speciali. Le ribellioni erano naturalmente agevoli e frequenti. Di tale decentramento in sostanza visse e morì l'impero persiano. La continuità del sistema anche con Alessandro Magno e gli stati ellenistici e iranici o iranizzati (Partia, Armenia) dimostra che esso aveva salda radice nella situazione dell'Asia anteriore. Alessandro mantenne con talune importanti modificazioni la suddivisione dell'Asia in satrapie: spesso anzi nominò satrapi degli Asiatici. Ma affidò il pieno comando militare solo ai satrapi macedoni; agli altri affiancò o un generale o almeno un sorvegliante macedone. Inoltre rese indipendente l'amministrazione finanziaria. Mantenne poi il sistema delle guarnigioni in fortezze dipendenti dal governo centrale. La separazione tra comando militare e civile fu conservata dai Seleucidi, presso i quali le satrapie e le sottoposte eparchie restarono come i quadri dell'amministrazione. Nell'impero romano le satrapie entrarono solo con l'annessione di una parte piccola dell'Armenia al tempo di Teodosio. Tali satrapie furono poi riordinate da Giustiniano.

Bibl.: C.F. Lehmann-Haupt, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, col. 82 seguenti; H. Berve, Das Alexanderreich. I, Monaco 1926, p. 253 segg.; O. Leuze, Die Satrapieneinteilung in Syrien und im Zweistromlande von 520-320, Halle 1935 (Schriften der Königsberger Gelehrten Gesellschaft); E. Bikermann, Institutions des Séleucides, Parigi 1937.

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