Satellite artificiale

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

satellite artificiale

Leopoldo Benacchio

Occhi e orecchie attorno alla Terra

Un satellite artificiale è un mezzo spaziale messo in orbita attorno alla Terra o ad altri pianeti del Sistema Solare. I satelliti per usi civili, lanciati oramai a migliaia negli ultimi cinquant’anni, assolvono molte differenti funzioni: dall’osservazione dell’Universo al di fuori dell’atmosfera alle telecomunicazioni, dallo studio della crosta terrestre alla meteorologia e alla telefonia satellitare

Orbite sempre più affollate

Un satellite artificiale è un qualunque oggetto non naturale che orbita attorno a un corpo naturale all’interno del Sistema Solare, o che comunque segue una rotta fra i pianeti. I satelliti artificiali sono generalmente oggetti molto complessi, costruiti per uno scopo preciso e portati in orbita da un razzo vettore. Quest’ultimo, imprimendo una spinta sufficiente, permette al satellite di uscire dal campo di attrazione terrestre – nel caso di missioni verso altri pianeti – o quanto meno di portarsi a una quota tale da poter poi rimanere in orbita attorno alla Terra.

In un satellite artificiale sono presenti generalmente uno o più piccoli razzi per effettuare modifiche della rotta o dell’orbita, un sistema di rilevazione dati, come per esempio una o più telecamere, e un sistema di trasmissione e ricezione per scambiare dati con la stazione di controllo sulla Terra. Dal 1957, anno in cui è iniziata l’esplorazione spaziale, sono migliaia i satelliti lanciati per scopi civili e militari. Tanto che attorno alla Terra esiste oggi un vero problema di affollamento delle orbite, così come un problema di sicurezza dovuto alla ‘spazzatura spaziale’, costituita da detriti di mezzi spaziali che hanno finito la loro missione. Le orbite dei satelliti artificiali vanno da quelle cosiddette basse – dai 200 ai 1.200 km di altezza – a quelle geosincrone – a quota 35.786 km. Raramente sono utilizzate orbite a distanze superiori. Molto utilizzate sono le orbite equatoriali geostazionarie, così chiamate in quanto il satellite resta sempre nella stessa posizione rispetto alla Terra.

Una risorsa quotidiana

Sono diverse migliaia i satelliti artificiali che orbitano continuamente attorno alla Terra. Il numero esatto non è noto, dato che molti sono dedicati a compiti militari e la loro esistenza è coperta da assoluto riserbo. Possiamo immaginare una sorta di ragnatela, disegnata attorno alla Terra dalle loro orbite, che rappresenta una risorsa vitale per l’umanità, cui ci affidiamo ogni giorno nella nostra vita. Utilizziamo per esempio satelliti artificiali per le telecomunicazioni quando telefoniamo all’estero, ed essi vengono utilizzati anche dalle emittenti televisive per effettuare collegamenti su medie e grandi distanze.

Altri sistemi di satelliti sono di fondamentale importanza per tenere sotto osservazione costante il nostro pianeta e le attività che vi si svolgono. I satelliti meteorologici eseguono un costante monitoraggio dell’atmosfera, e i loro dati e immagini sono fondamentali per le previsioni del tempo; mentre quelli per il telerilevamento osservano costantemente il suolo per sorvegliarne i mutamenti, come lo sviluppo di colture agricole, eventuali modificazioni del terreno, l’aumento o la diminuzione della superficie dei ghiacci artici o la variazione della temperatura dei mari. Un’importanza sempre maggiore hanno poi i sistemi di satelliti, come il GPS (Global positioning system «sistema di posizionamento globale»), utilizzati per determinare la posizione di un veicolo, un aeromobile o una nave con un margine di errore di pochi metri. I satelliti artificiali sono poi fondamentali per la ricerca scientifica, per esempio per eseguire esperimenti che sul nostro pianeta non potrebbero aver luogo, come la produzione di sostanze chimiche molto pure, realizzabile solo in condizioni di gravità ridotta. Fondamentale è poi l’utilizzo di satelliti per le osservazioni astrofisiche. Sono molti oggi i telescopi spaziali – come il celebre Hubble space telescope, messo in orbita nel 1990 dagli astronauti della navetta Discovery – che osservano costantemente l’Universo, fornendo informazioni che non si possono avere da Terra, dato che l’atmosfera assorbe la maggior parte delle radiazioni che provengono dai corpi celesti.

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