Giàcomo, santo

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Il Nuovo Testamento designa con questo nome ('Ιάκωβος, Iacōbus, equivalente a 'Ιακώβ, Iacob, con cui indica però soltanto il patriarca [v. Giacobbe] e il padre di s. Giuseppe, Matteo 1, 16) i seguenti personaggi: 1. G. Apostolo (anche G. il Maggiore), figlio di Zebedeo (e probabilmente di Salomè, v. oltre) e fratello di Giovanni, chiamato da Gesù con questo, e soprannominato, come il fratello, Boanergès ("figlio del tuono"); presente alla resurrezione della figlia di Giairo, interroga Gesù sulla fine del mondo, assiste all'agonia del Getsemani (Marco 1, 19; 3, 17; 5, 37; 14, 32 e paralleli); è nominato col fratello negli Atti degli apostoli, che lo dicono soppresso di spada da Erode Agrippa (1, 13; 12, 2). È venerato a Santiago de Compostela, meta del celebre pellegrinaggio, ed è patrono della Spagna; festa, 25 luglio. 2. G. Apostolo (anche G. il Minore), figlio di Alfeo (Marco 3, 18; Matteo 10, 3; Luca 6, 15; Atti 1, 13): identificato da Origene e poi dalla tradizione ecclesiastica con G. "fratello del Signore" (v. oltre); festa, con s. Filippo, 3 maggio. 3. G. fratello del Signore (Marco 6, 3; Matteo 10, 2), uno dei personaggi più importanti della primitiva comunità di Gerusalemme dopo la morte di G. fratello di Giovanni: fu visitato da s. Paolo che lo considerò una delle "colonne" e dice che a lui apparve il Signore risorto; accolse s. Paolo di ritorno dal terzo viaggio missionario (Atti 12, 17; 15, 13; 21, 18; I Corinzî 15, 7; Galati 1, 19; 2, 9-12). Circa l'identificazione di questo G. con il G. figlio di Alfeo, si fa notare che tra le pie donne recatesi al sepolcro Marco (15, 40) ricorda tra Maria Maddalena e Salomè (al posto di questo nome, Matteo 27, 56 indica "la madre dei figli di Zebedeo", come in Matteo 20, 20 per la richiesta in favore dei figli) anche "Maria madre di Giacomo il piccolo (τοῦ μικροῦ) e Ioseto" ('Ιωσῆτος; in Matteo, "Giuseppe", 'Ιωσήϕ), mentre Giovanni (19, 25) menziona "la madre di lui (Gesù), la sorella della madre di lui Maria di Clopa e Maria Maddalena". La difficoltà che Maria, madre di G., figlio d'Alfeo, non poteva essere in pari tempo moglie di Clopa (o Cleofa) è aggirata da alcuni esegeti identificando Alfeo con Cleofa (avrebbe avuto un nome doppio) o supponendo che Maria, vedova di Alfeo, sposasse poi Cleofa, fratello di s. Giuseppe e già padre di Giuda e Simone, che con Giacomo e Giuseppe (o Iosè) sono detti "fratelli" (cioè cugini) di Gesù, e divenisse così "sorella" (ossia cognata) di Maria Vergine. Ma contro l'identificazione del "fratello del Signore" con il "figlio di Alfeo" sta anche la netta distinzione, sempre fatta dai testi neotestamentarî, tra i "dodici" e i "fratelli del Signore". Di questo G. abbiamo la testimonianza giudaica di Flavio Giuseppe (Ant. 20, 200-201), che ne pone la morte per lapidazione nell'anno 62. Dello stesso G., soprannominato "il Giusto", Egesippo, seguito probabilmente da Clemente Alessandrino (in Eusebio, Hist. eccl. 2, 1 e 23), menziona il martirio in termini leggermente diversi: egli sarebbe stato precipitato dall'alto del Tempio, lapidato e finito con una bastonata in testa.

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