SANTARÊM

Enciclopedia Italiana (1936)

SANTARÊM (lat. Scalabis o Praesidium Iulium; A. T., 39-40)

Maria MODIGLIANI
Federico PFISTER
Joao BARREIRA

Città del Portogallo centrale, nell'Estremadura, capoluogo del distretto omonimo, situata a 67 km. NNE. da Lisbona e a 104 m. s. m. Sorge sul pendio di una piccola collina dalla quale domina la valle inferiore del Tago, in posizione assai favorevole dal punto di vista economico per essere centro di una fertile regione coltivata a cereali, legumi, vite, olivo. Il clima è mite e risente nettamente dell'influenza dell'Atlantico: le estati sono fresche (temperatura media di agosto non superiore ai 20°), gl'inverni non rigidi (temperatura media di gennaio superiore ai 9°), le precipitazioni abbondanti. La parte antica della città, che si è formata intorno alla chiesa di Alcaçova (1154), ha strade strette e irregolari e in essa sono ancora evidenti le tracce della dominazione araba; la parte moderna, invece, si è venuta sviluppando verso le pendici della collina e sulla riva del Tago. La popolazione è in aumento; contava 10.024 ab. nel 1920 e 12.106 nel 1930. L'industria è poco sviluppata: meritano di essere ricordate alcune fabbriche di cappelli e di tessuti a maglia. Per mezzo di un porto fluviale Santarêm esercita continuo e attivo commercio con Lisbona a S. e con Abrantes a N. ed è stazione ferroviaria sulla linea Lisbona-Coimbra.

Monumenti. - A Santarêm furono ritrovati alcuni resti di mura romane che appartenevano certamente all'antica Scalabi; si ritrovarono anche numerose iscrizioni.

La città conserva ancora avanzi di mura merlate del sec. XII. I suoi monumenti artistici principali sono: all'entrata della città la fontana gotica dei Figueiras, e in alto, nello stesso stile, il convento dei francescani con un bel portale romanico-gotico simile a quello di Batalha, e un coro costruito dal re Ferdinando verso la metà del sec. XIV e destinato a essere sua tomba (il sepolcro del re è invece ora al convento del Carmine, Museo archeologico di Lisbona); la chiesa gotica di Graça (1380), in cui riposa Pedro Alvares Cabral, scopritore del Brasile; la chiesa in stile Rinascimento del Milagre; nel centro della città la chiesa di Marvila con un portale di marmo e un interno a tre navate e colonne con capitelli ionici a volute vermiformi. Il museo della città si trova nella vecchia chiesa romanica di S. João de Alporão, in cui si ammira il ricco sepolcro gotico di don Duarte de Menezes, squartato nel Marocco dai Mori.

Storia. - L'antica Scalabis sorgeva nel punto di biforcazione verso Bracara Augusta (Braga) e verso Emerita Augusta (Merida), della grande via romana proveniente da Olisipo, oggi Lisbona. Ebbe il nome di Praesidium Iulium e ricevette il titolo piuttosto, come si ritiene, da Giulio Cesare che da Augusto. Fu una delle cinque colonie romane di Lusitania ricordate da Plinio e da Tolomeo ed era ascritta alla tribù Sergia; era il capoluogo del Conventus iuridicus Scalabitanus, uno dei tre di Lusitania.

Nel sec. V fu occupata, dopo tenace resistenza, dagli Svevi e dagli Alani, e dal nome di S. Irene che, secondo la tradizione, avrebbe sofferto il martirio nella città, ebbe forse origine, per corruzione, il nome di Santarêm che si sostituì all'antico. Nel 715 fu conquistata dagli Arabi e dopo pochi anni riconquistata da Fruela I re delle Asturie. Nell'824 cadde nuovamente in potere degl'infedeli e solo da Alfonso Enriquez fu liberata definitivamente. Centro di notevole importanza, ebbe a soffrire più volte nelle varie vicende della vita politica portoghese. Cosi fu saccheggiata dal Massena quando nel 1810 si ritirò dalla linea inespugnata di Torre Vedras e fu occupata dai realisti durante la guerra civile del 1833.

Bibl.: Nogueira de Brito, Arqueologia Scalabitana; O Arqueologo Portugues, passim, Ma specialmente I, III, V, VI, IX; A. Herculano, Historia de Portugal, Lisbona 1846-53; Vilhena Barbosa, As cidades e villas da monarchia portugueza que tem brazão de armas, ivi 1860; Z. Brandão, Monumentos e lendas de Santarêm, ivi 1883; A arte e a natureza em Portugal, III e IV, 1903-1904; I. Ozorio, Guia de Santarêm, Santarêm 1924.