PALLAVICINI, Sandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014)

PALLAVICINI, Sandro

Antonella Pagliarulo

PALLAVICINI, Sandro (Alessandro Mario Luigi Piero). – Nacque a Ronciglione (Viterbo) il 23 febbraio 1908, da Chiara Draghi, figlia di Alessandro ‘possidente’, e da Arrigo, figlio di Virginio, ambedue domiciliati in Roma.

Sulle sue origini circolavano notizie diverse. Domenico Paolella, regista, sceneggiatore, futuro fondatore con Pallavicini della Settimana Incom, ricordava in un’intervista che era «figlio di commercianti di elettrodomestici» (1979, p. 133). Fonti giornalistiche americane riferivano che fosse figlio di un commerciante di radio, titolare di uno dei più affermati negozi di Roma (Gettysburg Times, 8 aprile 1935). Di ambiente familiare «prominent» scriveva invece The New York Times del 30 maggio 1935, presentandolo come luogotenente dell’aviazione pluridecorato, figlio di un ex direttore di banca poi imprenditore nella produzione e importazione di radio; lo stesso quotidiano faceva riferimento inoltre all’esistenza di un fratello che, con Sandro e il padre, era partner dell’azienda familiare.

L’interesse della stampa americana per Pallavicini nasceva dal suo fidanzamento con Margaret Christine Roosevelt, lontana cugina del presidente Franklin Delano, e figlia di George Emlen Roosevelt, cugino di Theodore e partner nella banca di investimenti Roosevelt & Son. L’incontro tra l’aviatore e la diciannovenne Margaret – a Roma assieme alla sorella per motivi di studio – aveva provocato curiosità e ironie su alcuni quotidiani e infastidito la ragazza per il modo «rude and inaccurate» col quale era stato raccontato (Gettysburg Times, 8 aprile 1935). Il 30 maggio 1935 si sposarono a Roma nella chiesa protestante di St. James, alla presenza di un gruppo rappresentativo di antiche famiglie newyorkesi. Il 31 luglio 1935 La Stampa raccontò lo sbarco a Napoli del tenente romano e della «giovane e molto avvenente» moglie, al termine del viaggio di nozze.

Lo speciale legame con gli Stati Uniti può forse spiegare il fascino subito da Pallavicini per il modello di informazione giornalistica trasmesso dal cinegiornale The March of time, fondato «sulla drammatizzazione della cronaca e sull’approfondimento degli argomenti di attualità» (Argentieri, 1979, p. 140).

L’intraprendente Pallavicini, nel frattempo laureatosi in Scienze economiche e commerciali, impegnato in campo giornalistico e avviato a lavorare nel cinema come direttore di produzione, colse le opportunità schiuse dall’arrivo alla Direzione generale per la cinematografia – sorta nel 1934 in seno al Sottosegretariato per la stampa e la propaganda della presidenza del Consiglio dei ministri – del giornalista Luigi Freddi, intenzionato a ottenere la supervisione artistica e culturale sull’insieme della produzione cinematografica italiana.

Nella sua aspirazione Freddi si scontrò con il potere di controllo assoluto dell’informazione audiovisiva esercitato dall’Istituto nazionale Luce, l’ente creato nel 1925 con scopi educativi e compiti di propaganda attraverso cinegiornali e documentari, guidato dal 1933 da Giacomo Paulucci di Calboli. Il Luce aveva notevolmente ampliato il suo raggio d’azione fondando l’Ente Nazionale Industrie Cinematografiche che, tramite il controllo delle sale cinematografiche e la distribuzione, era arrivato a padroneggiare anche la produzione di fiction. Freddi cercò di incrinare il monopolio Luce sul mercato dell’informazione filmata, sollecitando e favorendo la nascita di una società concorrente.

Il 25 ottobre 1938 Pallavicini, con il favore di Freddi, creò una casa di produzione privata: l’Industria cortometraggi Milano (Incom). Fondata da cinque persone con un capitale di 10.000 lire ciascuno allo scopo di produrre cortometraggi e documentari, la Incom tentò subito di distinguersi, realizzando documentari più nuovi e avvincenti – con l’inserimento di parti di fiction e scene ricostruite nei teatri di posa (come in España una, grande, libre! sulla guerra di Spagna), o veri racconti cinematografici, come Fantasia sottomarina diretto da Roberto Rossellini – e ingaggiando, per il reparto di animazione, il grande disegnatore Liberio Pensuti, già collaboratore della Rivista Luce e futuro autore di alcuni film animati di propaganda antibritannica (Principio della fine e Il Dottor Churkill).

Nel 1941 Pallavicini rilevò la proprietà di Film, una delle riviste di critica cinematografica nate negli anni Trenta, e ne assunse la direzione. Alla vigilia del 25 luglio 1943 dovette incorrere «in qualche guaio non politico che lo aveva portato per breve tempo in carcere» (Laura, 2004, p. 212) e che dovette tornargli utile nella transizione verso la democrazia; certo è, infatti, che nel difficile tornante si mosse con pragmatismo aspettando gli eventi e non compromettendosi troppo con il fascismo.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre e la nascita della Repubblica sociale italiana il Luce trasferì a Venezia impianti e personale. Parte delle strutture del centro di produzione Incom rimase invece a Roma, in via Bellini, dove nel dopoguerra fu realizzata La Settimana Incom (fino allo spostamento in via Nomentana nel 1953). Nell’ottobre 1944 il settimanale Star parlava di tecnici, impiegati, operai della Incom resistenti alle richieste di requisizione delle attrezzature da parte tedesca, e licenziati dopo l’arrivo degli alleati a Roma dai reparti americani specializzati nella guerra psicologica (PWB, Psychological Warfare Branch). In questa fase la maggior parte dell’informazione rimase sotto il controllo degli alleati attraverso l’Allied Publications Board, mentre il mercato delle attualità cinematografiche iniziò a essere invaso da cinegiornali inglesi e statunitensi in edizione italiana.

Il 15 febbraio 1946 Pallavicini lanciò La Settimana Incom, il cinegiornale che in 2554 numeri documentò l’Italia del dopoguerra, la costruzione della Repubblica e la modernizzazione del paese. Pallavicini «aveva grandissime qualità di simpatia, di public relations […] e si convinse subito che bisognava fare un cinegiornale ‘giornalistico’, con tutte le sue regole: direttore, caporedattore, inviati; e che ci fosse la libertà di girare delle cose vere» (Paolella, 2011, p. 48). Un ruolo importante nella costruzione del prodotto di informazione e dello stile Incom fu svolto da Giacomo Debenedetti, autore dei commenti parlati fino al 1950. Paolella, direttore tecnico-artistico, riferì di aver dato vita, d’accordo con il direttore, a una «redazione politicamente composita» chiamando a collaborare, oltre il comunista Debenedetti, un redattore socialista e uno dell’Uomo Qualunque (p. 49).

La Settimana Incom, nata anche con il finanziamento di una famiglia di imprenditori italo-svizzera, i Cedraschi, vide accrescersi nel 1948 il peso della Democrazia cristiana attraverso l’acquisizione del 51% delle azioni da parte del potente finanziere piemontese Teresio Guglielmone (che sarebbe stato testimone di Pallavicini alle seconde nozze), senatore democristiano. Interventi legislativi nel 1947 e nel 1948 a favore delle attualità cinematografiche da un lato e la composizione societaria dall’altro condizionarono l’informazione filmata accentuandone sempre più l’impostazione filogovernativa.

Intanto nel marzo 1948 Pallavicini aveva divorziato dalla moglie Margaret e l’anno dopo si era unito in matrimonio con la tedesca Gaea Ingrid Blossfeldt – evento raccontato da un servizio del 3 marzo 1949 – figlia di una pianista e di uno studioso di sociologia, trasferiti a Roma da Lipsia dopo il 1938. Gaea fu protagonista assieme al marito di un’intensa vita mondana e, grazie al suo importante salotto romano nei pressi di piazza S. Silvestro, frequentato da personalità dello spettacolo e dell’alta società, favorì le nuove entrature e opportunità del coniuge.

In un cinegiornale del 1949 Pallavicini presentò agli spettatori il rotocalco La Settimana Incom illustrata – venduta nelle edicole dal dicembre 1948 – forte, tra gli altri, della collaborazione di Luigi Barzini jr e di Indro Montanelli; nel 1953 assunse la direzione della società di produzione cinematografica Orso Film, mentre con la ‘Sandro Pallavicini produttore cinematografico’ giunsero sul mercato numerosi film. Il centro di produzione Incom, nel frattempo ingranditosi, divenne così un complesso di teatri di posa, produzione e postproduzione cinematografica.

Pallavicini diresse La Settimana Incom sino al marzo 1956 quando «abbandonò l’incarico per insanabili divergenze con la proprietà» (Frabotta, 1992, p. 374) con uno strascico legale. La Incom continuò la produzione fino al 1965 e dal 1967 il suo archivio fu acquisito dall’Istituto Luce

Il produttore restò sempre molto attivo nel mondo dell’informazione – negli anni Sessanta sempre più televisiva – e del cinema: dal 1956, per due anni, diresse il cinegiornale Europeo Ciac, di proprietà di Angelo Rizzoli, colpito più volte dalla censura; dal 1955 iniziò a lavorare per la televisione ideando la rubrica «Cineselezione», dal 1958 la rassegna del cinema «Il girasole», dal 1959 la rubrica «Cinelandia» che provocò interventi censori da parte dei dirigenti Rai (L’Unità, 10 luglio 1959). Giornalista e produttore, non esitò neppure ad avventurarsi in politica, candidandosi alle elezioni del giugno 1958 nelle liste del Partito liberale italiano.

Per l’esperienza e la conoscenza del mondo dei cortometraggi di informazione fu chiamato, nel corso della sua carriera, a presiedere o ad assumere funzioni direttive in diversi organismi cinematografici, nazionali e internazionali tra i quali il Gruppo nazionale cortometraggi dell’ANICA (presidente), la International Newsreel Association (presidente), la Commissione consultiva per la cinematografia presso la presidenza del Consiglio dei ministri come membro. Fu altresì consigliere della Italian Film export (IFE) e nell’ultimo anno di vita assunse a New York, dove si era trasferito, la vicepresidenza della Rizzoli Film Distribution Inc.

Nel febbraio 1960 la sciagura aerea di Shannon in Irlanda, in cui perse la vita la figlia ventiduenne Giulia nata dal primo matrimonio, lo riportò nelle cronache dei quotidiani.

Morì a Roma, il 14 giugno 1966.

Fonti e Bibl.: Comune di Ronciglione, Arch. dell’Anagrafe, Ufficio dello Stato civile, Registro degli atti di nascita, a. 1908, parte I, n. 32. Notizie sulla vita in: Gettysburg Times, 8 aprile 1935; New York Times, 30 maggio 1935; La Stampa, 31 luglio 1935, 9 giugno 1948, 1° marzo 1958, 26 e 27 febbraio 1960, 15 giugno 1966; L’Unità, 29 gennaio 1958, 10 luglio 1959, 15 giugno 1966. Fra i cinegiornali consultati nel sito dell’Archivio storico Luce (www.archivioluce.com): La Settimana Incom, nn. 38, 217, 258, 293, 2261, 2381; Mondo Libero, n. 354 sulla candidatura politica; Radar, n. 51 per i funerali. Oltre a questi: Chi è ? Dizionario biografico degli italiani d’oggi, Roma 1961, ad ind.; Annuario del cinema italiano. Chi è del cinema, Roma 1965, ad ind.;Filmlexicon degli autori e delle opere, V, Roma 1962, e Filmlexicon degli autori e delle opere. Aggiornamenti e integrazioni 1958-1971, II, Autori I-Z, 1974, ad ind.; S. P., in La Rivista del cinematografo, XXXIX, n. 7, luglio 1966, p. 418; T. Biondi, S. P. Un produttore per tutte le stagioni, in Storia del cinema italiano, a cura di E.G. Laura, VI, Venezia 2010, pp. 386 e seguente. Sul periodo storico: M. Argentieri, L’occhio del regime, Firenze 1979; E.G. Laura, Le stagioni dell’aquila. Storia dell’Istituto Luce, Roma 2004. Su La Settimana Incom: A. Baracco, La chiave di casa, e Sei, Ombre Bianche. Storie d’oggi, entrambi in Star. Settimanale di cinema e altri spettacoli, 7 ottobre 1944, n. 9, p. 5 e 11 novembre 1944, n. 14, p. 15; S. Battisti, Vita del cinegiornale, in La Rivista del cinematografo, XXVIII, n. 2, febbraio 1955, pp. 20 s.; I ribelli dell’Europeo. Il giornale romano di Enrico Rossetti, in Cinema nuovo, VII, n. 129, 15 aprile 1958, p. 231; M.A. Frabotta, L’Italia e il mondo nella dimensione degli anni Cinquanta: i cinegiornali Incom, in L’Italia e la politica di potenza in Europa (1950-1960), a cura di E. Di Nolfo - R.H. Rainero - B. Vigezzi, Milano 1992, pp. 371-389; Id., Il cammino dei cinegiornali italiani nel paese e in Europa, in Identità italiana e identità europea nel cinema italiano dal 1945 al miracolo economico, a cura di G.P. Brunetta, Torino 1996, pp. 173-191; Testimonianza:Domenico Paolella (regista), in M. Giordano, Giganti buoni. Da Ercole a Piedone (e oltre) il mito dell’uomo forte nel cinema italiano, Roma 1998, pp. 51-55; Cinema italiano 1930-1995. Le imprese di produzione, a cura di A. Bernardini, Roma 2000, pp. 64, 222 s., 315, 319, 382; La Settimana Incom. Cinegiornali e informazione negli anni ’50, a cura di A. Sainati, Torino 2001; P. Frandini, Il teatro della memoria. Giacomo Debenedetti dalle opere e i documenti, Lecce 2001, pp. 225-240; P. Cacciani, III. I film d’animazione nell’Archivio storico Luce, in Viaggi nell’animazione. Interventi e testimonianze da Emile Reynaud a Second Life, a cura di M. Tortora, Latina 2008, pp. 77 s.; D. Paolella, Dentro la guerra, in L’avven-turosa storia del cinema italiano.Da La canzone dell’amore a Senza pietà, a cura di F. Faldini - G. Fofi, I, Bologna 2009, pp. 124 s.; G. Mazzarelli, L’Italia del secondo dopoguerra attraverso i cinegiornali della Settimana Incom (1946-1948), Tesi di dottorato di Storia moderna e contemporanea, Università degli studi di Cagliari, a.a. 2009-10; D. Paolella, Foglia di fico per il cronista, in L’avven-turosa storia del cinema italiano. Da Ladri di biciclette a La grande guerra, a cura di F. Faldini - G. Fofi, II, Bologna 2011, pp. 49 s.

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