SAN BENEDETTO del Tronto

Enciclopedia Italiana (1936)

SAN BENEDETTO del Tronto (A. T., 24-25-26 bis)

Ettore Ricci

Paese e comune delle Marche in provincia di Ascoli Piceno; il nucleo urbano a 5 m. s. m. è tra il Tesino e il Tronto; immediatamente a sud di esso sfocia il torrente Albula. Sono da presso vestigia romane, ma le notizie sicure del luogo risalgono solo ai primi secoli dell'era cristiana, allorché sorse probabilmente un antico chiostro benedettino, cinto poi di mura (la Rocca di S. Benedetto) a difesa dai Saraceni; acquistata importanza nel sec. XII restò deserto per la peste del 1478, ma nel 1491 Fermo, che vi aveva giurisdizione, ripopolò il terreno con enfiteusi concesse a profughi d'Imola. La costituzione del luogo a comune risale soltanto al Regno Italico, durante il quale la popolazione ammontava a 3348 ab. (censimento del 1812). Data la tenuità del territorio (kmq. 13,72), pressoché la totalità della popolazione è agglomerata nel vasto nucleo urbano, costituito topograficamente di due parti: il Castello, disposto sull'alto e sulla pendice di un gradino pliocenico e quaternario, con carattere medievale nelle sue solide case in cotto, nelle strette vie irradianti dalla Piazza della Rocca o Belvedere (25 m. s. m), sovrastata dalla caratteristica torre trecentesca, a sezione esagona; la Marina, con carattere modernissimo, disposta con l'edifizio comunale, le larghe vie ricche di palme e gli eleganti edifici ai lati dell'Aprutina, la grande strada litoranea. Il territorio comunale è costituito di arenili, piane litoranee e deltali, collinette subappenniniche, con quote estreme di m. 0 e m. 280. Il suolo agricolo, di ha. 1199, è fertilissimo e intensivamente coltivato a cereali, viti, ulivi, gelsi, ortaglie, agrumi; notevole è l'allevamento del bestiame e dei bachi da seta.

La popolazione che, nel censimento pontificio del 1853, risultava di 5735 ab., saliva nel 1881 a 6897, nel 1901 a 909, nel 1911 a 10.438, nel 1921 a 11.291, nel 1931 a 13.685, con l'elevata densità di 997 ab. per kmq. Notevole, in passato, l'emigrazione per l'Argentina.

Industrie principali sono quella, unicamente femminile, delle reti da pesca, dei tessuti di tela o di lana; dei cordami di canapa per la marina, già con notevole esportazione nell'Africa mediterranea e nel Levante; delle piccole navi (carpenteria); della distillazione alcoolica, ecc. L'esportazione di frutta e ortaggi si aggira sui 60.000 quintali annui. Ma l'industria principale è quella della pesca, alla quale è rivolto un potente e moderno naviglio peschereccio costituito di: 9 piro-pescherecci (tonn. 1912); 56 moto-pescherecci (tonn. 2880); e 40 barche a vela (tonn. 280); per un totale di tonn. 5072. Il pesce sbarcato nel 1933 fu di quintali 49.255 e nel 1934 salì a 74.138 q. Occupa perciò il primo posto nel regno e vi è sorto, ora, il primo mercato dell'Italia per la vendita del pesce all'ingrosso, che occupa, con i suoi modernissimi impianti un'area di circa 7000 mq.

Oltre alla stazione ferroviaria sulla linea litoranea adriatica, nel territorio è pure la stazione di Porto d'Ascoli, donde si staccca il un'area tronco che risale la valle del Tronto.

F. Bruti Liberati, La prima lettera su S. Benedetto d'Ascoli, Ripatransone 1845; id., Sul castello di S. Benedetto, in Mem., II, ivi 1846; id., Sul comune di S. Benedetto d'Ascoli, ibid., III, ivi 1846; id., ibid., ibid., V, ivi 1853; id., ibid., ibid., VI ivi 1854; id., ibid., ibid., VII, ivi 1856. Per la pesca vedi in Bollett. di pesca, di piscicoltura, ecc. IX (1933); id., ibid., X (1934).