MANNIRONI, Salvatore

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 69 (2007)

MANNIRONI, Salvatore

Mario Casella

Nacque a Nuoro il 10 dic. 1901, da Domenico e da Maria Antonia Lutzu, in una famiglia di piccoli allevatori; sulla sua prima formazione ebbero un'importanza fondamentale la madre e lo zio sacerdote, il canonico Pasquale Lutzu, da cui fu avviato agli studi.

Frequentò le scuole dapprima a Nuoro e poi a Cagliari e, dagli anni del liceo, partecipò attivamente alla vita dell'Azione cattolica sotto la guida di E.M. Piovella. Nell'autunno del 1918 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a Pisa, dove ebbe inizio l'attività politica del M. con la partecipazione, nel 1919 a fianco di G. Gronchi, alla campagna elettorale del neocostituito Partito popolare italiano (PPI) in vista delle elezioni che si sarebbero svolte nel novembre di quell'anno. In Sardegna, con l'aiuto di un piccolo gruppo di militanti cattolici e popolari, fondò la sezione nuorese del PPI e dette vita al giornale L'Avvenire di Nuoro.

Secondo una linea di azione caratteristica dei settori giovanili cattolici più impegnati, il M. "ribadisce costantemente la pregiudiziale culturale, ideologica e religiosa da cui fa derivare l'impegno politico nel PPI; riafferma l'autonomia del partito dalla gerarchia ecclesiastica; sottolinea la peculiare caratterizzazione ideologica e programmatica del PPI rispetto alle altre forze politiche" (Atzeni, S.M. e il Partito popolare, pp. 300 s.).

Rientrato stabilmente nell'isola dopo la laurea (10 dic. 1922), il M., ispirandosi alla "linea Sturzo", prese netta posizione contro l'equivoco clerico-fascista e si batté perché il PPI si svincolasse dalla collaborazione con il governo Mussolini, mostrandosi apertamente favorevole a un'alleanza parlamentare tra socialisti e popolari.

In occasione del congresso nazionale della Gioventù cattolica, tenuto a Roma nel settembre 1922, il M. aveva conosciuto il conterraneo A. Espis e, con lui e altri giovani sardi, aveva definito le linee di azione per resistere all'avanzata del fascismo "operando attraverso i circoli di Azione cattolica e le sezioni del Partito popolare" (cfr. Commemorazione…, p. 442), messe poi in pratica con un gruppo di amici tra cui R. Branca, E. Fenu e A. Segni, servendosi anche di giornali e riviste locali e nazionali (Ortobene di Nuoro, Libertà di Sassari, L'Avvenire di Nuoro, Gioventù italica e altri).

Allora e in seguito il M., mentre avversava il fascismo denunciandone i soprusi, contestualmente si batté contro quei cattolici i quali "troppo spesso bruciano incenso ad altri idoli" (così lo stesso M. nel 1933 in una conferenza su V. Necchi: cfr. Bellu, 1982, p. 328). Parallelamente all'azione politica, il M. svolse un'intensa attività nel campo della professione forense e in quello dell'apostolato cattolico.

Esercitò la professione di avvocato con riconosciuta competenza e, come dirigente di Azione cattolica (fu, dal 1925, delegato regionale della Gioventù cattolica e successivamente presidente diocesano degli Uomini cattolici di Nuoro), collaborò attivamente all'azione pastorale dei presuli che negli anni Venti e Trenta si susseguirono sulla cattedra vescovile di Nuoro, animò i congressi locali e partecipò a quelli nazionali, fondando nel Nuorese e nel resto della Sardegna numerosi circoli.

Scoppiata la guerra, come noto e irriducibile oppositore del regime, il M. fu preso in considerazione dai fuorusciti sardi vicini a E. Lussu, quando questi tra il 1941 e il 1942 progettarono uno sbarco in Sardegna al fine di dare inizio a un'insurrezione antifascista.

In un documento inviato da D. Giacobbe a Lussu, nell'ottobre 1941 da Boston, si parla del M. come di "un giovane quadrato, semmai ce n'è stati, il capo dell'Azione cattolica in Sardegna, cugino di mia moglie, sardo di quelli antichi" (cfr. Brigaglia, p. 251).

Nel gennaio 1943 il M., insieme con il fratello Cosimo e il veterinario E. Delogu, fu arrestato e quindi trasferito successivamente nelle carceri di Cagliari, Oristano e Roma e, infine, inviato al confino a Isernia. Tornato in libertà dopo l'8 settembre, rimase bloccato a Isernia per un violento bombardamento americano e solo nel successivo dicembre poté rientrare in Sardegna.

Tra i fondatori della Democrazia cristiana (DC) in Sardegna, il M. fu eletto dapprima segretario provinciale, poi delegato regionale del partito e partecipò attivamente alla vita politico-amministrativa sarda in qualità di membro della giunta provinciale di Nuoro (1944-46) e componente della prima Consulta regionale sarda (1945); fu anche presidente della Camera di commercio di Nuoro (1945-53).

Nel 1946, in vista delle elezioni per la Costituente, il M. - candidato nelle liste democristiane - organizzò a Nuoro una settimana di studi sociali, alla quale parteciparono, come relatori, G. Dossetti, G. Lazzati e G. La Pira. Eletto, fu chiamato a far parte della commissione dei 75. Contribuì anche all'elaborazione dello statuto regionale della Sardegna e dei disegni di legge concernenti le elezioni politiche e l'amministrazione comunale e provinciale; contemporaneamente svolse una intensa attività giornalistica per spiegare il senso del suo impegno parlamentare e della sua proposta politica.

In particolare si espresse in favore dell'istituzione dell'ente Regione in quanto riforma "sostanziale e importantissima […]. Non si tratta infatti di procedere solo a un semplice decentramento […]. La riforma tende invece a sottrarre allo Stato centralizzato talune funzioni che saranno attribuite alle Regioni, riconosciute dalla Costituzione come persona giuridica territoriale di diritto pubblico" (Ortobene, 25 ag. 1946, cit. in Atzeni, 2005, p. 371). Della costituzione appena entrata in vigore si ritenne soddisfatto non solo come italiano ma anche in quanto cattolico, dal momento che "la nuova legge fondamentale consacra indubbiamente molti principii della scuola sociale cristiana, sostenuti ed affermati dai deputati della Democrazia cristiana" (ibid., p. 376).

Il 18 apr. 1948 fu eletto deputato, carica in cui fu confermato fino al 1968. Numerosi furono gli incarichi parlamentari e governativi affidatigli dal gennaio 1954.

Fu membro della commissione Finanze e Tesoro, della commissione di vigilanza sulle radiodiffusioni, della giunta per le autorizzazioni a procedere e della giunta trattati. Fu inoltre sottosegretario ai Trasporti (dal gennaio 1954 al luglio 1958 e dal dicembre 1963 al febbraio 1966); alle Finanze (dal luglio 1958 al febbraio 1959); all'Agricoltura (dal febbraio 1959 al marzo 1960); al Lavoro e Previdenza sociale (dal marzo al luglio 1960); alla Marina mercantile (dal luglio 1960 al febbraio 1962); al dicastero di Grazia e Giustizia (dal febbraio 1962 al giugno 1963).

Nel 1968 fu eletto al Senato, dove pure ricoprì diversi incarichi.

Membro della giunta delle elezioni, della commissione Giustizia, della giunta consultiva per gli affari delle Comunità europee, e segretario della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia. Fu inoltre nuovamente sottosegretario alla Marina mercantile dall'agosto 1969 al marzo 1970; dal 27 marzo fino alla morte fu ministro dello stesso dicastero.

Il M. morì a Nuoro il 7 apr. 1971.

Il M. fu "portavoce, nel quadro degli interessi nazionali, dei problemi e delle aspirazioni della gente della sua isola: il problema della Sardegna era per lui un problema italiano. Per questo [diede] il suo sostegno al decentramento dello Stato per dare vita alle autonomie locali, al Piano di rinascita, ad alcune leggi agricole, all'opera di bonifica e riforma agraria, per una agricoltura moderna ed una pastorizia con tecnologie avanzate, integrate da un razionale processo di industrializzazione" (Bellu, 1982, p. 329).

Del M. vedi: Prospettive di sviluppo della Provincia di Nuoro. Studi raccolti da Salvatore Mannironi, Nuoro 1962; Lettere a Fannìa, a cura di M. Scotti - G. Mannironi Lubrano, Roma 1990.

Fonti e Bibl.: L'archivio di famiglia è conservato a Nuoro e a Roma presso le figlie Maria e Grazia; documentazione sul M. è conservata nell'archivio dell'Azione cattolica italiana (Presidenza generale e Gioventù cattolica) presso l'Istituto per la storia dell'Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI in Roma. Roma, Istituto Luigi Sturzo, Archivio storico, Democrazia cristiana, Congressi nazionali, b. 18, f. 12: Libro verbali 2/a, pp. 297-307; Atti e documenti della DC (1943-1967), Roma 1968, ad ind.; O. Alberti, Una vita per il bene: S. M., in L'Osservatore romano, 9-10 ott. 1972; P. Pinna, Ricordo di S. M., in Il Popolo, 6 apr. 1973; S. Satta, A due anni dalla morte di S. M., in La Nuova Sardegna, 6 apr. 1973; G. Baget Bozzo, Il partito cristiano al potere. La DC di De Gasperi e di Dossetti. 1945-1954, Firenze 1974, pp. 124, 189; M. Brigaglia, Emilio Lussu e "Giustizia e libertà", Cagliari 1976, pp. 251, 253; N. Guiso, Dieci anni fa la scomparsa di M., in Il Popolo, 7 apr. 1981; P. Pinto, Attualità dell'opera di M. a dieci anni dalla scomparsa, ibid., 7 maggio 1981; Commemorazione di S. M., in Annali della Facoltà di scienze politiche dell'Università di Cagliari, a.a. 1979-80, Cagliari 1981, pp. 417-459; P. Bellu, M., S., in Diz. stor. del Movimento cattolico in Italia (1860-1980), II, I protagonisti, Casale Monferrato 1982, pp. 327-330; T. Orrù, S. M. pubblicista e parlamentare. Contributo ad una bibliografia, in Boll. bibliografico della Sardegna, I (1984), 1-2, pp. 12-25; 3, pp. 10-14; F. Atzeni, La stampa cattolica e popolare sarda dalla fine dell'età giolittiana al fascismo, in Sociologia, n.s., XXI (1987), 1-3, pp. 442, 445, 447; P. Bellu, La nascita della DC in Sardegna (1943-1944), in Storia della Democrazia cristiana, a cura di F. Malgeri, III, Gli anni di transizione: da Fanfani a Moro (1954-1962), Roma 1988, pp. 422 s.; M. Scotti, Profilo biografico, in S. Mannironi, Lettere a Fannìa, cit., pp. 259-273; F. Fresu, La Democrazia cristiana in Sardegna dalla caduta del fascismo all'autonomia regionale, Cagliari 1991, ad ind.; M. Cardia, La nascita della Regione autonoma della Sardegna (1943-1948), Milano 1992, ad ind.; F. Atzeni, L'Azione cattolica in Sardegna dal 1871 agli anni Settanta, in I 120 anni dell'Azione cattolica in Sardegna. Atti del Convegno di studio…, Cagliari… 1992, Roma 1995, pp. 81, 85; Id., S. M. e il Partito popolare, in Arch. stor. sardo, XXXVIII (1995), pp. 300-304, 307 s.; G. Rombi, La cultura cattolica e la DC in Sardegna, Sassari 1995, ad ind.; Le origini dello Statuto speciale per la Sardegna. I testi, i documenti, i dibattiti, a cura di R. Cardia, Sassari 1995, ad ind.; P. Bellu, Le origini della Democrazia cristiana in Sardegna (1943-1944), Torino 1996, ad ind.; F. Atzeni, Chiesa e cattolici in Sardegna (1940-1945), in La Chiesa nel Sud tra guerra e rinascita democratica, Atti del Seminario…, Salerno 1995, a cura di R.P. Violi, Bologna 1997, pp. 114, 123 s., 126; S. Ruju, Società, economia, politica dal secondo dopoguerra a oggi (1944-1998), in Storia d'Italia (Einaudi), Le regioni dall'Unità a oggi, La Sardegna, a cura di L. Berlinguer - A. Mattone, Torino 1998, ad ind.; F. Atzeni, Chiesa, cattolici sardi e dibattito politico durante la Costituente, Cagliari 2001, ad ind.; D. Preda, A. De Gasperi federalista europeo, Bologna 2004, pp. 406, 477; F. Atzeni, Chiesa, cattolici sardi e dibattito politico durante la Costituente, in Chiesa e Azione cattolica alle origini della costituzione repubblicana, a cura di F. Malgeri - E. Preziosi, Roma 2005, ad indicem.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE
TAG

Azione cattolica italiana

Partito popolare italiano

Democrazia cristiana

Giustizia e libertà

Industrializzazione