SALI

Enciclopedia Italiana (1936)

SALI

Umberto SBORGI
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. Si indicano con questo nome i composti che si originano dalla reazione degli acidi con le basi, con eliminazione di acqua, proveniente dall'unione dell'idrogeno dell'acido con l'ossidrile della base. Per es.:

Si possono formare anche per addizione di un ossido basico a un'anidride: CaO + SO3 = CaSO4, o anche, per sostituzione dell'idrogeno di un acido con un metallo: Zn + H2SO4 = ZnSO4 + H2. Poiché esistono acidi senza ossigeno (idracidi), e acidi ossigenati, si hanno sali senza ossigeno, es. NaCl, il sale per antonomasia, conosciuto come tale anche nel parlare comune, e sali ossigenati: es. KNO3.

La prima definizione di sale come una sostanza risultante dall'unione di un acido con un alcali fu data da J. B. van Helmont e meglio da O. Tachenius nel sec. XVII; François Rouelle, maestro di Lavoisier e Proust, nel 1745 la precisò, distinguendo anche sali neutri, sali acidi e sali basici. Prima di questo periodo si conoscevano praticamente varî degli attuali sali, che si trovano ricordati fino dal tempo di Plinio, per esempio l'allume e altri solfati, ma si era ben lungi da avere su di essi qualsiasi concetto generale: nel periodo alchimistico si dava il nome generico di sali alle più svariate sostanze dotate della caratteristica comune di essere solubili. D'altronde anche il Rouelle, pure stabilendo la definizione indicata sopra per i sali alcalini, non si liberò dall'idea che i sali degli altri metalli fossero formati da acido unito al metallo; fu S. O. Bergman, verso il 1770, che mise bene in chiaro come fosse invece la "calce metallica", cioè l'ossido basico, quello unito, a dare il sale, con l'ossido acido.

Precisato questo, ulteriori vedute sulla costituzione dei sali furono quelle chimico-fisiche, derivanti dalla teoria elettrochimica di J. J. Berzelius (1819), che considerò i sali come formati per legame tra l'ossido acido, elettronegativo, e l'ossido basico, elettropositivo, sicché egli scriveva la formula di essi, come del resto di tutti gli altri composti chimici, in modo dualistico: per es.,

(solfato di bario),

(carbonato di zinco). Attualmente di queste idee del Berzelius è rimasto il concetto della costituzione eteropolare dei sali, ma quanto alla loro scissione in parti cariche di elettricità, sappiamo dalla teoria della dissociazione elettrolitica di S. Arrhenius (1887) che essi in soluzione si scindono in metalloione positivo (catione) e residuo acido negativo (anione). Così da NaCl si ha Na+ + Cl-, da CuSO4 si ha Cu++ + SO4--. È stato dimostrato ora che questa costituzione ionica preesiste nel cristallo.

L'unione dell'ossido o dell'idrato basico con quello acido porta alla neutralità stechiometrica quando si prende un ugual numero di equivalenti di acido e di base: ciò si chiama appunto neutralizzazione. E neutri, stechiometricamente, sono i sali così formati. Esempio NaCI, KNO3, CuSO4, formati il primo da un equivalente di NaOH e uno di HCl; il secondo da un equivalente di KOH e uno di HNO3; il terzo da due equivalenti di base (CuO) e 2 di acido (H2SO4). Se il sale contiene un numero di equivalenti di acido superiore agli equivalenti di base, si ha un sale acido; così da 1NaOH (1 equivalente) con 1H2SO4 (2 equivalenti) si ha NaHSO4. La cosa si può esprimere anche dicendo che nei sali acidi si hanno atomi d'idrogeno dell'acido non sostituiti dal metallo. Inversamente si dice sale basico quello in cui gli equivalenti di base superano gli equivalenti di acido, o quelli in cui alcuni ossidrili della base non sono stati sostituiti dal residuo acido. Così

è un nitrato basico di bismuto. Quando si ha un sale stechiometricamente neutro si può avere anche neutralità agl'indicatori: ciò accade quando il sale è formato da un acido forte con una base forte: ma se uno almeno dei due costituenti è debole, interviene il fenomeno della idrolisi (v., XVIII, p. 747), e il sale, benché stechiometricamente neutro, reagisce acido o alcalino agl'indicatori.

I sali si indicano con la desinenza uro, sostituita a quella idrico dell'acido per i sali degl'idracidi detti sali aloidi; cosi NaCl è cloruro di sodio; KI, ioduro di potassio; CaS, solfuro di calcio. Per i sali degli acidi ossigenati, la desinenza ico dell'acido dà luogo a quella ato per il sale, quella oso a quella ito, ecc. Così Na2SO4 è solfato di sodio, KNO2 è nitrito di potassio, ecc. I sali acidi si indicano talvolta col prefisso bi: NaHSO4 è bisolfato di potassio o solfato acido di potassio. I sali possono essere anidri o idratati: così si ha Na2CO3 carbonato di sodio anidro, e Na2CO3•10H2O carbonato (deca)idrato di sodio. I sali nei quali i varî idrogeni di un acido sono sostituiti da metalli diversi - o inversamente - si chiamano misti; es. NH4NaHPO4 (fosfato sodico-ammonico).

Due o più sali si possono unire a dare composti molecolari. Se questi, in soluzione, presentano le reazioni di tutti gli ioni dei sali componenti, si ha un sale doppio: così si hanno i cristalli di allume potassico formati da Al2 (SO4)3•K2SO4•24H2O, che in soluzione presentano la reazione di Al+++, K+, SO4--: perciò l'allume è un sale doppio. Se invece l'aggruppamento dei sali non dà più in soluzione le reazioni, o almeno non tutte le reazioni di taluno degli ioni dei sali costituenti, il sale si chiama complesso, e lo ione di cui è scomparsa la reazione è andato a costituire l'anione o il catione complesso. Così K4Fe(CN)6 risulta da 4KCN + Fe(CN)2, ma in soluzione si dissocia in 4K+ e Fe(CN)6----, e non si hanno più le reazioni dello ione ferro che è entrato a costituire l'anione complesso Fe(CN)6----. Tali complessi possono essere più o meno perfetti: la loro costituzione trova spiegazione nella teoria della coordinazione di Werner.

Farmacologia. - La Farmacopea ufficiale italiana (1929) con il termine "sale" registra le forme seguenti: il sale amaro o sale inglese o sale di Epsom o solfato di magnesio (magnesium sulfuricum, MgSO4•7H2O); il sale comune o sale marino o salgemma o cloruro di sodio (natrium chloratum, Na Cl); il sale di Saturno o acetato di piombo neutro (plumbum aceticum, Pb[C2H3O2]2•3H2O); il solfato di sodio o sale mirabile di Glauber (natrium sulfuricum, Na2SO4•10H2O); il sale di Seignette o tartrato sodico-potassico (tartarus natronatus, COOK•CHOH−CHOH•COO•Na•4H2O).