Sacra corona unita

Lessico del XXI Secolo (2013)

Sacra corona unita


Sacra coróna unita. – Insieme di clan mafiosi e consorterie criminali radicato in Puglia. È l'ultima associazione di stampo mafioso sorta in Italia (ragione per cui è anche definita quarta mafia). Nasce come costola autonoma della 'ndrangheta all'interno del carcere di Trani la notte di Natale del 1981, per volontà del suo fondatore Giuseppe Rogoli, originario di Mesagne (Br), che sta scontando tre condanne all'ergastolo. Traffico di migranti, racket della prostituzione, contrabbando di armi e sigarette contraddistinguono l'attività dei gruppi pugliesi, in ragione soprattutto della vicinanza geopolitica con gli stati balcanici travolti da guerre civili e crisi economico-strutturali (ex Iugoslavia, Albania, Grecia). È negli anni Novanta, infatti, che la Sacra corona unita compie il salto di qualità e accresce la propria potenza anche oltre i confini regionali. Nel marzo del 2000, durante l'inseguimento di un'automobile blindata carica di tabacchi, due finanzieri vengono brutalmente uccisi dai contrabbandieri a bordo del mezzo: quel momento segna l'avvio di una controffensiva giudiziaria che, anche grazie al fenomeno dei collaboratori di giustizia, scardinerà i principali assetti dell'organizzazione, senza però azzerarli. La Sacra corona unita attualmente mantiene una struttura di tipo clanico, frammentata, simile alla camorra, che la rende flessibile e dotata di forti capacità di adattamento alle trasformazioni. Negli ultimi anni, attraverso l'usura e il racket delle estorsioni, con l'intento di espansione e infiltrazione nell'economia sana, sta cercando referenti nel gioco d'azzardo e nella gestione delle gare di assegnazione di appalti pubblici. Di recente è emerso come essa stia cercando di infiltrarsi nel mondo calcistico attraverso la sponsorizzazione delle squadre locali e il fenomeno del cosiddetto calcio-scommesse. Ha anche stretto sodalizi con le organizzazioni mafiose serbo-montenegrine, kosovare, albanesi e turche per la gestione del traffico di stupefacenti (eroina, marijuana e cocaina) e funge da intermediario tra queste ultime e le mafie locali italiane. Dal 2010 si assiste a una preoccupante recrudescenza della violenza che potrebbe significare una riorganizzazione delle famiglie mafiose private dei loro capi, catturati e incarcerati, o falcidiate da passaggi ad altri clan e dalle collaborazioni con la giustizia.

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