Rutenia

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(lat. Ruthenia) Nome medievale della Russia kieviana, ripreso dalla monarchia austroungarica per designare il territorio carpatico di NE popolato da Ucraini e diviso tra Ungheria, Galizia e Bucovina. In seguito indicò (fino al 1945) la provincia più orientale della Cecoslovacchia (R. Carpatica o Russia Subcarpatica).

Con il termine Ruteni la curia romana e la corte di Polonia designavano le popolazioni slave cristiane di rito bizantino residenti a occidente della linea Dvina-Dnepr e facenti parte dello Stato polacco-lituano; dalla fine del Settecento, e per quasi due secoli, per Ruteni si intesero i cattolici uniti di rito orientale, abitanti nelle medesime regioni (detti ora Ucraini). Storicamente i Ruteni hanno oscillato fra l’adesione al patriarcato di Costantinopoli o a quello di Mosca e la parziale unione con Roma. L’unione con Roma fu proclamata a Brest-Litovsk nel 1596; fra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento vi aderirono altre comunità della Polonia-Lituania. In Russia le pressioni per il ritorno allo scisma dei Ruteni rimasti culminarono, con Nicola I, nel 1839 con la distruzione della Chiesa unita e l’assorbimento degli uniati nella Chiesa ortodossa. Ampia libertà di sviluppo ebbero invece i R. della Polonia soggetta all’Austria e quelli della Russia Subcarpatica. Dopo la Seconda guerra mondiale, con l’annessione di tutta l’Ucraina occidentale (compresa la Russia Subcarpatica) all’URSS, attraverso arresti, deportazioni e persecuzioni i Ruteni uniti furono costretti a passare sotto il patriarcato di Mosca (1946), mentre rimasero cattoliche le comunità della diaspora rutena, iniziata già nel 19° secolo. Nel 1963 le autorità sovietiche liberarono e costrinsero a lasciare il paese il metropolita di Leopoli J. Slipyi, ma solo dopo il 1989, in seguito a difficili trattative, i cattolici ucraini (il nome di Ruteni è in uso ora solo per alcune comunità della diaspora che costituiscono una Chiesa cattolica distinta) hanno potuto riacquistare la libertà e nel 1991 è stata riorganizzata in patria la loro gerarchia.

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