RUSTICO

Enciclopedia Italiana (1936)

RUSTICO

Guglielmo De Angelis d'Ossat

. Architettura. - Aggettivo che, nel linguaggio tecnico delle costruzioni, può definire opere, o parte di queste, non rifinite secondo le comuni regole d'arte e che viene quindi spesso contrapposto ai termini di civile, levigato, ecc.; in tal senso vanno intese le locuzioni di facciata e casa rustica, di muro ed intonaco rustico, ecc. Questi elementi costruttivi si rintracciano anche in edifici che, ispirati a criterî di praticità e di agreste semplicità, risultano spesso gustosi ed intonati all'ambiente naturale nel quale sorgono, venendo così compresi nelle espressioni di una vera e propria architettura rustica (v. rustica, architettura).

Per rustico s'intende anche uno speciale sistema di decorazione architettonica formato con materiali ai quali è stato lasciato, o opportunamente conferito, un rozzo carattere naturale, come bugne a bozze, stalattiti, conchiglie, massi disposti a scogliera, ecc. (fr. rocaille, rocaillage; sp. conchas; ted. Grottenwerk; ingl. little stones).

L'architettura italiana ha creato questo tipo decorativo nel Rinascimento, in relazione alle tendenze artistiche quattrocentesche di osservazione e di riproduzione della natura e riallacciandosi ad antichi esempî della romanità classica (v. bugnato), quali quelli notissimi di Porta Maggiore e del Claudium a Roma. Fra i trattatisti, L. B. Alberti già consiglia d'impiegare il rustico - che egli chiama ronchioso - nell'ornamentazione delle fontane; in questo uso infatti esso abbraccia ben presto le decorazioni a grottesco, i pannelli musivi a grosse tessere, i rivestimenti formati con ghiaie variopinte e con quelle pietre spugnose, che venivano chiamate tartari. Tutta questa libertà decorativa - però limitata e costretta alle fontane e alle nicchie - era da principio inquadrata e racchiusa da appropriati elementi architettonici; verso la metà del sec. XVI, con l'evolversi dello stile, il carattere rustico s'insinua anche in questi, con decorazioni fantastiche e bizzarre, e vi si sovrappone con l'intercalarsi delle bugne al sistema architettonico.

Le applicazioni del rustico si può dire che a questo punto si sdoppino: da un lato la tendenza decorativa, originata nelle fontane si estende nei giardini all'italiana e si complica in ninfei e grotte, dando infine origine alla scogliera (v.); dall'altro la combinazione delle bugne e degli elementi rustici con gli ordini architettonici, soprattutto con il toscano, dà luogo a più vaste applicazioni di quel sistema decorativo che è stato chiamato "ordine rustico" e che s'inizia con le opere dell'Ammannati e del Vignola. Il suo rude carattere decorativo lo ha fatto applicare non solo in costruzioni extraurbane e villerecce, ma anche in edifici a carattere militare o nettamente utilitaristico (porte di città, fortezze, magazzini, costruzioni portuali, ecc.) ed ha in particolare decorato i portoni e le zone basamentali degli edifici continuando così una tradizione del primo Rinascìmento. L'ordine rustico, per il suo carattere pittoresco, è sfuggito alla regolamentazione dei trattatisti (Serlio, Vignola, ecc.), che però ne hanno pubblicati gli esempî più notevoli.

Gli architetti italiani del Cinquecento hanno portato all'estero, e specialmente in Francia, la decorazione a carattere rustico che, dal castello di Fontainebleau, si è irradiata ed è stata assimilata rapidamente (Fontana dei Medici nel giardino di Lussemburgo a Parigi, del Debrosse), creando il cosiddetto stile "rocaille".

Bibl.: L.B. Alberti, L'architettura, Firenze 1550; G. Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architetti, Firenze 1568; S. Serlio, Tutte le opere di architettura, Venezia 1584; O. Perucci, Porte di architettura rustica, Ferrara 1634; Quatremère de Quincy, Dizionario storico di architettura, trad. ital., Mantova 1842; F. Milizia, Principi di architettura civile, 3ª ed., Milano 1853.