RUSSIA BIANCA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

RUSSIA BIANCA (XXX, p. 336)

Giuseppe CARACI
Angelo Maria RIPELLINO

BIANCA Secondo il censimento generale della popolazione effettuato nell'URSS il 17 gennaio 1939, la Russia Bianca, entro i confini del 1926 (vale a dire sopra una superficie di 126,8 mila kmq.), contava 5.567.976 ab. (44 per kmq.), dei quali il 25% rappresentato da ucraini (contro il 17% nel 1926). La popolazione rurale passava, nel periodo 1926-39, da 4.135.000 a 4.195.000 (aumento dell'i %). I maggiori centri abitati hanno segnato tutti forti aumenti di popolazione: Minsk è salita da 131.803 a 238.772 (aumento del 181,2%), Vitebsk da 98.857 a 167.424 (169,4%), Gomel′ da 86.409 a 144.169 (166,8%), Mogilev da 50.222 a 99.440 (198%), Bobrujsk da 51.296 a 84.107 (164%).

Nel settembre 1939 le truppe russe occuparono, durante il conflitto tedesco-polacco, tutto il territorio polacco ad oriente dei fiumi Narew e Bug, ed il 28 dello stesso mese concordarono la spartizione della Polonia (v. polonia, urss, in questa App.). Della parte toccata all'URSS vennero incorporati nella Russia Bianca, il 2 ottobre 1939, i territorî a settentrione del bacino superiore del Pripjat' (Paludi di Rokitno), corrispondente in sostanza agli ex-governatorati di Minsk, Grodno e Vilna, tranne di una zona attorno a quest'ultima città (6656 kmq. con 458.000 ab.), che fu ceduta alla Lituania.

Il confine occidentale della Russia Bianca venne quindi spostato verso O. fino al corso del Bug da Włodava a Malkinia (a S. di Ostrów), donde passava nel bacino del Narew per raggiungere a N. di Grodno la frontiera lituano-polacca, anch'essa poi in più tratti modificata (il saliente di Suwałki passava alla Germania). La Russia Bianca si trovn̄ cosị accresciuta di 101.148 kmq., sui quali vivevano circa 3.809.000 ab.; la sua estensione saliva cosị a 226.948 kmq. e la sua popolazione a circa 9.248.400 ab. (41 per kmq.). Nel luglio 1941 le truppe tedesche invadevano ed occupavano la regione, che il 17 novembre successivo era incorporata nel commissariato dell'Ostland, eccettuatone l'ex-voivodato di Białystok (26.600 kmq. con 1.346.000 ab.), passato alle dirette dipendenze del Reich.

Nel giugno-luglio 1944 le truppe sovietiche ponevano fine all'occupazione germanica e la repubblica bielorussa veniva ricostituita entro i limiti del 1940, che conservava fino al 16 agosto del 1945, quando il governo sovietico, rettificando la frontiera del 1940, cedeva alla nuova Polonia una piccola striscia del territorio fra i fiumi Niemen e Bug, comprendente Suwałki e Białystok, ma con esclusione di Grodno (11.000 kmq. circa, con intorno a 600.000 ab.). L'attuale Repubblica sovietica biancorussa misura dunque 215.000 kmq. (secondo cifre ufficiali sovietiche 207.600 kmq.) con circa 9.400.000 ab. nell'ottobre 1945 e 10.400.000 (48 per kmq.) nel 1948.

La nuova frontiera con la Polonia lascia il corso del Bug presso Niemirów (a NO. di Brześć) si porta a Białowieża e di qui con tracciato rettilineo, senza alcun riguardo alla topografia o all'idrografia, raggiunge le vicinanze di Grodno, dove si salda al confine lituano-polacco. Anche la frontiera con la Lituania rettifica, semplificandola, la linea divisoria fissata nel novembre del 1939. Amministrativamente la Russia Bianca si divide in 12 oblasti, delle quali 11 prendono nome dal rispettivo capoluogo: Bobrujsk, Gomel′, Minsk, Mogilev, Polotsk, Vitebsk (vecchia Russia Bianca), Baronoviči (Baranowicze in polacco), Brest (Brześć), Grodno, Molodečno (Małodeczno) e Pinsk, queste ultime cinque spettanti alla zona ex-polacca di recente annessione. L'oblast′ della Polessia ha come capoluogo Mozyr, sul Pripjat′, entro la vecchia frontiera.

L'ingrandimento del territorio non ha prodotto nella struttura economica del paese mutamenti profondi: la Russia Bianca resta in sostanza un paese agricolo, la cui evoluzione industriale è limitata dalla sua vocazione naturale, ma stimolata in pari tempo dalla sua funzione di transito (in più direzioni) e dal contatto con l'estero. La cresciuta cifra (rispetto alla vecchia Russia Bianca) della densità del popolamento indica che le nuove provincie hanno una potenzialità economica non inferiore al resto del paese. Ma gli eventi bellici del 1939-45 hanno annientato, praticamente, l'evoluzione compiuta tra le due grandi guerre dai territorî che ora compongono la Russia Bianca. Alla fine del 1947 oltre 6000 imprese industriali erano tuttavia rimesse in efficienza, ed anche la ricostituzione dei servizî pubblici poteva dirsi sostanzialmente compiuta.

Dopo il termine della guerra, in seguito ai grandi spostamenti di popolazione, resi obbligatorî dagli accordi di pace, i resti della popolazione polacca, sopravvissuti alla guerra, abbandonavano la Russia Bianca, per contribuire al ripopolamento delle regioni extedesche, incorporate alla Polonia. La Russia Bianca presenta quindi oggi - anche tenuto conto della strage di gran parte della popolazione ebraica - un aspetto etnograficamente molto compatto. Per le operazioni belliche, v. russia, in questa App.

Letteratura. - Durante la rivoluzione di ottobre la lingua biancorussa ricevette nuovo impulso, sorsero case editrici, centri di cultura ed un teatro nazionale. La poesia biancorussa socialistica cominciò con le raccolte di versi Zavirucha (La tempesta di neve) di Michas′ Čarot (1896) e Pesni Pracy i Zmagannja (Canti di lavoro e di lotta) di Tiška Gartnyj (1887). Su questi esempî si sviluppò la lirica dei giovani V. Dubovka (1900), Ales′ Dudar′ (1904), Michas′ Zareckij (1901), che rispecchia gli avvenimenti della vita sovietica. Il migliore di questi poeti komsomolcy è Andrej Aleksandrovič (1906), autore, tra l'altro, della raccolta di racconti Sutarenni (Cantine) e del poema Paustancy (Rivoltosi). Nella prosa eccelle Tiška Gartnyj con la trilogia Soki caliny (Gli umori delle terra vergine). La nuova letteratura biancorussa si ragguppò nei primi ann intorno alle tre riviste Uzvyšša (L'ascesa), Polymja (La fiamma), Maladnjak (Il bosco ceduo), la quale ultima fu organo di una tendenza molto attiva che aveva ramificazioni a Riga, Kovno, Praga. Tutto il trentennio sovietico è dominato dalle figure dei due poeti nazionali Jakub Kolas e Janka Kupała. Il primo (conosciuto anche come Taras Gušča) è autore del poema Novaja Zjamlja (La nuova terra), storia di un contadino che, già prima della rivoluzione di ottobre, cerca nuovi orizzonti, e dei racconti di Na prastorach zyccja (Sugli spazî della vita). Il secondo, che dopo la rivoluzione aveva cantato la fine della vecchia Polessia, esaltando, con un'arte vicina alle forme popolari, la ricostruzione sovietica, si è spento nel 1942.

Bibl.: M. Garecki, Gistoryia belaruskaj litaratury, Mensk 1926; Simon Druk, Etapy razvitija belorusskoj literatury, in Prostory, Minsk 1927; M. Piotuchovič, Narysi na gistoryi belaruskaj litaratury, Minsk 1931.

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