VIRCHOW, Rudolf

Enciclopedia Italiana (1937)

VIRCHOW, Rudolf

Gioacchino Sera

Patologo, antropologo, etnologo e archeologo tedesco, nato a Schivelbein in Pomerania nel 1821, morto a Berlino il 5 settembre 1902. Si laureò a Berlino nel 1843, sotto il decanato di J. Müller, che esercitò sugli studî del giovane la più grande influenza. Fatto presto assistente e prosettore alla Charité di Berlino, nel 1847 si abilitava alla libera docenza. Nel 1848, incaricato dal ministero d'un viaggio d'inchiesta per un'epidemia di tifo nella Slesia superiore, constatava le trascuranze del governo, non esitava a denunciarle e, nei moti del marzo 1848, apertamente manifestava le sue opinioni liberali, opinioni che mantenne sempre, nella sua vasta partecipazione alla vita pubblica della Germania. Destituito del suo ufficio, poco dopo, per i suoi meriti eccezionali, veniva nominato professore ordinario a Würzburg, dove rimase dal 1849 al 1856, iniziandovi la serie delle sue grandi indagini mediche. La grande risonanza di esse persuase il governo prussiano a richiamarlo a Berlino nel 1856, alla cattedra di anatomia patologica, che tenne fino alla morte. Fondò la patologia cellulare e portò il suo contributo in quasi tutti i campi della anatomia patologica, ma specialmente in quelli dell'infiammazione, dei tumori, dell'embolia, della metastasi, della tubercolosi, della piemia, della leucemia.

A Berlino s'iniziò veramente la sua attività antropologica. Il V. diede la sua opera sia all'antropologia fisica, sia all'etnologia, sia all'archeologia preistorica e protostorica. Alla prima appartengono fra le tante altre: le sue fondamentali ricerche sulla base del cranio, che meritarono di essere ristampate oltre 60 anni dopo la loro pubblicazione nel 1857; le ricerche sui cranî antichi del Nord dell'Europa (1870), le diverse relazioni sul cranio di Neanderthal (1872 e segg.), i contributi sulle antropologie dei Tedeschi e in particolare dei Frisoni (1876); la grande inchiesta, rimasta notissima, sul colore dei capelli, della pelle e degli occhi dei piccoli scolari della Germania (1885), lo scritto sui rapporti fra discendenze e patologia (1886), quello sul trasformismo (1887), l'opera monumentale Crania ethnica Americana (1892), gli studî sul Pitecantropo (1895 segg.). La sua posizione di fronte al darvinismo poté sembrare di fredda avversione, ma in realtà fu atteggiamento critico, proprio al suo pensiero. Non viene ricordato di solito che egli fino dal 1870 dichiarava il darvinismo un'esigenza logica della scienza, che doveva essere suffragata da prove.

Nel campo dell'etnologia, egli si occupò soprattutto delle usanze e costumi della Germania e fondò un museo, cui affluirono doni rilevantissimi. Egli indagò con risultati le forme della casa nella Germania e paesi limitrofi (1887 segg.). Importanti sono anche i suoi studî di preistoria. Tali studî trovarono in V. non solo un promotore, ma anche uno dei più attivi ricercatori sul terreno, introducendo nello scavo i metodi rigorosi delle scienze naturali. Sono da ricordare: gli studî sulle palafitte dei laghi della Germania settentrionale (1869), sulle urne a figura umana della Pomerania (1870), sui diversi tipi di ceramica (1872), sulle influenze italiche su certi tipi di ceramica (1874 segg.), sulle urne a forma di casa (1883), ecc. È degna ancora di menzione l'influenza che egli ebbe nel promuovere gli scavi di Troia di H. Schliemann, come nello spingere e preparare tecnicamente tanti viaggiatori alle ricerche antropologiche e preistoriche in molte regioni della terra. Nel 1869 fondava la Società di Berlino e nel 1870 partecipava alla fondazione della più vasta Società tedesca per l'antropologia, l'etnologia e la preistoria, continuando per lunghi anni ad attendere alle pubblicazioni diverse della prima. Malgrado l'enorme attività cui abbiamo accennato, non si può dire che nel campo delle scienze antropologiche la sua opera sia stata alla pari di quella svolta nella medicina. Più che un creatore, in quel campo egli fu un impareggiabile promotore e organizzatore, oltre che un indagatore.

Bibl.: L'elenco delle sue circa mille pubblicazioni, in J. Schwalbe, V.'s Bibliographie, Berlino 1901.