Róssi

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Famiglia nobile di Parma, potente soprattutto nei secc. 13º-14º, estintasi nel 1825. Fin verso la metà del sec. 13º i R. furono, come la loro città, partigiani dell'imperatore; poi (1245) cambiarono campo, a causa del matrimonio di Bernardo figlio di Orlando con la sorella di Innocenzo IV. Mentre il ramo principale si estinse al principio del sec. 14º, la discendenza fu continuata da Guglielmo (v.), i cui figli, Marsilio, Rolando e Pietro, quali vicarî imperiali riuscirono per un certo tempo ad assicurarsi la signoria di Parma e anche di Lucca, che poi (1335) furono costretti a cedere agli Scaligeri. Rifugiatisi a Venezia, i R. furono i maggiori condottieri dell'esercito veneto-fiorentino contro gli Scaligeri, riuscendo a restaurare in Padova la signoria carrarese. Marsilio e Pietro morirono in questa guerra (1337). I R. furono poi al servizio dei Visconti, che aiutarono a conquistare Parma (1345). Al crollo del ducato visconteo, Pier Maria fu (1404) signore di Parma con Ottobono Terzi, poi suo acerrimo rivale. Ludovico il Moro bandì da Parma i R., i quali riebbero i beni da Luigi XII (1500). In un primo momento i R. furono in competizione coi nuovi signori di Parma, i Farnese, poi si rassegnarono a mettersi al loro servizio. La famiglia contò parecchi vescovi: Iacopo a Venezia (1388), poi a Napoli; Bernardo a Treviso (1499); Giovanni Girolamo a Pavia (1564); Ippolito a Pavia (1564), poi cardinale (1585). Rami minori della famiglia vissero a Napoli, Roma, Mantova e Ravenna.

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