ROSSANO

Enciclopedia Italiana (1936)

ROSSANO (A. T., 27-28-29)

Giuseppe ISNARDI
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Antica città della Calabria, in provincia di Cosenza, sulle estreme pendici settentrionali della Sila Greca, a 219 m. s. m. e a 8 km. dalla costa ionica, dove è il piccolo centro marinaro e peschereccio di S. Angelo, già esistente in età bizantina. Un altro piccolo centro del comune si è venuto formando alla stazione ferroviaria della linea Metaponto-Reggio, distante 6 lcm. dal capoluogo e due da S. Angelo. La città si presenta come un pittoresco, fitto agglomerato di case su un'altura collinare tutta coperta di bellissimi oliveti e scendente a ovest verso la profonda vallata del torrente Celadi, influente del più ampio Colognati. Rossano, già capoluogo di circondario amministrativo, è sede antichissima di arcivescovato (risalente al sec. XI; anteriore all'età normanna è il vescovato) ed ha un tribunale civile e penale, un ginnasio regio e un liceo pareggiato. Possiede monumenti notevoli ed ha un caratteristico centro a piazza con torre comunale.

Nei boscosi dintorni, verso ovest, su un alto dorso sulla destra del torrente Cino, è l'interessante rovina dell'abbazia basiliana di S. Maria del Patire (o Patirion), di cui rimane la chiesa monumentale; è però più facilmente raggiungibile da Corigliano. La popolazione del comune era di 14.264 abitanti nel 1871, di 13.354 neI 1901 (diminuzione dovuta alla forte emigrazione), di 14.745 nel 1931, dei quali la massima parte è accentrata nel capoluogo.

Rossano è uno dei centri più importanti della produzione olearia nella provincia di Cosenza; la sua campagna produce anche agrumi, cereali, liquirizia. A Rossano fanno capo servizî automobilistici pubblici per S. Demetrio Corone da Logobucco, di notevole interesse turistico.

Monumenti. - L'edificio più importante della città è la chiesetta bizantina di S. Marco, costruita su una rupe nel sec. X. Molto simile alla Cattolica di Stilo, è a pianta equilatera greca, con tre absidi, sormontata da cinque cupolette cilindriche. L'area della chiesa si divide in due parti uguali, quasi perfettamente quadrate, di cui una è stata aggiunta probabilmente più tardi, forse nel sec. XV, formando un nartece troppo vasto in rapporto alla chiesa vera e propria. Durante i recenti restauri furono scoperti accanto all'abside sinistra resti di un affresco bizantino rappresentante la Madonna col Bambino. Alla stessa epoca all'incirca risalgono anche la chiesetta di Santa Panaja, scoperta di recente, la chiesetta dell'Ospedale, la Madonna del Piliere. La chiesa di S. Bernardino è una costruzione gotica, quasi completamente rifatta nell'epoca barocca, alla quale appartengono anche alcuni intagli (pulpito, crocifisso sull'altar maggiore, armadî nella sacrestia). Notevole inoltre il sepolcro di Oliverio di Somma (morto nel 1536). Nella cattedrale, anch'essa rinnovata radicalmente, vanno ricordati, oltre ai soliti ricchi intagli barocchi, l'immagine dell'Acheropita dipinta ad affresco sotto l'altar maggiore e una Madonna bizantineggiante, molto venerata dal popolo.

Nell'arcivescovado si conserva il famoso evangeliario, noto col nome di Codex rossanensis o purpureus, composto di 188 fogli di pergamena purpurea, scritti a lettere onciali argentee, e adorno di dodici mirabili miniature di arte bizantina del sec. VI, raffiguranti, su mezze figure di profeti, scene della vita di Cristo.

A pochi chilometri da Rossano, su un dorsale che divide Rossano da Corigliano, sorge il monastero del Patirion che fu fondato tra il 1101 e il 1105 dal monaco basiliano Bartolomeo da Simeri, restaurato nei secoli XVI-XIX e spogliato dei suoi arredi sacri. Ben poco, è rimasto del convento, mentre è quasi intatta nei suoi elementi essenziali la chiesa, a pianta basilicale, divisa in tre navate da arcate su pilastri privi di capitelli. Termina con tre absidi poco profonde, precedute da tre cupole, e decorate all'esterno da archeggiature e tarsie policrome, di chiara derivazione siculo-normanna. Conservato solo in parte è il pavimento a musaico con tondi iscritti entro formelle rettangolari recanti figure di animali, imitate da stoffe orientali e siciliane.

Storia. - Incerti i fondatori (si è parlato, oltre che di Enea, di Rodî, Ausonî, Sibariti, Romani), la data di fondazione (secoli VI-IV a. C.), l'etimologia del nome. È ricordata nell'Itinerario di Antonino e nella Tavola Peutingeriana. Fu municipio romano, importante centro ellenistico. Alarico, i Longobardi, i Saraceni l'assediarono invano. Si arrese a Totila; ospitò Teofano, moglie di Ottone II. Il normanno Ruggiero l'incendiò e il fratello Boemondo vi morì. Gli Svevi e gli Angioini le concessero privilegi ed onori. Dagli Aragonesi fu infeudata a Cobella Ruffo e, poi, ceduta, con lo stato di Bari, agli Sforza. Decadde durante il malgoverno spagnolo. Nel 1799 parteggiò per la Repubblica Partenopea; nel decennio francese non fu avversa ai re Giuseppe e Gioacchino, subendo dai Borboni non poche rappresaglie. Partecipò attivamente all'insurrezione calabrese del 1848 e alla rivoluzione del 1860.

Bibl.: Jordan, L'architecture byzantine en Calabre, in Mélanges de l'école de Rome, IX (1889), p. 327 segg.; Ch. Diehl, L'art byzantin dans l'Italie méridionale, Parigi 1894, p. 190; E. Bertaux, L'art dans l'Italie meridionale, ivi 1904, p. 120; P. Batiffol, L'abbaye de Rossano. Contrib. à l'hist. de la Vaticane, ivi 1891; P. Orsi, Chiese niliane, II: Il Patirion di Rossano, in Boll. d'arte, n. s., II (1922-23), p. 529-62 (ristampato in Le chiese basiliane della Calabria, Firenze 1930, pp. 113-51); H. Teodorn, Les églises à cinq coupoles en Calabre: San Marco de Rossano et la Cattolica de Stilo, in Ephemeris Dacoromana, IV (1930), pp. 148-80; A. Gradilone, Storia di Rossano, Roma 1926; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I: Il Medioevo, Torino 1927; E. Galli, Un restauro monumentale: La chiesetta bizantina di S. Marco in Rossano Calabro, in L'arte sacra, II (1932), pp. 69-73; A. Frangipane, Inventario degli oggetti d'arte d'Italia, II: Calabria, Roma 1933, pp. 220-31; P. Loiacono, Restauri alla chiesa di S. Marco a Rossano Calabro, in Boll. d'arte, XXVII (1933-34), pp. 374-85. Edizioni del Codex rossanensis: O. v. Gebhard e A. Harnak (Lipsia 1880); A. Haseloff (Berlino 1898); A. Muñoz (Roma 1907); L. de Rosis, Cenno storico della città di Rossano, Napoli 1838; G. Minasi, S. Nilo di Calabria, ivi 1892.