Rompighiaccio

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fig.

Speciale tipo di nave, destinata a rompere la crosta di ghiaccio che si forma nei mari e nei porti delle regioni fredde, facilitando la navigazione delle altre navi ed eventualmente navigando ove le navi usuali non possono spingersi (v. fig.). Le navi r. possiedono uno scafo rotondeggiante e levigato privo di chiglia, corazzato, specialmente a prua, con spessori fino a 5 cm; la prua, molto inclinata, permette al r. di scivolare sopra la lastra di ghiaccio e di romperla con il proprio peso. Un apparato propulsore molto potente agisce su eliche disposte a poppa e talora anche a prua, protette dalla forma dello scafo; le eliche sono di acciaio temprato inossidabile e hanno pale imbullonate al mozzo che possono essere sostituite se danneggiate dai ghiacci. Le eliche di prua, aspirando l’acqua da sotto la banchisa, facilitano l’azione di rottura dovuta al peso proprio della nave. Anche compartimenti di zavorra rapidamente riempibili e svuotabili facilitano l’azione di rottura. Un r. può arrivare a sviluppare velocità di 5-6 nodi su mare coperto da uno spessore di ghiaccio di 20 cm. In genere i r. hanno a poppa un alloggiamento protetto da parabordi in cui può essere assicurata con cavi la prua di altre navi in difficoltà, che così possono essere rimorchiate. Oltre alle navi r. destinate ad aprire il varco alle altre navi, esistono navi passeggeri, navi per carichi alla rinfusa, navi cisterna regolarmente abilitate alla funzione di r.; anche in campo militare sono state costruite navi r.: in molti casi per accrescere l’autonomia è stata adottata la propulsione nucleare.

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