Romeo e Giulietta

Enciclopedia del Cinema (2004)

Romeo e Giulietta

Andrea Maioli

(Italia/GB 1967, 1968, colore, 152m); regia: Franco Zeffirelli; produzione: Dino De Laurentiis/Verona Produzione/Anthony Havelock-Allan, John Brabourne per BHE; soggetto: dal testo teatrale Romeo and Juliet di William Shakespeare; sceneggiatura: Franco Brusati, Masolino D'Amico, Franco Zeffirelli; fotografia: Pasqualino De Santis; montaggio: Reginald Mills; scenografia: Renzo Mongiardino, Luciano Puccini; costumi: Danilo Donati; musica: Nino Rota.

"Due grandi casate entrambe ricche e potenti nella bella Verona dove la nostra storia ha luogo attizzano il fuoco di vecchi rancori macchiando mani fraterne di fraterno sangue...". La voce del narratore accompagna una panoramica su Verona. Nella piazza del Mercato le fazioni appartenenti alle famiglie nemiche Capuleti e Montecchi si azzuffano, e solo l'arrivo del principe della città mette fine ai duelli. Ma Romeo Montecchi non era al combattimento: lui, di animo nobile e pacifico, pensa soltanto all'amore per una bella giovinetta. A una festa a casa Capuleti si recano con il volto coperto da maschere anche Romeo, il cugino Benvolio, il fraterno amico Mercuzio. Lì Romeo e Giulietta finalmente si trovano faccia a faccia e si dichiarano il loro amore. Ma è solo in quell'occasione che scoprono di appartenere proprio alle due casate rivali. È notte e la festa è finita quando Romeo si apposta sotto il balcone di Giulietta: le parole d'amore e i baci dureranno fino all'alba. Prima di salutarsi hanno già deciso di sposarsi. Romeo corre da frate Lorenzo, che capisce come quel matrimonio possa porre fine alla faida che insanguina Verona. In gran segreto, frate Lorenzo sposa i due giovani. Quello stesso giorno Romeo raggiunge Mercuzio e Benvolio proprio mentre sopraggiungono i Capuleti capeggiati dal bellicoso cugino di Giulietta, Tebaldo, che provoca Romeo dandogli del vigliacco. Il giovane non reagisce ma è Mercuzio a impugnare la spada. Il duello con Tebaldo assume presto una connotazione quasi burlesca, è una sorta di balletto ironico. Alla fine però, quasi senza volerlo, Tebaldo infilza Mercuzio uccidendolo. Folle di rabbia Romeo insegue Tebaldo e lo sfida: è il giovane Capuleti ad avere la peggio. I due cadaveri vengono portati alla presenza del principe, che sentenzia l'esilio a Mantova per Romeo. Frate Lorenzo invita il ragazzo a non opporsi, promettendo di sistemare le cose. Romeo e Giulietta trascorrono la loro prima e ultima notte d'amore insieme. Romeo ha appena lasciato la sposa ed è partito per Mantova quando madonna Capuleti annuncia alla figlia che qualche giorno dopo dovrà sposare il conte Paride. Disperata, Giulietta si confida ancora una volta con frate Lorenzo, il quale ha un'intuizione: le offre una pozione che la ridurrà in uno stato di morte apparente. Al suo risveglio, le dice, troverà Romeo nella tomba e potranno fuggire insieme. Poco prima dei funerali, invia un fraticello con un mulo verso Mantova per avvisare Romeo: ma sarà più veloce il servo Baldassarre che, ingannato dagli eventi, a cavallo raggiunge per primo il padrone e gli comunica la tragica fine della amata. Nella tomba dei Capuleti si compie il destino degli amanti: Romeo si avvelena vedendo il corpo di Giulietta, la ragazza al risveglio scopre lo sposo morto e lo segue pugnalandosi al petto.

Correva l'anno 1959 quando il direttore dell'Old Vic di Londra, all'epoca uno dei più importanti palcoscenici mondiali e tempio della drammaturgia shakespeariana, volle proprio il giovane Franco Zeffirelli per allestire Romeo e Giulietta. Il regista fiorentino sconvolse inizialmente critica e pubblico portando in scena una compagnia tutta giovane (Giulietta era la Judi Dench che poi divenne Dame, stella del teatro inglese e attrice cinematografica di rango) e realizzando un Romeo e Giulietta anticipatore dei tempi della swinging London. Il maestro Luchino Visconti gli aveva dato questo consiglio: "Non farlo, se fallisci non ti rialzi più". Ma il successo fu limpido. Nel 1964 Zeffirelli curò la versione italiana dell'allestimento, con Anna Maria Guarnieri e Giancarlo Giannini come protagonisti; e qualche anno dopo, forte della precedente esperienza teatrale, il regista decise di trasporre il suo Romeo e Giulietta sullo schermo. I tempi erano maturi: poco tempo prima aveva ottenuto un grande successo mondiale con La bisbetica domata (1967) interpretato da Elizabeth Taylor e Richard Burton, e proprio le due star lo avevano incoraggiato alla nuova impresa, dispiaciuti di non avere più l'età per potersi calare nei panni degli amanti di Verona.

Il Romeo e Giulietta zeffirelliano fu dunque una ripresa di quella precedente e 'rivoluzionaria' regia teatrale, e si rivelò più che mai al passo coi tempi. Vincente si rivelò anche la decisione, inizialmente contestata da molti, di scegliere due giovani sconosciuti nel ruolo dei protagonisti: Leonard Whiting (doppiato da Giancarlo Giannini) e l'incantevole Olivia Hussey (doppiata da Anna Maria Guarnieri) offrirono sotto la guida di Zeffirelli la giusta e naturale dose di freschezza e spontaneità ai personaggi shakespeariani che, in questa versione, vennero trasformati in due giovani ribelli medioevali, simili ai tanti ragazzi che alla fine degli anni Sessanta del Novecento scendevano nelle piazze del mondo. Il loro amore, la ribellione contro le logiche della famiglia e della società, una regia attenta a sottolineare la modernità tematica del testo originale, una recitazione naturalistica, l'indugiare della macchina da presa sulla carica erotica emanata dai corpi dei due amanti, trasformarono il film in un successo planetario. Come disse lo stesso Zeffirelli, "dal Bronx a Bali, Shakespeare diventò un successo di cassetta". Ma anche un successo di critica, che contribuì a far conquistare al film due Oscar (al costumista Danilo Donati e al direttore della fotografia Pasqualino De Santis) su quattro nominations.

Questa di Zeffirelli ‒ che reinventò Verona in diverse locations fra Lazio, Toscana e Umbria ‒ è una delle versioni cinematografiche più famose della tragedia. Tra le innumerevoli che hanno affollato dai tempi del muto gli schermi, vanno ricordate quella hollywoodiana di George Cukor con Norma Shearer e Leslie Howard (Romeo and Juliet Giulietta e Romeo, 1936), quella di Renato Castellani vincitrice di un discusso Leone d'oro a Venezia (Giulietta e Romeo, 1954), Romeo, Julia a tma (Giulietta, Romeo e le tenebre, 1959) del ceco Jíři Weiss, che traspose la storia nella Praga occupata dai nazisti, la versione musical-metropolitana di Robert Wise e Jerome Robbins West Side Story e il visionario William Shakespeare's Romeo + Juliet (Romeo + Giulietta di William Shakespeare, 1996) dell'australiano Baz Luhrmann, con Leonardo DiCaprio e Claire Danes.

Interpreti e personaggi: Leonard Whiting (Romeo Montecchi), Olivia Hussey (Giulietta Capuleti), John McEnery (Mercuzio), Milo O'Shea (frate Lorenzo), Pat Heywood (nutrice), Robert Stephens (principe di Verona), Michael York (Tebaldo), Bruce Robinson (Benvolio), Paul Hardwick (messer Capuleti), Natasha Parry (madonna Capuleti), Antonio Pierfederici (messer Montecchi), Esmeralda Ruspoli (madonna Montecchi), Roberto Bisacco (conte Paride), Keit Skinner (Baldassarre), Murray Head (coro), Laurence Olivier (voce narrante nell'edizione inglese).

Bibliografia

M. Armstrong, Romeo and Juliet, in "Films and filming", n. 10, July 1968.

P. Cook, Romeo and Juliet, in "Films in Review", n. 8, October 1968.

B. Eisenschitz, Romeo and Juliet, in "Cahiers du cinéma", n. 206, novembre 1968.

G. Fink, Romeo e Giulietta, in "Cinema nuovo", n. 197, gennaio-febbraio 1969.

E. Comuzio, Romeo e Giulietta, in "Cineforum", n. 83, marzo 1969.

K.S. Rothwell, Zeffirelli's 'Romeo and Juliet'. Words into picture and music, in "Literature/Film quarterly", n. 4, Fall 1977.

M. Pursell, Zeffirelli's 'Romeo and Juliet'. The visual realization of tone and theme, in "Literature/Film Quarterly", n. 4, 1980.

M. Pursell, Artifice and authenticity in Zeffirelli's 'Romeo and Juliet', in "Literature/Film quarterly", n. 4, October 1986.

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