Prodi, Romano

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Prodi, Romano

Ciro Lo Muzio

Economista e uomo politico italiano, nato a Scandiano (Reggio Emilia) il 9 agosto 1939. Laureatosi in giurisprudenza presso l'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano (1961) con una tesi sul protezionismo nello sviluppo dell'industria italiana, si specializzò poi presso le università di Milano e Bologna, e la London School of Economics. Assistente di B. Andreatta alla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna (1963), divenne professore associato presso lo stesso ateneo (1966) e, successivamente, ordinario di organizzazione industriale e politica industriale (1971-1999). Ebbe inoltre l'incarico di visiting professor alla Harvard University (Cambridge, Mass.) e allo Stanford Research Institute (California). I temi principali della sua attività di ricerca furono inizialmente lo sviluppo delle piccole e medie imprese e dei distretti industriali, e la politica contro i monopoli; e, in seguito, le relazioni tra Stato e mercato, le politiche di privatizzazione, il processo di integrazione europea e la dinamica dei diversi modelli di capitalismo.

Presidente della Società editrice il Mulino (1974-78), a partire dal 1982 e per molti anni, fu direttore della rivista Industria - Rivista di economia e politica industriale; nel 1981 fondò Nomisma, società di studi economici e consulenza.

Eletto consigliere comunale a Reggio Emilia per la Democrazia cristiana (DC) nel 1963, rinunciò dopo poco tempo all'incarico per dedicarsi all'attività accademica. Ritornò quindi in politica come ministro dell'Industria nel quarto governo presieduto da G. Andreotti (1978-79). Vicino all'ala riformista della DC, sin dagli inizi si mostrò favorevole alla partecipazione dei comunisti al governo.

Tra il 1982 e il 1989 fu presidente dell'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), allora la più importante holding italiana, adoperandosi al suo risanamento e preparando il terreno per la privatizzazione delle sue imprese; tornato alla guida dell'Istituto (1993-94), portò a compimento la privatizzazione di alcune importanti società del gruppo, come il Credito italiano e la Banca commerciale italiana.

In vista delle elezioni politiche dell'aprile 1996 (due anni dopo la prima vittoria elettorale di S. Berlusconi), P. fu scelto come candidato a guidare L'Ulivo, coalizione di centrosinistra da lui stesso fondata (costituita dal Partito democratico della sinistra, Partito popolare italiano, Verdi e altre formazioni); gli scrutini decretarono la vittoria dell'Ulivo e P. venne chiamato a presiedere il primo governo di centrosinistra. Rimasto in carica fino al 1998, si pose su una linea di continuità con il lavoro di risanamento dell'economia italiana avviato dai suoi predecessori (G. Amato, C.A. Ciampi e L. Dini); uno dei suoi obiettivi primari - il raggiungimento dei parametri economici necessari per la partecipazione dell'Italia alla moneta unica europea - fu conseguito nel maggio 1998. Dimessosi in seguito alla crisi di governo nell'ottobre dello stesso anno, P. si fece promotore di una nuova formazione partitica, I democratici per l'Ulivo, che nelle consultazioni europee (giugno 1999) ottenne il 7,1% dei voti.

Nel marzo del 1999 fu designato presidente della Commissione Europea (nomina confermata dal Parlamento europeo in settembre); durante il suo mandato ebbero luogo diversi avvenimenti significativi: l'introduzione dell'euro (genn. 2002), l'entrata nell'Unione Europea di altri 10 Paesi (maggio 2004), la firma della Costituzione europea (ott. 2004).

Concluso il suo mandato, P. è stato ancora una volta scelto come candidato leader della nuova coalizione di centrosinistra, l'Unione (che ha debuttato, ottenendo brillanti risultati, alle elezioni regionali del maggio 2005), in vista delle elezioni legislative dell'aprile 2006. La sua candidatura ha avuto conferma ufficiale alle elezioni primarie, tenutesi nell'ottobre 2005 e volute dallo stesso P. per verificare l'approvazione da parte dell'elettorato, oltre che dei partiti; ha ottenuto il 74,1% delle preferenze su oltre 4 milioni di voti. Alle elezioni politiche (9-10 apr. 2006) la coalizione capeggiata da P. ha avuto la meglio sulla Casa delle libertà, seppure con uno scarto esiguo (meno di 25.000 voti), che ha dato adito a contestazioni e ricorsi da parte dell'opposizione, bocciati dalla Corte di cassazione (20 apr.); l'Unione si è assicurata 340 seggi alla Camera e solo due seggi in più dell'opposizione al Senato. Il 17 maggio 2006 ha accettato l'incarico di presidente del Consiglio dal neoeletto presidente della Repubblica G. Napolitano.

A seguito della crisi di governo (febbr. 2007) provocata da un dissenso sorto nella maggioranza in merito alla politica estera (in particolare, sul finanziamento della missione militare in Afghānistān), P. rimetteva il mandato. Il presidente Napolitano, tuttavia, respingeva (marzo) le dimissioni, rinviando il governo al Parlamento, che rinnovava la fiducia.

P. è stato coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari (le vicende legate alla vendita della società finanziaria SME, il caso Cirio, il caso Telekom Serbia), in ciascuno dei quali è stato giudicato incolpevole già nelle udienze preliminari.

Membro onorario della London School of Economics and Political Science (1989) e della Real Academia de Ciencias Morales y Politicas di Madrid (1997), nel 1999 è stato insignito del premio Schumpeter della omonima società viennese e, nel 2002, della medaglia d'oro per l'economia dell'università di Pavia. Ha ottenuto inoltre riconoscimenti accademici ad honorem da numerosi istituti accademici italiani e internazionali.

Tra le sue numerose opere di argomento economico si ricordano: Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita: l'industria della ceramica per l'edilizia (1966), Concorrenza dinamica e potere di mercato (1967), Sistema economico e sviluppo industriale in Italia (1973), Per una riconversione e ristrutturazione dell'industria italiana (1980) e Il capitalismo ben temperato (1995), una raccolta di suoi saggi comparsi nella rivista Il mulino. Tra i suoi scritti politici: Governare l'Italia. Manifesto per il cambiamento (1995), Un'idea dell'Europa (1999), Ci sarà un'Italia. Dialogo sulle elezioni, in collaborazione con F. Colombo (2006).

bibliografia

La tela di Prodi. Una Costituzione per un'Europa più democratica, a cura di G. Tognon, Milano 2003.

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