ROCROI

Enciclopedia Italiana (1936)

ROCROI (A. T., 32-33-34)

Carlo ERRERA
Alberto BALDINI

Città della Francia, capoluogo del dipartimento delle Ardenne e località fortificata. Il centro urbano, che dista 23 km. da Mézières e 3 dalla frontiera belga, sorge a 387 m. s. m. sul pianoro delle Ardenne, in un paese povero, di clima rigido e con suolo poco fertile per mancanza di calcio e di acido fosforico, coperto in gran parte da boschi di querce, faggi e betulle, od occupato da lande paludose (rièzes). La foresta di Signyle-Petit a ovest e quella maggiore delle Ardenne a est inquadrano il territorio del comune. La città, chiusa nella cinta pentagonale, con le brevi strade che irradiano dalla Piazza d'Armi, ebbe solo importanza militare ed è ora un mercato locale. La popolazione, che era di appena 2127 ab. nel 1921, è stazionaria dal principio dell'800 e vive in parte disseminata fuori dal centro urbano. Rocroi fu scelta da Francesco I per farne una piazzaforte di frontiera; le fortificazioni furono più tardi migliorate e perfezionate dal Vauban.

La battaglia di Rocroi. - La battaglia di Rocroi, avvenuta il 19 maggio 1643 e vinta da Luigi di Borbone, detto Gran Condé, sugli imperiali guidati da Francesco de Mello, governatore dei Paesi Bassi, appartiene all'ultimo periodo della guerra dei Trent'anni. I 26.000 imperiali che dopo la morte di Gustavo Adolfo conducevano una grande offensiva nella Champagne con obiettivo Parigi, avevano assediato la piazza di Rocroi. Lo schieramento dei due corpi - agli ordini del Gran Condé e del generale D'Espenau - che costituivano l'esercito francese, fu ispirato alle regole dei tempi: cavalleria alle ali, fanteria al centro e artiglieria sul fronte; mentre gl'imperiali avevano assunto formazione di diverso tipo, su tre schiere, con l'artiglieria alle ali. Il combattimento ebbe inizio con un violento duello delle artiglierie il 19 maggio. Dopo i primi scontri la situazione divenne critica per i Francesi: la sinistra fu battuta e il centro costretto a retrocedere. Ma il Condé, che già sulla destra aveva opposto accanita resistenza, riuscì a coordinare l'azione delle tre armi e dopo un intenso fuoco di preparazione attaccò la massa compatta della fanteria spagnola. Dopo quattro assalti, in uno dei quali cadde il vecchio conte dì La Ferté, anche i battaglioni italiani, raro esempio di ostinata resistenza, furono trascinati dalla cavalleria ripiegante a precipizio. Perdite: 4000 Francesi fuori combattimento, 7000 o 8000 imperiali fra morti e feriti, e 7000 prigionieri.