RIVOLUZIONE

Enciclopedia Italiana (1936)

RIVOLUZIONE

Emilio Crosa

. Nel suo senso più largo e nella sua accezione politica la parola "rivoluzione" significa una trasformazione essenziale nell'ordine sociale e politico prodotta legalmente o con mezzi violenti: trasformazione essenziale, per cui il novus ordo che s'instaura, non risulta come lo sviluppo logico dell'ordine precedente, ma a questo, in certa guisa, si contrappone, almeno per la procedura che ne affretta in maniera imprevedibile il corso. La rivoluzione può pertanto essere violenta, cioè prodotto esclusivo della forza, come può essere pacifica, con larghe possibilità intermedie. La rivoluzione si distingue dal colpo di stato, fatto violento e illegale con cui s'instaura una nuova forma di stato o di governo, perché il colpo di stato si può pure innestare in un processo rivoluzionario, o darvi origine, ma non presuppone necessariamente una trasformazione di principî e di ordinamenti, quale si ha invece nel concetto di rivoluzione. La rivoluzione si distingue dalla riforma per la sua opposizione al regime o alle condizioni sociali preesistenti e per il contrasto con lo svolgimento logico di queste.

Esula dall'accezione genuina del termine il requisito della violenza, potendo sussistere una rivoluzione che compia una trasformazione profondissima, anche se il movimento che in essa si sintetizza è oggetto di repressione, come ne è esempio la rivoluzione operata dalla dottrina cristiana sulla civiltà romana. Tuttavia, alcune delle grandi rivoluzioni politiche dell'età moderna sono contrassegnate da avvenimenti più o meno violenti e in particolar modo le più note fra di esse, quali la prima rivoluzione inglese al tempo di Carlo I e la rivoluzione francese.

Anche se contrassegnate da episodî o da periodi d'inaudita violenza, le rivoluzioni politiche hanno come caratteristica essenziale il fine perseguito, onde esse, lungi dal determinare un arresto nello sviluppo della civiltà o dei popoli, hanno sovente prodotto risultati di singolare grandezza. Così alle rivoluzioni fu affidata la formazione nazionale di non pochi stati europei o la tutela dì diritti e di tradizioni secolari. Altre rivoluzioni, invece, furono piuttosto nel loro fondamento rinnovazione essenziale d'idee e di principî, per cui, o direttamente o indirettamente, si produssero trasformazioni politiche di suprema importanza: tale fu la rivoluzione francese, che addusse alla forma moderna di stato; tale è la rivoluzione fascista, rinnovamento grandioso e radicale dei principî sui quali lo stato si fonda. Rivoluzione d'idee e di principî, con radicale trasformazione d'istituti, è anche la rivoluzione bolscevica.

Le trasformazioni, che nell'ambito costituzionale apportano le rivoluzioni, si possono compiere legalmente, secondo la procedura fissata nell'ordinamento in atto, o con procedura nuova, tuttavia anch'essa legalmente preordinata, cosicché non può sorgere dubbio sulla legalità e legittimità del novus ordo. Altre volte fatti inizialmente illegali alla stregua del diritto, vengono successivamente sanati, e anche in questi casi il corso della rivoluzione procede secondo le víe legali. In altri casi, invece, il movimento rivoluzionario si pone subito in antitesi col diritto in vigore. Il fatto, o la serie di fatti, che hanno dato origine al novus ordo sfuggono allora a una precisa qualificazione giuridica, non potendosi essi, com'è naturale, considerare conformi al diritto superato e non potendosi evidentemente considerare ancora alla stregua dell'ordinamento che s'instaura. La legittimità di essi sarà determinata dall'esistenza effettiva del novus ordo, che sarà legittimo quando sarà entrato in vigore e si sarà affermato. Ciò non significa giustificazione del diritto di resistenza o di ribellione: questione, codesta, non di ordine giuridico, ma filosofico-morale. Storicamente si deve dire che il progresso delle istituzioni politiche è dovuto essenzialmente alle rivoluzioni, e che la storia del mondo è contrassegnata da tappe, che si riassumono in rivoluzioni pacifiche o violente.

Per l'esposizione critica delle idee che determinarono i singoli movimenti rivoluzionarî, per la narrazione dei fatti da essi originati, per la valutazione dei loro effetti nella storia dei singoli paesi e della civiltà in generale, vedi i paragrafi Storia nelle voci dedicate a quei paesi. Inoltre: v. francese, rivoluzione; fascismo.