LIVI, Ridolfo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 65 (2005)

LIVI, Ridolfo

Massimo Aliverti

Nacque a Prato il 13 luglio 1856, secondo dei sei figli di Carlo, illustre psichiatra, e di Giuseppina Costantini. Dopo un breve soggiorno a Siena, dove nel 1858 il padre era stato chiamato a dirigere il manicomio, fece ritorno a Prato, dove fu iscritto nel collegio Cicognini insieme con il fratello maggiore Giovanni. L'insofferenza per il duro regime di quell'istituzione e la lontananza dal nucleo familiare esasperarono l'indole indocile e irritabile del L. determinandone il deludente rendimento scolastico del periodo iniziale.

Dopo avere concluso quel ciclo di studi rientrò in famiglia a Siena e qui, nel 1872, si iscrisse al corso di laurea in medicina e chirurgia. Due anni più tardi seguì la famiglia a Reggio nell'Emilia, dove il padre era stato chiamato alla direzione del locale frenocomio: iscrittosi allora per la prosecuzione degli studi alla facoltà medica di Pavia, si trovò immerso in un'atmosfera particolarmente stimolante sia per la familiarità con illustri colleghi e allievi del padre, che era stato nominato professore nell'Università di Modena, quali A. Tamburini ed E. Morselli, sia per la frequentazione della prestigiosa sede universitaria lombarda. Rimasto orfano di entrambi i genitori, dopo avere conseguito la laurea a Pavia nel 1878 dovette fare fronte a pressanti necessità economiche: occupato per breve tempo come psichiatra nel manicomio reggiano e poi come medico di bordo presso una compagnia di navigazione, fu ben presto conscio dello scarso interesse che destavano in lui la disciplina coltivata con grande passione dal padre e la professione pratica. Chiamato ad assolvere gli obblighi di leva come ufficiale medico, il L. decise allora di fermarsi nei ranghi della sanità militare: oltre a svolgere le sue mansioni, cominciò a interessarsi di studi di statistica sanitaria e dei problemi antropologici e sociologici.

Il deciso orientamento degli interessi del L. verso la statistica sanitaria e il grande campo di indagine dell'antropologia fisica, in particolare della ricerca antropometrica, appare chiaramente dai primi lavori dati alle stampe: Del morbillo nell'esercito ed in particolare di una epidemia dominata nel presidio di Firenze nel 1880, in Giorn. di medicina militare, XXX (1882), pp. 65-95; Sulla statura degli italiani: studio statistico antropometrico, in Arch. per l'antropologia e l'etnologia, XIII (1883), pp. 243-290, 317-377; L'indice cefalico degli Italiani, ibid., XVI (1886), pp. 223-303.

Inviato in Africa orientale nel 1887-88 con il corpo di spedizione italiano, fu in seguito richiamato a Roma presso l'Ispettorato della sanità militare, incaricato dal ministero della Guerra della sistemazione ed elaborazione dei dati di una grande indagine antropometrica avviata sui militari di leva delle classi 1859-63. A Roma fu anche invitato a collaborare, dal 1888, alla redazione del Giornale di medicina militare divenuto poi Giornale medico del R. Esercito e della R. Marina, in seguito Giornale medico del R. Esercito e dal 1908 nuovamente Giornale di medicina militare, del quale fu redattore capo dal 1898 al 1912 e che arricchì di apprezzabili contributi scientifici estendendone la notorietà e il prestigio anche oltre i confini nazionali.

Lo studio antropologico-etnologico e l'opera di rilevazione statistica che il L. portò a termine, ordinati in una serie enorme di dati, furono di straordinaria importanza: a lui si deve la nascita dell'antropometria militare, prezioso strumento di valutazione dell'attitudine a svolgere il servizio militare (si veda anche Enc. medica italiana, II, col. 467, s.v. Antropometria) e la rigorosa esposizione della metodologia per la corretta ricerca scientifica specialistica. L'ampia e dettagliata indagine condotta su ben 299.335 giovani di leva con la correlazione dei dati rilevati (altezza, peso, perimetro toracico, colore dei capelli e degli occhi, ecc.) alla provenienza geografica e alla provenienza sociale e lavorativa dei soggetti esaminati, assolutamente originale per la mole di lavoro e per il metodo adottato, fu pubblicata dal L. in 2 volumi: Antropometria militare. Risultati ottenuti dallo spoglio dei fogli sanitarii dei militari delle classi 1859-1863 eseguito dall'Ispettorato di sanità militare per ordine del ministero della Guerra. Accompagnata da un atlante della geografia antropologica dell'Italia, I, Dati antropologici ed etnologici, Roma 1896; II, Dati demografici e biologici, ibid. 1905. In altre due opere di ampio respiro il L. illustrò le leggi dell'accrescimento somatico nelle varie età della vita, il rapporto dello sviluppo somatico con ambiente sociale e attività professionale e le sue correlazioni con le variabili geografiche (Antropometria. Metodologia antropometrica. Alcune leggi antropometriche. Identificazione antropometrica. Tavole di calcoli fatti, Milano 1900) e norme e procedure del metodo statistico in antropologia con cenni alla trasformazione dei tipi antropologici in dipendenza dei movimenti migratori e della selezione naturale (Antropologia nei suoi rapporti con la medicina sociale, ibid. 1907). Nel 1910 pubblicò a Milano Antropologia: trattato di medicina legale.

Tra i numerosi lavori pubblicati dal L. si ricordano ancora: Sullo sviluppo del dente del giudizio, in Atti della Società romana di antropologia, I (1893-94), pp. 159-165; Saggio di antropometria militare, ibid., pp. 292-307; Contributo alla geografia antropologica d'Italia; carte della distribuzione dei biondi e dei bruni, in Arch. per l'antropologia e l'etnologia, XXIV (1894), pp. 149-165; Sull'interpretazione delle curve seriali in antropometria, in Atti della Società romana di antropologia, III (1895), pp. 21-52; Le malattie veneree secondo i mesi, in Giorn. medico del R. Esercito e della R. Marina, XLIII (1895), pp. 262-280; Geografia ed orografia della statura e del colore dei capelli e degli occhi in Italia, in Arch. per l'antropologia e l'etnologia, XXVI (1896), pp. 17-26; Dello sviluppo del corpo (statura e perimetro toracico) in rapporto colle professioni e colla condizione sociale, in Giorn. medico del R. Esercito, XLV (1897), pp. 826-872; L'indice ponderale o rapporto tra la statura e il peso, in Atti della Società romana di antropologia, V (1897-98), pp. 125-153; La vaccinazione nell'Esercito e l'antivaccinismo, in Giorn. del R. Esercito, XLVIII (1899), pp. 3-43; Sulla causa del destrismo e del mancinismo, in Atti della Società romana di antropologia, XIV (1908), pp. 92-94; Sulla utilità dei minimi antropometrici nella scelta del soldato, in Giorn. di medicina militare, LIX (1911), pp. 266-278. Il L. fu anche autore di alcuni scritti di carattere storico, dei quali il figlio Livio pubblicò postumo nel 1928, a Città di Castello, La schiavitù domestica nei tempi di mezzo e nei moderni. Ricerche storiche di un antropologo.

Insignito della croce di cavaliere della Corona d'Italia per l'attività sanitaria sui militari feriti durante la campagna d'Africa, nel 1912 il L. fu nominato direttore della Scuola di applicazione di sanità militare di Firenze. Allo scoppio del conflitto mondiale assunse, con il grado di colonnello medico, la direzione sanitaria del corpo d'armata territoriale del capoluogo toscano e, successivamente, quelle della zona Carnia e poi della 6a armata. Terminate le ostilità, riprese servizio a Roma presso l'Ispettorato generale di sanità militare con il grado di maggior generale. Ottenuto il collocamento in posizione ausiliaria speciale, si trasferì con la famiglia a Firenze.

Il L. appartenne a varie società scientifiche italiane e straniere: la Società italiana di antropologia ed etnologia di Firenze e la romana di antropologia, delle quali fu presidente, le società svedese di antropologia e geografia, francese di igiene, di antropologia di Bruxelles. Membro associato della Société d'anthropologie de Paris, fu inoltre socio onorario dell'Anthropological institute of Great Britain and Ireland e della Deutsche Gesellschaft für Anthropologie und Urgeschichte. Nel 1896 la Société d'anthropologie de Paris gli conferì il premio Godard e lo decorò con la medaglia d'argento per le memorie Sulla statura degli italiani. Studio statistico antropologico e L'indice cefalico degli Italiani.

Il L. morì a Firenze il 12 apr. 1920.

Fonti e Bibl.: Necr., in Arch. stor. pratese, III (1920), pp. 44-48; Giorn. di medicina militare, LXVIII (1920), pp. 422 s.; La Patria, 18 apr. 1920, n. 16; Riv. di biologia, II (1920), pp. 440 s.; Riv. sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, XLIV (1920), pp. 639 s.; R. Università degli studi di Roma. Annuario dell'anno scolastico 1920-1921, Roma 1921, pp. 203 s.; R. Benini, Per R. L., in Giorn. degli economisti e rivista di statistica, s. 3, LXI (1921), pp. 129-132 (con elenco delle pubblicazioni); Il centenario della nascita di R. L. Cerimonia commemorativa, in Riv. di antropologia, XLIII (1956), pp. 485-514; B. Farolfi, Antropometria militare e antropologia della devianza, in Storia d'Italia (Einaudi), Annali 7, Malattia e medicina, a cura di F. Della Peruta, Torino 1984, pp. 1192-1201, 1203, 1205, 1207 s., 1212-1214, 1218; C. Pogliano, L., R., in Diz. biogr. della storia della medicina e delle scienze naturali (Liber amicorum), III, Milano 1988, pp. 50 s.; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, II, p. 925; Enc. militare, IV, p. 620; Enc. Italiana, XXI, p. 324.

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