Hambleton, Richard

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Artista canadese (Vancouver 1954 - New York 2017). Protagonista del movimento artistico dell’East Village di Manhattan nei primi anni Ottanta, il suo lavoro stradale è oggi considerato precorritore di una visione dell’arte nello spazio pubblico ascrivibile al campo della street art o arte urbana non commissionata.

Di formazione accademica, elegge la strada quale dimensione più appropriata alle sue esigenze di espressione e comunicazione, manifestando sin dall’esordio – anche con la fondazione del “Pumps” Center for Alternative Art a Vancouver – una propensione artistica non comune per l’epoca e non determinata dall’appartenenza a gruppi e movimenti underground come quello del graffiti-writing, da cui si dichiara sempre distante. Le prime serie stradali, e precisamente Image Mass Murder (1976-78) e I Only Have Eyes for You (1980-81), sono già il risultato di quella ricerca di intercettazione emotiva del passante propria della successiva e più celebre Night Life (1981-1985), meglio nota come la serie degli “shadowmen”, dipinti in numero di 450 nelle strade di 24 città tra Stati Uniti, Canada ed Europa (1984). Le silhouette nere a grandezza naturale, a cui H. conferisce peculiare dinamicità corporea attraverso una pittura espressiva fatta di pennellate dense che esplodono in schizzi attorno ai profili, sono realizzate in luoghi studiati per destare il maggior grado di sensazionalismo, e in anni pervasi dalla piaga di una criminalità stradale diffusa si propongono di stimolare l’immaginazione ed interrogare le paure degli abitanti di New York. Il lavoro nello spazio pubblico di H. è accreditato nel suo complesso il primo che per modalità – mancanza di autorizzazione; iconicità; ricercata relazione con l’intorno spaziale considerato parte viva dell’opera – e attitudine – reiterazione; diffusione internazionale in forma indipendente – risulta essere il più prossimo all’intendimento che la street art assumerà nell’epoca della sua propagazione globale tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. Lo stesso artista francese Blek le Rat, uno dei riconosciuti padri dell’arte urbana non autorizzata, si dichiarerà influenzato dagli interventi di H. visti per la prima volta a Napoli nel 1984. Con la stessa capacità di infondere un profondo impatto emozionale affronta il lavoro in studio, concentrato prevalentemente sul gruppo di dipinti del cosiddetto “Marlboro man” – eco degli shadowmen – e sulla serie di rottura con la figurazione Beautiful Paintings, mediante la quale nel 2007 torna in galleria con un’esposizione personale (The Beautiful Paintings, Woodward Gallery, New York) dopo circa vent’anni di quasi totale sparizione dalle scene. Tale fase di oscuramento si scontra con un primo folgorante successo che negli anni Ottanta lo vede impegnato in una lunga sequela di mostre nazionali ed internazionali, comprese celebri collettive come New York: Times Square Show del 1980. Tra 2009 e 2010 una personale itinerante promossa da Giorgio Armani (Richard Hambleton New York, New York; Milano; Mosca; Londra), culminata nel 2011 in una grande retrospettiva, ripercorre trent’anni di carriera dell’artista di origine canadese.

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