TAYLOR, Richard Edward

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1995)

TAYLOR, Richard Edward

Marco Rossi

Fisico canadese, nato a Medicine Hat (Alberta) il 2 novembre 1929. Laureatosi in Fisica sperimentale nel 1952 presso l'università di Alberta a Edmonton, si specializzò in seguito presso la Stanford University (California), ove ebbe occasione di lavorare con R. Hofstadter e W.K.H. Panofsky. Due anni dopo iniziò a collaborare con l'High Energy Physics Laboratory utilizzando l'acceleratore lineare LINAC. I primi interessi scientifici di T., risalenti al periodo della sua tesi, hanno riguardato la misura del decadimento doppio β. Nel corso del primo periodo trascorso a Stanford, si è dedicato in particolare alla produzione di raggi γ polarizzati per lo studio della produzione dei mesoni π. Dal 1958 al 1961 ha lavorato a Parigi presso l'Ecole Normale Supérieure interessandosi allo sviluppo di un acceleratore lineare di elettroni a Orsay, simile a quello già utilizzato a Stanford. Tornato negli Stati Uniti ha lavorato dapprima presso l'università di California a Berkeley poi nuovamente (1962) a Stanford ove si muovevano i primi passi per la costruzione di SLAC (Stanford Linear Accelerator Center). Durante la sua permanenza a Stanford ha preso parte a diversi esperimenti sullo scattering anelastico di elettroni su protoni. Per l'importanza dei risultati da lui conseguiti in quest'ambito nel 1990 gli è stato conferito il premio Nobel per la fisica, insieme a H. Kendall e J. Friedman. Tra i numerosi altri riconoscimenti internazionali, ricordiamo l'Alexander von Humboldt Award (1982) e il W.K.H. Panofsky Prize (1989).

Mediante le ricerche svolte a più riprese da T. durante tutti gli anni Sessanta, è stato possibile dimostrare l'esistenza di particelle (quark), le quali risultano come inglobate in un mare di altre particelle neutre (gluoni), che le tengono insieme, costituendo così i protoni e le altre particelle adroniche. Ci vollero in realtà diversi anni e il contributo di altri illustri fisici teorici per fornire una spiegazione esauriente dei complessi meccanismi che insorgevano all'atto degli urti inelastici elettrone-protone. Uno dei contributi determinanti in questo campo è stato fornito dal fisico J.D. Bjorken con l'introduzione di una variabile di scala. A partire dagli anni Settanta, T. si è interessato della verifica delle proprietà invarianti dell'interazione elettro-magnetica, cercando di validare sperimentalmente la teoria elettrodebole sviluppata da S. Weinberg e A. Salam, la quale prevedeva livelli di non conservazione di parità. Queste ricerche non conseguirono inizialmente il risultato atteso finché non fu sviluppato un nuovo e più efficiente metodo per la produzione di elettroni polarizzati con il determinante contributo di R.L. Garwin del gruppo di SLAC. Con il conseguente aumento della sensibilità delle misure, fu allora possibile (1978) ottenere l'evidenza sperimentale della violazione del suddetto principio. T. ha inoltre collaborato, a cavallo degli anni Novanta, alla realizzazione di un acceleratore lineare di particelle (HERA) in costruzione in Germania.

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