LOMBARDI, Riccardo

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

LOMBARDI, Riccardo

Vittorio Vidotto

(App. III, II, p. 227)

Uomo politico italiano, morto a Roma il 18 settembre 1984. Dal 1948 fu ininterrottamente deputato per il Partito socialista italiano. Al congresso straordinario del PSI del giugno 1948 a Genova, la frazione centrista che faceva capo a L. e a Pertini ottenne la maggioranza relativa nel partito sulle base di una critica all'eccessiva subordinazione al PCI, ragione non ultima della sconfitta del Fronte popolare nelle elezioni del 18 aprile di quell'anno. A L. fu affidata la direzione dell'Avanti!, che l'anno successivo dovette tuttavia lasciare perché le sue posizioni, che rivendicavano una certa autonomia dal PCI e da una scelta di campo internazionale strettamente filosovietica, insieme a una minore rigidità classista, non trovavano più molti consensi nel PSI. Conservando e accentuando le sue convinzioni autonomiste, soprattutto dopo i fatti di Ungheria del 1956, L. venne elaborando una linea politica e di politica economica incentrata su "riforme rivoluzionarie", intese come "strumenti per un passaggio legale e pacifico alla società socialista".

Il riformismo lombardiano, sganciato da alleanze organiche con il PCI, si apriva all'incontro con la DC contribuendo a porre le basi della futura politica di centro-sinistra, ma continuando a rivendicare (così sostenne L. al congresso di Roma del PSI nell'ottobre 1963) una modifica dei rapporti di classe e di potere fuori dalla tradizione socialdemocratica e il trasferimento ai pubblici poteri e perciò ai lavoratori delle "scelte decisionali di investimenti, di accumulazione, di consumo, attualmente detenute dai grandi interessi privati". Vi era un'evidente contraddizione fra strategia e formulazioni programmatiche da un lato, e carattere dell'alleanza politica dall'altro. Se infatti il governo DC-PSDI-PRI, presieduto da Fanfani con l'appoggio esterno dei socialisti, realizzò quella nazionalizzazione dell'energia elettrica (1962) che era una delle riforme più fortemente volute da L., ben presto la politica di centro-sinistra si allontanò dal cammino ipotizzato da L. con l'abbandono delle cosiddette ''riforme di struttura'' e la sostanziale rinuncia a una compiuta programmazione economica. Nel contempo iniziarono i dissensi all'interno della corrente autonomista che, guidata da Nenni e da L., aveva conquistato la maggioranza del PSI nel 1959. Al momento di varare il nuovo governo di centro-sinistra organico, ossia con la partecipazione diretta del PSI, L. e altri autonomisti vicini alle sue posizioni rifiutarono di approvare il programma negoziato da Nenni e da A. Moro (16-17 giugno 1963, ''notte di S. Gregorio''). Moro rinunciò all'incarico e la nascita di un governo con i socialisti fu rinviata a dicembre.

Alla fine del 1963 e fino all'estate del 1964 L. tenne nuovamente la direzione dell'Avanti!: dalle colonne del giornale tornò insistentemente a ricordare al proprio partito gli obiettivi originari del centro-sinistra, soprattutto in campo economico e urbanistico. Si diffusero in questo periodo, dentro e fuori il partito, ripetute accuse di astrattezza alle posizioni di L., colpevoli di sottovalutare i ristretti margini in cui operava il PSI e le insufficienti forze su cui poteva contare. Dal luglio 1964 la separazione dagli autonomisti diverrà definitiva e la corrente lombardiana costituirà la sinistra del partito (mentre la vecchia sinistra di T. Vecchietti, D. Valori insieme a L. Basso si era già scissa dal PSI e aveva dato vita, nel gennaio, al PSIUP). Negli anni successivi L. mantenne la leadership della corrente e sostenne la linea dell'alternativa di sinistra anche contro la politica del compromesso storico. Nel 1976 contribuì alla formazione della nuova maggioranza che portò B. Craxi alla guida del partito, ma ne uscì alla fine del 1979. Dopo la morte di Nenni fu eletto presidente del PSI (18 gennaio 1980), ma dopo due mesi (13 marzo) si dimise da tale carica per dissensi con la segreteria.

Opere: L'alternativa socialista (1976); Scritti politici, i, 1945-1963; ii, 1963-1978 (1978).

Bibl.: G. Tamburrano, Storia a cronaca del centro sinistra, Milano 1971; M. Mafai, Lombardi, ivi 1976.

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