RICCARDO da Lentini

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 (2016)

RICCARDO da Lentini

Paolo Cova

RICCARDO da Lentini. – Della sua biografia restano ignoti numerosi dati: non si conoscono infatti né la data di nascita né quella di morte, e scarse sono le notizie relative alla famiglia. Nell’ultimo atto notarile noto che lo menziona, una compravendita del 1249, Riccardo risiedeva ad Augusta di Sicilia, e dell’acquisto risultava beneficiario il figlio Alberto (Dufour, 1989).

La sua fama è stata per lungo tempo associata ad alcune celebri lettere a lui indirizzate dall’imperatore Federico II di Svevia, e conservate nell’unico registro superstite della Cancelleria federiciana (1239-40), nelle quali il magister Riccardo rivestiva l’importante carica di «prepositus novorum hedificiorum» per i cantieri imperiali siciliani (Il Registro della Cancelleria..., a cura di C. Carbonetti, 2002, I, p. 49). Allo stato attuale degli studi risulta difficile delineare con chiarezza i contorni delle sue azioni e le caratteristiche del suo operato, anche se appare ormai superata l’idea della storiografia federiciana più datata, che per lungo tempo ha identificato la sua figura con quella di un alto funzionario imperiale.

Recenti indagini (Pistilli, 2014) hanno permesso di formulare concrete ipotesi sul ruolo di Riccardo quale responsabile delle fabbriche sveve, coniugando all’analisi stilistica delle opere architettoniche sopravvissute una più approfondita lettura del registro di Federico II e di altri rilevanti documenti, come il contratto di compravendita del 1249, ove viene titolato magister edificiorum imperialis Curie. Anche alla luce di tali studi appare verosimile collocare la data di nascita in un torno di anni prossimo al 1200, e, conseguentemente, una sua formazione entro il primo quarto del secolo. Inoltre, proprio le indagini stilistiche, associate alla presenza nella sua terra natale di alcuni importanti cantieri cistercensi, come quello di S. Maria di Roccabadia a Carlentini, sembrerebbero avvalorare la possibilità che la sua formazione si svolgesse in patria a contatto con la cultura architettonica dell’Ordine monastico (Pistilli, 2014, pp. 128 s.).

Nel registro del 1239-40, Riccardo rivestiva già un ruolo di interlocutore preferenziale delle direttive architettoniche siciliane di Federico II. Attraverso le puntuali e specialistiche indicazioni impartite dal sovrano sulla realizzazione dei monumenti e sulla conduzione dei cantieri emerge infatti una chiara articolazione dei compiti del magister, il quale era preposto alla supervisione di ogni opera del demanio imperiale, dai castelli alle imprese idrauliche (Il Registro della Cancelleria..., cit.), mansioni inconcepibili senza avanzate e solide competenze architettoniche e ingegneristiche. Il registro e i fatti storici potrebbero poi suggerire che l’incontro tra Federico II e l’architetto fosse avvenuto qualche anno prima, al tempo del vigoroso intervento militare in Sicilia, tra il 1233 e il 1234, in conseguenza delle sollevazioni di Siracusa e Nicosia. In quell’occasione l’imperatore riconquistò le città ribelli, entrò in Messina e soggiornò anche a Lentini; in tal senso probabilmente il tramite più logico tra i due poté essere il poeta e notaio Giacomo da Lentini, conterraneo di Riccardo, uomo di fiducia e membro del più ristretto entourage svevo (Pistilli, 2014, p. 129).

Il magister fu in quegli anni impegnato ad ampio raggio nella fondazione ex novo o nel completamento di diversi cantieri. La sua presenza è menzionata negli interventi imperiali della cittadella fortificata di Milazzo, nello sviluppo di nuovi edifici nel castello di Lentini, nell’approntamento delle difese di Caltagirone, nelle realizzazioni del meraviglioso Castel Maniace a Siracusa, nella fondazione di Castello Ursino di Catania e in quella della città di Augusta e probabilmente anche nei lavori di fortificazione a Messina (Constitutiones..., 1786, p. 277; Huillard-Bréholles,1857, V, 1, e V, 2; Sthamer - Houben, 2006). A questi vanno aggiunti: la rete idrica del «vivarium in acqua Sancti Cosme» nei pressi di Augusta (Huillard-Bréholles, 1857, V, 1; Dokumente zur Geschichte..., 2006, pp. 221, 224; Agnello, 1935, pp. 197-210) e forse anche la torre pisana del Castello di Lombardia a Enna (Pistilli, 1995).

La conclusione dell’attività sicula dell’architetto dovette coincidere con il progressivo spostarsi degli interessi dell’imperatore in ambito peninsulare; il 29 marzo 1240 Riccardo venne convocato presso la corte, che si trovava in Capitanata per la dieta di Foggia. La motivazione precipua riguardò l’avvio degli interventi architettonici a Catania: è noto, infatti, che il 6 maggio Riccardo scrisse ad Angelo Frisar, custode del porto di Augusta, e riferì del rapporto richiestogli in Puglia sullo stato di avanzamento dei lavori siciliani (Constitutiones..., 1786, p. 243; Pistilli, 2014, p. 132). In relazione a questo viaggio, alcune ipotesi storiografiche hanno intravisto, su base stilistica, un possibile ruolo del magister, invero non documentato, anche in alcuni dei principali cantieri pugliesi: come il castello di Lucera o il celeberrimo Castel del Monte (Pistilli, 2014, p. 132).

Nelle regioni dell’Italia centro-settentrionale la costruzione di alcune rocche, come Monselice o il Castrum imperatoris di Prato, denotava un progetto di fortificazioni svevo-ghibelline su vasta scala con una chiara implicazione politica (Pistilli, 2006). Riprova di ciò è proprio la presenza nel cantiere pratese di Riccardo, che viene documentato nell’aprile del 1246 con il titolo di «magister castri imperatoris» (Fantappiè, 1991, p. 261 n. 296): un elemento importante, questo, poiché può essere letto quale testimonianza del suo primato tra gli interpreti delle volontà di Federico II e dell’autorità del suo stesso magistero, che si poté concretizzare in un’ultima e diffusa attività costruttiva peninsulare.

L’importanza dell’architettura di Riccardo risiede nel superamento del modello tradizionale di castello normanno, e soprattutto nella genesi e nella diffusione del castrum perfetto di tradizione sveva. Il magister sviluppò un percorso stilistico che, muovendo dai masti normanni, attraverso elementi progettuali e stilistici cistercensi, bizantini, provenzali e crociati, giunse all’elaborazione di uno stile caratterizzato da efficaci, ma euritmiche soluzioni progettuali, dal complesso linguaggio plastico, dalla pura geometria delle piante e dai solidi corpi di fabbrica con campate quadrate voltate a crociera. La produzione che è stata riferita a Riccardo, quantitativamente e qualitativamente rilevante certamente nei cantieri della Sicilia ionica e probabilmente anche in quelli della penisola, fu supportata da elevate competenze ingegneristiche, che gli permisero di impegnarsi con successo in diverse tipologie di edifici e costruzioni.

Fonti e Bibl.: Constitutiones Regum Regni Utriusque Siciliae, a cura di G. Carcani, Napoli 1786, pp. 243, 277; J.L.A. Huillard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi, Parigi 1857, V, 1, pp. 429, 509-511, 527-529, V, 2, p. 862; R. da Lentini, in U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXVIII, Liepzig 1934, p. 243; G. Agnello, L’architettura sveva in Sicilia, Roma 1935, pp. 23-25, 93, 147-150, 197-210, 257 s., 260 s., 275-277, 307, 396, 398-402; Id., L’architettura civile e religiosa in Sicilia nell’età sveva, Roma 1961; L. Dufour, Augusta da città imperiale a città militare; mostra permanente, Palermo 1989, p. 213; R. Fantappiè, Nascita e sviluppo di Prato, in Prato. Storia di una città, I. Ascesa e declino del centro medievale (dal Mille al 1494), a cura di G. Cherubini, Firenze 1991, p. 261 n. 296; P.F. Pistilli, Castello di Lombardia a Enna (Castrogiovanni), in Federico II e l’Italia: percorsi, luoghi, segni e strumenti (catal., 1995-96), a cura di C.D. Fonseca - V. Pace, Roma 1995, pp. 203-206; Enciclopedia dell’arte medievale, Roma 1998-2000, IX, p. 730, XI, p. 273; Il Registro della Cancelleria di Federico II del 1239-40, a cura di C. Carbonetti Venditelli, Roma 2002, I, pp. 49, 173, 176 s., 204, 206 s., II, p. 726; Federico II. Enciclopedia Fridericiana, Roma 2005, I, pp. 84, 259, 261 s., 273, 275 e 288, II, pp. 47 s., 710 s.; P.F. Pistilli, Dal Meridione verso il Settentrione: castelli di Federico II nel Regno d’Italia, in Mezzogiorno e Mediterraneo. Territori, strutture, relazioni tra Antichità e Medioevo. Atti del Convegno internazionale... 2005, a cura di G. Coppola et al., Napoli 2006, pp. 169-182; Dokumente zur Geschichte der Kastellbauten Kaiser Friedrichs II. und Karls I. von Anjou, III, Abruzzen, Kampanien, Kalabrien und Sizilien, a cura di E. Sthamer - H. Houben, Tubinga 2006, pp. 220-222, 224; P.F. Pistilli, Sulle orme di R. da Lentini, «prepositus novorum hedificiorum» di Federico II di Svevia, in I luoghi dell’arte. Immagine, memoria, materia. L’Officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro, a cura di G. Bordi et al., Roma 2014, pp. 127-136.

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