Retinolo

Dizionario di Medicina (2010)

retinolo


Composto chimico organico, noto anche come vitamina A1, che costituisce il precursore inattivo del retinale, forma biologicamente attiva della vitamina A. Si origina dalla degradazione enzimatica del β-carotene, che avviene nell’intestino tenue e dà origine a due molecole di r., che si ritrovano comunemente nella loro forma isomerica trans. Successivamente, nel fegato il r. viene enzimaticamente ossidato e isomerizzato a retinale, che è l’unico composto in grado di legarsi reversibilmente all’opsina (formando rodopsina), per essere così utilizzato nel complesso di reazioni alla base del meccanismo della visione (➔). Anche se il r. come tale non possiede attività biologica, può essere però immagazzinato per diversi mesi nel fegato dopo esterificazione con acidi grassi a lunga catena carboniosa (come l’acido palmitico). È questa, pertanto, la forma farmaceutica più frequentemente utilizzata nei casi di carenza di vitamina A.

Fabbisogno

I Mammiferi non sono in grado di sintetizzare il r., che deve essere perciò assunto con la dieta (circa 2,5 mg/die) o sotto forma di β-carotene, presente in numerosi alimenti di origine vegetale (carote, frutti arancioni e gialli, spinaci, patate dolci, ecc.), o come r. stesso, presente nei tessuti animali di deposito che lo contengono (fegato di pesce, tuorlo d’uovo, ecc.). Nei bambini malnutriti la carenza di r. provoca la degenerazione dei segmenti esterni dei bastoncelli, che è causa di cecità (xeroftalmia); negli adulti con alimentazione prolungata povera di r. si verifica soltanto uno scarso adattamento alla visione notturna (emeralopia).