REPUBBLICA

Enciclopedia Italiana (1936)

REPUBBLICA

Emilio CROSA
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. Forma di stato, che si distingue essenzialmente per la sua opposizione alla monarchia (v.).

L'espressione res-publica e poi repubblica, république, tuttavia, non ebbe dapprima il valore esclusivo che oggi ha assunto per designare una specifica forma di governo non monarchica: significò invece il complesso dell'organismo statale e il suo equivalente odierno sarebbe pertanto non "repubblica", ma "stato". Questo è il suo significato nella stessa terminologia di Roma antica; e ancora sotto l'Impero il termine sussiste, ufficialmente e letterariamente, sempre con l'identica accezione. Ma - e questo è l'inizio della nuova fortuna del termine - proprio sotto l'lmpero talvolta, ad opera dell'opposizione senatoria, la respublica viene identificata con l'antico governo precedente al principato e perciò messa in aperta opposizione al governo dei Cesari (cfr. per es. Tacito, Annali, I, 3, 30). Così il termine viene ad assumere un doppio significato, che mantiene per lunghi secoli: ma prevalente rimane sempre per lungo tempo il significato originario, anche per influsso del linguaggio giuridico e della tradizione speculativa che aveva un riferimento più immediato nelle trattazioni antiche, il cui titolo da solo - originario o nella vulgata latina - (Respublica di Cicerone; Respublica di Platone) orientava verso l'accezione più generale e generica. Così mentre il Machiavelli distingue nettamente le "repubbliche" dai "principati", per il Bodin (seconda metà del sec. XVI) république designa ancora lo stato in genere.

Un significato più generico ancora era stato dato al termine, quando si parlava di Respublica Christiana: espressione, questa, comunissima nel Medioevo e ancora per tutto il Cinquecento e parte del Seicento, e che indicava non più nemmeno lo stato, bensì la comunità - morale e spirituale, non politica, delle genti cristiane - una comunità caratterizzata dunque non dall'elemento politico-giuridico, bensì dall'elemento religioso-morale.

In realtà, all'accezione esclusiva, nel senso di una determinata forma di governo, si perviene solo col sec. XVIII e la rivoluzione francese.

Nella repubblica la volontà dello stato non può essere formata con un procedimento psicologico, non può essere, cioè, la volontà di un solo, che riassuma o rappresenti o incarni lo stato, ma è sempre una volontà formata mediante un procedimento giuridico, che attribuisce a organi, determinati dalla costituzione, la competenza di manifestare la volontà statuale. La repubblica assume, quindi, forme diversissime; si può accostare alla monarchia in special modo nelle repubbliche parlamentari moderne; e andare sino alle forme di governo diretto del popolo, come se ne ha esempio ancora in alcuni cantoni svizzeri. Può essere anche costituita da più monarchie; e un esempio ne sarebbe stato lo stesso impero germanico, ritenuto sotto quest'aspetto una repubblica, come fu notato dal Bismarck (G. Jellinek, Allgemeine Staatslehre, 3ª ed., Berlino 1929, pp. 712, 713).

La repubblica ha assunto nella storia gli atteggiamenti più svariati; ma, prescindendo dalle forme eccezionali in cui il potere supremo fu tenuto da corporazioni, quali l'Ordine Teutonico in Prussia, la Compagnia delle Indie Orientali in India, la Società del Congo per il Congo o dai principi confederati nell'Impero germanico, o da classi sociali, la forma repubblicana è fondata essenzialmente sul principio democratico. Si pone, cioè, a base della forma di governo non monarchico il principio della sovranità popolare, che può dare origine sia a forme di governo cesareo o a dittature, quali si ebbero, per es., con Napoleone, sia alla forma di governo diretto.

La repubblica a governo diretto si distingue in quanto il popolo governa esso stesso lo stato, vota le leggi, approva gli atti d'amministrazione, esercita la funzione giurisdizionale. Essa fu adottata nelle democrazie dell'antichità classica, ma non integralmente, sia per la limitazione dei cittadini attivi sia per quella delle funzioni riservate all'assemblea. Si osserva ancora attualmente in qualche cantone svizzero: Glaris, i due cantoni di Unterwald, i due di Appenzell. Il cantone di Uri, la cui Landesgemeinde risaliva al 1291, rinunciò nel 1928 a questa forma. Essa può sussistere in stati con piccola popolazione e costituisce ormai una curiosità costituzionale. Tuttavia, una forma analoga si ebbe in tempi di crisi e diede origine al cosiddetto governo della Convenzione, quale si ebbe in Francia dal 1792 al 1795.

La repubblica democratica si afferma piuttosto attraverso le istituzioni rappresentative e, in particolar modo, nelle costituzioni del dopoguerra, con sistemi misti, normalmente rappresentativi, ma con l'inserzione d'istituti proprî del governo diretto, quali il referendum e il plebiscito (v.). Tale realtà giuridica è per solito affermata nelle stesse costituzioni. "We the People of the United States", nella costituzione americana; "La potestà d'impero emana dal popolo" come nella costituzione germanica dell'11 agosto 1919, e con formule analoghe nelle costituzioni contemporanee. Esempî di repubblica essenzialmente ed esclusivamente rappresentativa sono gli Stati Uniti d'America e la Francia, per quanto differiscano profondamente nel sistema di governo, presidenziale nella prima, parlamentare nella seconda. Nel 1934 il popolo austriaco riceve la costituzione per il proprio stato federale cristiano e tedesco su base corporativa "in nome di Dio onnipotente da cui deriva ogni diritto".

Grandissima varietà offre nella repubblica la sistemazione del capo dello stato. Nella forma presidenziale, quale quella degli Stati Uniti, il presidente è eletto mediante una votazione del popolo, di doppio grado, cosicché si ha il governo di un uomo scelto dal popolo, secondo una formula corrente, e responsabile dinnanzi al popolo. Questa forma presidenziale si ebbe anche in Europa, ma per breve tempo, con la costituzione francese del 14 gennaio 1852, seguita poco appresso dall'instaurazione del secondo impero. Anche negli stati dell'America latina si ha una forma presidenziale più o meno fedelmente imitata da quella degli Stati Uniti. Questa forma presidenziale ancora si notava nella costituzione di Weimar, prima dell'avvento di A. Hitler, ma combinata con le forme del cancellierato e del governo di gabinetto. Nelle repubbliche parlamentari quali la Francia, il capo dello stato, il presidente, è eletto da organi speciali.

In altre forme repubblicane, a capo dello stato si ha un collegio il cui presidente funge da capo dello stato in quanto è capo del collegio. Così è nella Svizzera, il cui organo supremo di governo è il Bundesrat. Anche nelle costituzioni del dopoguerra e nei diversi stati del Reich prima dell'unificazione attuata dal Hitler, a causa dell'assunzione di una forma ultraparlamentare di governo, a capo dello stato si aveva il gabinetto eletto dall'assemblea e quale presidente fungeva il presidente del gabinetto stesso. Sistemazione analoga esisteva nella costituzione austriaca del 1920, esiste nella costituzione dell'Estonia (cost. 15 giugno 1920) e, in forma più attenuata, in altre. Questo indirizzo fu decisamente superato nelle costituzioni recentissime ispirate all'opposto principio di rafforzare il potere esecutivo e quindi di dare il massimo rilievo al capo dello stato. Nella forma ultima assunta dal Reich germanico con la legge 1 agosto 1934 (R. G. B., n. 89) e sanzionata da un plebiscito, l'ufficio di presidente del Reich ê unito con quello di cancelliere e al presidente spetta il titolo di Führer (R. G. B., n. 91).

La forma repubblicana dello stato consente, perciò, le varietà più grandi di struttura e così può dar luogo a uno stato unitario, o a uno stato federale, composto di stati che possono essere anche singole monarchie.

Nello stato moderno, la distinzione fra monarchia e repubblica è quindi, sotto l'aspetto giuridico, molto attenuata, non potendosi in alcun modo dedurre, data la varietà di atteggiamenti che ha assunto la forma repubblicana di governo, dalla somma di competenze attribuite al capo dello stato e neppure dalla diversa formazione della volontà statuale, per la caratteristica dello stato moderno di esprimere la propria volontà attraverso un procedimento esclusivamente giuridico, cosicché anche in questo campo è venuta a cessare l'antitesi esistente in altri tempi e sotto altri regimi.

Sotto l'aspetto politico, la differenza fra le due forme è invece sostanziale in quanto la monarchia presuppone una tradizione dinastica, raffigura l'unità e la continuità storica dello stato nell'istituzione monarchica, nella vivente realtà della successione dei regnanti, mentre la forma repubblicana assume a suo fondamento un principio teorico che può addurre a forme di governo disparate.

Bibl.: Oltre i trattati di diritto costituzionale, v. in particolare: G. Jellinek, Allgemeine Staatslehre, 3ª ed., Berlino 1929, p. 710 segg.; R. Hübner, Die Staatsform der Republik, 1919, in Bücherei d. Kultur u. Geschichte, I; E. Bernatzik, Republik und Monarchie, 2ª ed., Tubinga 1919.

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