INDONESIANA, REPUBBLICA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

INDONESIANA, REPUBBLICA

Mario TOSCANO
Adriano H. LUIJDJENS

. Nuovo stato che comprende nominalmente le isole di Giava, Sumatra e Madura; trae le sue origini da un movimento nazionalista che, nato al principio del secolo, dopo la prima Guerra mondiale si sviluppò e si diffuse largamente soprattutto nell'ambiente intellettuale di Giava e Sumatra. Nonostante l'energica azione del governo olandese contro le tendenze estremiste del movimento, esso continuò a vivere clandestinamente, nell'attesa del momento favorevole. L'occasione auspicata doveva sorgere durante la seconda Guerra mondiale, in seguito all'occupazione nipponica (marzo 1942).

Gli indigeni, e specialmente gruppi intellettuali giavanesi, accolsero le forze armate del Tennō come liberatrici. D'altra parte, i Giapponesi che in un primo tempo miravano ad inquadrare le isole nel proprio sistema imperialistico, monopolizzandone le enormi richezze naturali, concessero a queste, formalmente, una amministrazione autonoma, in realtà priva di contenuto politico. In un secondo tempo, invece, con l'avvicinarsi della disfatta, il governo di Tōkyō rivestì detta autonomia solo apparente di un valore sempre più reale, promettendo nell'estate del 1944 addirittura il riconoscimento dell'indipendenza e investendo, pochi giorni prima della resa, il 9 agosto 1945, di poteri discrezionali i capi dell'amministrazione collaborazionista Soekarno e Mohammad Hatta; questi, il 14 agosto 1945, proclamarono l'indipendenza e pubblicarono la costituzione della Repubblica indonesiana.

Il nuovo stato, armato con le armi lasciate dai Giapponesi, comprendeva, in un primo tempo, nominalmente tutta l'estensione delle Indie Olandesi, ma le popolazioni della parte orientale dell'arcipelago, temendo un predominio giavanese, durante la conferenza di Malino si staccarono dalla repubblica. Lo stesso fece il Borneo, di modo che ai primi del 1947, il territorio repubblicano era ridotto a Giava e Sumatra ad eccezione dei porti maggiori occupati dagli Olandesi. Dopo l'azione militare del luglio 1947 (v. appresso), il territorio divenne più ristretto, e si limitava, prima dell'ultima azione militare olandese (18 dicembre 1948-5 gennaio 1949) alla parte centrale di Giava, la parte orientale di Madura e circa quattro quinti di Sumatra, escluse le regioni più importanti per l'economia mondiale.

Cessate le ostilità con Tōkyō, gli Olandesi avrebbero voluto rientrare immediatamente nei loro possedimeriti orientali, ma, per mancanza di tonnellaggio, non poterono attuare il loro proposito fino all'autunno del 1946 e dovettero accontentarsi di affidare alle truppe anglo-indiane il compito di rioccupare quei territorî.

Il governo britannico, poco desideroso di assumersi oneri altrui, vinta la resistenza iniziale indonesiana, si limitò a fare occupare alcuni capisaldi e favorì l'inizio di trattative dirette tra il governo repubblicano e il rappresentante del governo olandese, H. van Mook, offrendo la mediazione, prima di Sir Archibald Kerr-Clark lord Inverchapel e quindi di lord Killearn, entrambi diplomatici di carriera.

Queste trattative furono assai lunghe e laboriose, essendo le due parti ugualmente intransigenti: l'Olanda perché poco desiderosa di rinunciare indiscriminatamente alla propria sovranità, la Repubblica perché diffidente e timorosa di veder limitate la sua libertà e indipendenza. Le tappe più importanti del negoziato possono essere così sintetizzate. Iniziate il 13 marzo 1946 le conversazioni ufficiali, in aprile gli Indonesiani accettarono la sostituzione delle truppe britanniche con quelle olandesi e promisero di liberare gli internati. In maggio, gli Olandesi che già con la dichiarazione del 10 febbraio 1946 avevano riconfermato l'intenzione di dare all'Indonesia un governo proprio, promisero di inquadrare la repubblica in uno stato federale indonesiano. Nell'estate, le discussioni entrarono tuttavia in una fase particolarmente critica a causa del contrasto sulla delimitazione dei confini della nuova repubblica, che gli Olandesi intendevano limitare a Giava. In ottobre, si ebbe peraltro una nuova distensione in seguito alla minaccia di deferimerito della questione alle N. U., il che portò alla conclusione di un armistizio (14 ottobre) e all'accordo di Linggadjati, siglato il 15 novembre. In base ad esso, le due parti accettavano la costituzione dell'Unione Olandese Indonesiana di cui farebbero parte gli Stati Uniti d'Indonesia e tra questi la Repubblica indonesiana, estendentesi a Giava, Sumatra e Madura. Ratificato l'accordo (25 marzo 1947), le conversazioni per la sua applicazione, iniziate subito dopo, si rivelarono assai difficili, e, nonostante gli interventi britannico e americano, portarono a un graduale, reciproco irrigidimento che sfociò nell'azione armata dell'Olanda contro la Repubblica (21 luglio). Il 30 luglio 1947 la questione venne deferita alle N. U., che il 1° agosto invitavano alla cessazione delle ostilitàe quindi procedevano alla nomina di una commissione arbitrale di tre potenze, Australia, Belgio e Stati Uniti d'America, che l'8 dicembre iniziava nuove trattative. Il 17 gennaio 1948 tali trattative giungevano finalmente a conclusione con l'accordo del Renville (dal nome della nave americana su cui fu firmato), che riconferma e precisa le decisioni di Malino e Linggadjati. Nel febbraio, il negoziato diretto tra Olanda e Indonesia, sempre assistite dalla commissione delle N. U., veniva ripreso. Le due parti procedevano allora alla nomina di quattro comitati per la trattazione separata delle questioni politiche, militari, economiche e finanziarie, ma presto le conversazioni incontravano difficoltà gravi per l'interpretazione e l'applicazione dell'accordo. Fu manifesto l'intendimento olandeae di diminuire il peso preponderante che la Repubblica indonesiana avrebbe avuto nei costituendi Stati Uniti d'Indonesia, restringendone i limiti territoriali e promovendo nei territorî rivendicati dalla Repubblica la formazione di stati autonomi. L'asserita debolezza del governo della Repubblica indonesiana verso i movimenti comunisti locali - invero non confermata dall'energia con cui esso domò un tentativo comunista di insurrezione nel settembre 1948 - e in genere verso l'espansione del comunismo in Asia e le effettive quasi quotidiane infrazioni dell'armistizio, parvero assicurare a un gesto di forza olandese l'anticipata acquiescenza degli Stati Uniti d'America, dell'Inghilterra e della Francia. Ma il gesto, iniziato il 18 dicembre 1948, dall'Olanda con l'attacco alla Repubblica, l'occupazione della capitale Jogjakarta, l'arresto di Soekarno, di Mohammad Hatta e di altri capi e uomini di governo, ha provocato l'intervento del consiglio di sicurezza delle N. U. e, su proposta americana, la condanna, sia pur platonica, dell'azione olandese e l'ordine di sospendere le ostilità (concluse, infatti, il 5 gennaio 1949) e di rilasciare i membri del governo.

Il Governo della repubblica finora non ha pubblicato statistiche e pressoché nulla si sa sullo stato interno del paese. Certo è che i territorî occupati dagli Olandesi coll'azione del luglio 1947 si trovavano in gravi condizioni economiche. I raccolti di riso, già assai scarsi sotto l'occupazione giapponese, sono divenuti del tutto insufficienti e la mortalità a Giava, ma specialmente a Madura, è altissima. Per mancanza di mezzi di trasporto e di senso organizzativo, le autorità repubblicane non riescono a far giungere in talune regioni i viveri che in altre sovrabbondano. Il commercio con piccoli battelli indigeni è piuttosto attivo. Si tratta in gran parte di esportazione clandestina verso Singapore di merce prodotta nelle piantagioni europee, spesso ancora in epoca prebellica.

Bibl.: A. H. Lujidjens, Passato e futuro dell'Indonesia e Travaglio dell'Indonesia; influenze comuniste, in Idea, III, agosto 1947 e IV, febbraio 1948.

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