ARGENTINA, Repubblica

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

ARGENTINA, Repubblica (IV, p. 184)

Pino FORTINI
Ugo FISCHETTI
Alberto BALDINI
Carlo DE ANGELIS
Ugo FISCHETTI
Anna Maria RATTI

Una valutazione al gennaio 1936 ne fa ammontare la popolazione (p. 200) a 12.374.000 ab., cioè 4,7 per kmq. Nella tabella che segue è data la popolazione assoluta e relativa delle province e dei territorî a tale data (cfr. p. 212).

La popolazione delle città principali (p. 213), sempre al gennaio 1936, era la seguente: Buenos Aires (municipio, quindi senza i sobborghi) 2.268.000 ab.; Rosario 761.300; Córdoba 309.000; La Plata 260.000; Santa Fe 138.000; Tucumán 136.000; Bahía Blanca 108.000; Mendoza 81.000; Pergamino 75.000; Paraná 70.000; Santiago del Estero 64.000; Junín 60.000; Chivilcoy 56.000; Corrientes 53.000; Mar del Plata 53.000; San Juan 50.000.

Il numero degl'immigranti e degli emigranti (p. 216) dal 1927 al 1936 è dato nella tabella che segue:

(p. 206). - La produzione del frumento raggiunse un massimo nel 1928-29, con 83,6 milioni di quintali (971 kg. per ettaro); dopo un formidabile calo nell'anno seguente (meno della metà del prodotto 1928-29), la produzione si è mantenuta sui 60-65 milioni di quintali fino al 1933-34, in cui fu di 77,9 milioni di quintali. Nel 1936-37 essa è stata di 68 milioni di quintali, ricavati da una superficie di 6.365.000 ha.

Uno sviluppo grandissimo ha avuto la coltivazione del mais, che occupa ora sui 5 milioni e mezzo di ha. e dà annualmente dagli 80 ai 100 e più milioni di q. (nel 1936-37, 94,4; nel 1934-35, annata particolarmente favorevole, 115). Nel 1936-37 la produzione degli altri cereali fu la seguente: avena (825.000 ha.) 8,2 milioni di q.; orzo (570.000 ha.) 6,8 milioni di q.; segale (400.000 ha.) 2.250.000 q.; riso (13.000 ha.) 335.000 q. Tra le colture industriali argentine, quella del cotone ha fatto i maggiori progressi, specialmente nel Chaco, che ne produce più del 90%; la produzione media annua nel quadriennio 1924-25/1927-28 fu di 183.000 q. di fibra, saliti a 640.000 nel 1934-35 (superficie coltivata, 411.000 ha.).

Pure in aumento, ma assai minore, è la produzione del tabacco (16.000 ha., 152.000 q. nel 1935-36), della canna da zucchero (152.000 ha., 4.344.000 q. di zucchero nel 1936-37), della vite (169.000 ha. e 5.750.000 hl. di vino nel 1935-36), del lino da seme (2.645.000 ha. e 18,5 milioni di q. nel 1936-37).

Giova ricordare che l'aumento della superficie coltivata in tempi recenti è dovuto anche alla costruzione di grandi opere irrigatorie. Fra l'altro, nel 1937 è stata ultimata la costruzione sul Río Tercero, in provincia di Córdoba, della più grande diga dell'America Meridionale, alta 50 m. e lunga 360, che ha dato origine a un vasto lagoserbatoio, con le acque del quale si potranno irrigare 60.000 ha.

Il censimento del bestiame del 1930 ha dato 32,2 milioni di bovini, 44,4 di ovini, 9,9 di equini, 5,6 di caprini, 3,8 di suini.

La produzione del petrolio, il minerale di maggior conto della Repubblica, è salita da 1.025.000 tonn. nel 1926 a 2.180.000 tonn. nel 1936, provenienti per 4/5 dalla zona di Comodoro Rivadavia, presso il Golfo di S. Jorge. Nonostante l'incremento dell'ultimo decennio, la produzione non soddisfa il fabbisogno interno.

(p. 207). - Tra le industrie, maggiore sviluppo hanno avuto quelle tessili e alcune di quelle alimentari (conserva di pomodoro, pastificio, ecc.). Il cotonificio, che aveva 60.000 fusi nel 1930, ne contava 251.000 nel 1936; sono in corso di installazione altri 100.000 fusi. Tuttavia l'industria tessile nazionale è ancora lontana dal poter bastare al consumo interno.

(p. 209). - Cure grandissime sono state rivolte dal governo alle vie di comunicazione. Le ferrovie da 36.295 km. nel 1927 sono salite a 41.753 km. nel 1935. La rete stradale ordinaria è compoata da 1000 km. di strade pavimentate, 30.000 km. di strade a fondo artificiale, transitabili tutto l'anno, e 100.000 km. di strade a fondo naturale, impraticabili in alcune stagioni.

(p. 208). - Il commercio con l'estero da qualche anno, dopo la crisi economica mondiale, è in via di ripresa; la bilancia commerciale è sempre favorevole. Nella tabella che segue è dato il valore (in milioni di pesos m/n, cioè pesos carta) delle esportazioni e delle importazioni dal 1932 al 1936:

Marina mercantile (p. 223). - Al 30 giugno 1937 la marina mercantile risultava costituita da 333 navi per tonn. lorde 318.530 (Lloyd's Register, ed. 1937-38). Tale naviglio è esclusivamente dedito al cabotaggio che è riservato alla bandiera.

L'efficienza, assai modesta, di questa marina è anche menomata dalle eccessive tabelle di armamento che le leggi argentine impongono e, secondo opinioni autorevoli, dall'insufficiente assistenza erariale. Le comunicazioni transatlantiche sono assicurate dalle bandiere estere, fra le quali occupa un posto importante l'italiana. Non esiste una grande industria delle costruzioni navali; la più grande nave che sia stata costruita in paese è la motocisterna Presidente Figueroa Alcorta, di 4750 tonn.

Aviazione civile (p. 223). - Dipende dal Ministero dell'interno (Direzione dell'aviazione civile), ente che controlla l'attività delle società per il traffico aereo e dei numerosi aero-clubs (quasi tutti sovvenzionati dallo stato) che hanno scuole proprie per l'istruzione e l'allenamento.

La rete argentina comprende le seguenti linee: Francia-Buenos Aires, gestita dall'Air-France; Buenos Aires-Santiago del Chile, gestita dall'AirFrance; Bahía Blanca-S. Antonio Oeste-Rawson-Comodoro Rivadavia-Puerto Deseado; S. Julián-Santa Cruz-Río Gallegos, gestita dall'Aeroposta Argentina; Río Gallegos-Río Grande, gestita dall'Aeroposta Argentina; Buenos Aires-Santiago del Chile, gestita dalla compagnia Pan-American Argentina; Argentina-Costa Est degli Stati Uniti d'America, gestita dalla Pan-American Airways; Argentina-Costa Ovest degli Stati Uniti d'America, gestita dalla Pan-American Argentina; Santiago del Chile-Buenos Aires-Brasile e Germania, gestita dal Sindacato Condor in collaborazione con la società tedesca Luft-Hansa.

Detta rete dispone delle seguenti basi aeree: Seis de Septiembre, Castelar, San Fernando, General Pacheco, Bahía Blanca, Pigüé, La Plata, Paganini, San Francisco, Córdoba, Río Cuarto, General Soler, Monte Caseros, Corrientes, Los Tamarindos, San Antonio Oeste, Trelew, Kilometro Nueve, Puerto Deseado, San Julián, Río Gallegos, Santa Cruz, Resistencia, Posadas.

Unico stabilimento di costruzioni aeronautiche è quello militare di Córdoba fondato nel 1927. Esso è alle dirette dipendenze della Direzione tecnica del Ministero della guerra, e sino al 1932 ha costruito solo velivoli e motori stranieri sotto licenza; da tale data ha iniziato anche la produzione di propria progettazione sia per uso militare sia per uso commerciale e sportivo.

Organizzazione ecclesiastica (p. 222). - Nel 1934, è stata completamente rinnovata, mediante un nuovo coordinamento delle provincie ecclesiastiche, elevando parecchie diocesi a metropolitane e istituendone delle nuove (che indichiamo in carattere corsivo); sicché ora si hanno le provincie ecclesiastiche di Buenos Aires, con suffraganei Azul, Mercedes; di Córdoba, con suffraganei La Rioja, Río Cuarto; di La Plata, con suffraganei Bahía Blanca Viedma; di Paraná, con Corrientes, Santiago del Estero; di Salta, con Catamarca, Jujuy; di S. Juan de Cuyo, con S. Luís (S. Luigi di Argentina), Mendoza; di Santa Fe, con Rosario, Tucumán.

Forze armate. - Esercito (p. 223). - È costituito da 5 divisioni di fanteria, 3 brigate di cavalleria, 3 distaccamenti da montagna, 1 distaccamento speciale, "Comodoro Rivadavia", e unità varie di artiglieria. Complessivamente la fanteria ammonta a 19 reggimenti (di cui 2 cacciatori); ogni reggimento è su 3 battaglioni di 2 compagnie fucilieri, 1 compagnia mitraglieri e 1 sezione collegamenti ciascuno. La cavalleria ammonta ad 11 reggimenti di 4 squadroni cavalieri e 1 squadrone mitraglieri. L'artiglieria comprende 5 reggimenti di artiglieria da campagna su 2 gruppi da 75 mm. e 1 batteria obici da 105 mm.; 3 gruppi di artiglieria a cavallo su 2 batterie da 75 mm.; 2 gruppi di artiglieria da montagna su 2 batterie da 75 mm. Il genio ammonta a 5 battaglioni di zappatori-pontieri su 2 compagnie ciascuno.

Marina militare (p. 223). - Nuove unità: Incrociatori leggieri: La Argentinia, costruito nel 1937 da Armstrong, di 6500 t. e 30 nodi, armato con 9/152, varî cannoni e mitragliatrici antiaerei, 6 tubi di lancio in due impianti trinati da 533, 2 aerei, attrezzato per portare 60 allievi; Almirante Brown e Veinticinco de Mayo, costruiti in Italia (Odero-Orlando) nel 1929-30, da 6800 t. e 33,5 nodi, armati con 6/190, 12/100 a.-a., 6 tubi di lancio in 2 impianti trinati da 533, 2 aerei.

Cacciatorpediniere: 7 in costruzione in Inghilterra.

Sommergibili: 3 (Salto, Santa Fe, Santiago del Estero) costruiti in Italia (Tosi-Taranto) nel 1931-32, da 775/920 t- e 17/19 nodi, armati con 8 tubi di lancio da 533 e 1/102.

Dragamine: 7 in costruzione, da 550 t.

Gli effettivi sono saliti a 12.250 uomini.

Aviazione militare (p. 223). - L'aviazione per l'esercito, posta alle dipendenze del Ministero della guerra, Direzione generale dell'aeronautica per l'esercito, comprende: a) una direzione aerotecnica; b) uno stabilimento costruzioni aeronautiche militari con sede a Córdoba; c) due gruppi da caccia (con sede a El Palomar e a Los Tamarindos, due gruppi da bombardamento (con sede a Brigadier General Justo José de Urquiza e a Los Tamarindos), due gruppi da ricognizione (con sede a El Palomar e a B. G. J. J. de Urquiza); d) una scuola militare d'aviazione; e) tre aeroporti militari nelle sedi nominate.

L'aviazione navale, alle dipendenze del Ministero della marina, Direzione generale dell'aviazione, comprende: a) due squadriglie da caccia (con sede a Puerto Belgrano e a Río de la Plata), una squadriglia mista per il bombardamento, la sorveglianza costiera e la ricognizione; b) una scuola militare di aviazione a Puerto Belgrano; c) le basi di Puerto Belgrano, di Río de la Plata, di Punta India, di Martín García e di Ushuaia.

Finanze (p. 223). - Diamo qui le cifre, in milioni di pesos, dei bilanci statali dal 1930 in poi.

Al 31 dicembre 1936 il debito estero ammontava a 1241 milioni e quello interrno a 2565 di cui 2504 consolidato.

Nell'agosto 1927, dopo 13 anni di sospensione, l'Argentina tornò alla base aurea restituendo al peso carta il suo valore prebellico (0,44 peso oro). Nel dicembre 1929, il progressivo indebolimento della riserva aurea all'estero costrinse però il governo a sospendere di nuovo la convertibilità. Nell'ottobre 1931 fu introdotto il controllo dei cambî. Dal n0vembre 1933 il peso ha due corsi, quello ufficiale (proveniente da esportazioni "regolari"), stabilizzato di fatto dal gennaio 1934 al tasso di 15 o 16 pesos per ???116??? 1, rispettivamente per la vendita o per l'acquisto; e quello libero, che al 31 dicembre 1937 era di 17,01. Ai primi del 1938 si è tuttavia verificata una caduta nei corsi del peso, in seguito a provvedimenti governativi di carattere commerciale.

La riforma bancaria del 28 marzo 1935 ha creato una banca centrale, che ha assorbito l'antica Caja de Conversión, col privilegio dell'emissione (riserva legale in oro e divise pari al 25% di tutti gl'impegni a vista) e con funzioni di controllo della circolazione e del credito, e l'Instituto Movilizador de inversiones bancarias per la liquidazione dei crediti bancari congelati. Contemporaneamente le riserve della Cassa di conversione furono rivalutate sulla base della stabilizzazione in atto dal 1934. Al 31 dicembre 1937 i biglietti della Banca centrale (convertibili in lingotti oro di almeno 400 once) ammontavano a 1150 milioni e quelli del governo (moneta divisionale) a 209, la riserva in oro era di 1354 milioni e quella in divise di 68. I principali istituti di credito sono: il Banco de la Provincia de Buenos Aires (1853), il Banco de Italia y Rio de la Plata (1872), il Banco de Córdoba (1873), il Banco Español del Rio de la Plata (1886), e il Banco de la Nación Argentina (1891) che fino al 1935 ha esercitato alcune funzioni di banca di stato e ora è soltanto banca commerciale.

Bibl.: V. le pubbl. periodiche della Soc. d. naz., specie l'Annuario.

Storia (pag. 229).

Il presidente Irigoyen quando, nel 1928, venne per la seconda volta portato al maggior consesso della Repubblica argentina (egli era stato presidente della Repubblica come esponente del partito radicale dal 1916 al 1922) lo dovette a una frazione del vecchio partito, quella dei Personalisti, contro la quale, nello stesso partito radicale, lottava la frazione degli Antipersonalisti (questa scissione del partito si manifestò durante la legislatura radicale di Marcello Alvear, 1922-28).

Ippolito Irigoyen era il rappresentante tipico del partito radicale argentino. Partito che - l'analogia terminologica con movimenti europei del genere non deve trarre in inganno - nella sostanza non possedeva un proprio programma definito e circostanziato: il programma si risolveva in un atteggiamento negativo nei confronti degli altri partiti. Infatti, nella realtà, Irigoyen e i suoi diedero esempio di una fondamentale spregiudicatezza politica nei riguardi di quei principî politici, di marca europea, che essi ostentavano di sostenere. Irigoyen basava la sua politica su elementi di natura prettamente personale; egli si valeva della popolarità conquistata durante la guerra mondiale cou alcuni provvedimenti calmieristici e con il sostegno della neutralità, per realizzare una politica interna profittevole alla casta politica di cui egli era il rappresentante.

Invecchiando, poi, quelli che erano i lati deteriori della sua personalità venivano più palesemente alla superficie e l'incapacità del regime da esso diretto, nel settore interno e in quello internazionale, finì per destare le preoccupazioni più vive nel paese.

L'Argentina vedeva infatti diminuire il suo prestigio fra gli stati dell'America Meridionale. Ciò alimentava la forza d'opposizione del partito antagonista, ma con lo scoppiare della crisi economica mondiale anche larghe masse popolari passarono all'opposizione. Il partito personalista, di cui Irigoyen era l'esponente, andò così rapidamente declinando di forza e di prestigio, come le elezioni parziali al Congresso del 1930 dimostrarono. Svelatasi in tale modo la decadenza del partito personalista, si rese possibile la riuscita di un colpo di stato che portò alla testa del governo provvisorio un generale, il conservatore Uriburu. Il regime di dittatura da esso instaurato raccolse nel primo tempo un certo favore anche perché adottò provvedimenti e misure che il paese si attendeva. Ma l'Uriburu mostrava inclinazione ad accentuare il carattere autoritario del suo regime e ad assiderlo, attraverso modificazioni costituzionali, su basi solide e durature. Questa tendenza finì per impressionare sfavorevolmente gli stessi suoi sostenitori, talché si addivenne a un compromesso indicendo nuove elezioni. In questa circostanza trovò origine un nuovo dislocamento politico: il partito conservatore, che aveva mutato il suo nome in quello di democratico nazionale, il partito antipersonalista, formato dalla frazione radicale avversa all'Irigoyen, e il partito socialista indipendente si fusero dando origine alla cosiddetta concordancia. In opposizione, in seguito collegati in fronte popolare, i radicali, i socialisti, i democratici progressisti. Alle elezioni del 1931 la frazione moderata della concordancia manifestò la propria importanza, Uriburu desistette dalla candidatura presidenziale (egli venne in Europa e vi morì di operazione nello stesso anno) e in sua vece la concordancia presentò il generale Augustín Justo, che venne eletto presidente per la legislatura 1932-1938. I radicali antipersonalisti non poterono presentare un proprio candidato.

Nel 1937 (5 settembre) si sono svolte le nuove elezioni presidenziali. Il gruppo della concordancia, che aveva nel generale Augustín Justo, un proprio esponente già al potere, presentò come candidato il dottor Roberto Ortiz ministro delle Finanze nel governo Justo ed ex-ministro dei Lavori Pubblici nel governo radicale di Marcello Alvear (1922-28). Il partito radicale presentò come candidato l'Alvear e il partito socialista il dottor Nicola Repetto. Le elezioni, che si svolgono con il sistema a doppio grado, sono riuscite favorevoli al gruppo della concordancia: l'Ortiz è stato eletto presidente della Repubblica e il dr. Castillo, dello stesso gruppo, vice-presidente. Questa vittoria elettorale, ottenuta nonostante la riorganizzazione del partito radicale, è stata resa possibile dall'impressione eccellente destata nel paese dalla precedente amministrazione Justo, di cui l'amministrazione Ortiz vuole essere la continuazione. Il governo Ortiz è entrato in funzione il 15 febbraio 1938.

L'Argentina, membro invitato della S. d. N., sospese la sua collaborazione con questo organismo nel novembre 1920 non avendo ottenuto l'applicazione di alcune proposte della sua delegazione per una universalizzazione della S. d. N. e una democratizzazione della rappresentanza nel Consiglio direttivo. Per tale fatto la Repubblica desistette da ogni concreto lavoro collaborativo con la Lega sino a che, nel settembre 1933, dopo alcune modifiche alla costituzione, in vista degl'impegni che il patto della S. d. N. comportava, il governo argentino comunicò al segretariato della S. d. N. che il parlamento argentino aveva sanzionato nei suoi due rami l'adesione alla S. d. N.

Da allora l'Argentina si servì della sua adesione alla S. d. N. per contrastare le tendenze intervenzionistiche degli Stati Uniti nel continente americano, basate sulla famosa dottrina di Monroe. A vero dire l'assenza dell'Argentina dalla S. d. N. apparve anche in certi momenti determinata dall'ostilità della Repubblica a quell'indirizzo della politica americana, che il Covenant della S. d. N. aveva accolto e sanzionato. E aderendo alla S. d. N. nel settembre 1933 il governo argentino tenne a stabilire che non intendeva riconoscere la dottrina di Monroe, "la quale non è che una dichiarazione politica unilaterale e non costituisce un accordo regionale".

Tuttavia alla Conferenza panamericana di Montevideo del dicembre 1933 le divergenze tra Argentina e Stati Uniti diminuirono considerevolmente e i rappresentanti della Repubblica argentina e quelli degli Stati Uniti collaborarono amichevolmente e strettamente. In quella circostanza venne adottata una convenzione che nega il diritto di uno stato di intervenire negli affari di un altro stato, e in tale occasione il segretario degli S. U., Cordell Hull, dichiarò di essere ostile ad ogni interferenza con la libertà, con la sovranità, gli affari interni e i provvedimenti dei governi e delle altre nazioni: dichiarazioni che non potevano che essere assai gradite nell'Argentina.

Questa schiarita di rapporti con gli Stati Uniti portò ad una conferenza straordinaria panamericana per la pace del 10 dicembre 1936 a Buenos Aires, in cui furono adottate quattro convenzioni particolari, mentre gli argomenti importanti (come quello della istituzione di una corte panamericana di giustizia) furono rimandati alla Conferenza panamericana di Lima del 1938.

Il 3 agosto 1932 l'Argentina firmò con altre 18 repubbliche americane la dichiarazione circa il non riconoscimento di acquisti territoriali ottenuti con la forza. Dal 10 ottobre 1933 è legata al Brasile, al Chile, al Messico, al Paraguay, all'Uruguay dal patto Saavedra Lamas di non aggressione e conciliazione. Le relazioni con la chiesa cattolica sono eccellenti. Assai bene fu accolta la nomina a cardinale nel 1935 dell'arcivescovo di Buenos Aires, Capello.

L'istruzione, come dimostrano le statistiche ufficiali, è ora in progresso, ma i risultati raggiunti non sono ancora soddisfacenti, perché ancora nel 1931 soltanto il 75% dei fanciulli argentini da età scolastiche frequentavano le scuole primarie. Negli ultimi 50 anni sono state realizzate parecchie riforme nel settore dell'istruzione secondaria. Ma finora i rami efficienti sono piuttosto quelli medî.

Durante il conflitto italo-etiopico il contegno dell'Argentina fu amichevole nei riguardi dell'Italia. Se aveva anch'essa votato le sanzioni, è vero però ch'esse non entrarono mai in vigore. L'11 maggio 1936 il senatore Sanchez Sorondo presentò al Senato un progetto per la levata delle sanzioni, che fu sostenuto dal Sorondo nella seduta del 15 maggio e quindi rinviato allo studio della Commissione degli Esteri. Il 2 giugno il delegato permanente dell'Argentina presso la S. d. N., Ruiz Guinazu, inviò al segretario generale una lettera nella quale, richiamata la riserva da lui formulata sulla decisione del Consiglio del 12 maggio, chiedeva la convocazione dell'Assemblea, durante la quale gli Stati membri avrebbero potuto esaminare i problemi che avevano dato origine al conflitto ed esprimere la propria opinione sulla condotta da seguire. È in seguito all'iniziativa argentina che il 15 giugno il signor Avenol convocava l'Assemblea per il giorno 30, durante la quale il delegato argentino esponeva le ragioni che avevano spinto il suo governo a chiedere la convocazione dell'Assemblea.

L'Argentina in passato assorbiva una gran massa dell'esportazione italiana: nel 1913, in lire attuali, circa 800 milioni; nel '26, un miliardo e 100 milioni; nel 1931, 700 milioni; nel '33, 400 milioni; poi, a causa della discriminazione del cambio, scese rapidamente nel 1934 a 210 milioni e nel 35 a meno di 200. Da una percentuale del 9% sul totale dell'importazione argentina l'Italia discese nel 1937 a una percentuale del 5%, ed è sorpassata anche dalla Germania, dal Belgio, dal Brasile, ecc. Col trattato commerciale anglo-argentino del 7 agosto 1933 (esteso poi al Belgio, all'Olanda, alla Germania, alla Svizzera e alla Spagna) l'Argentina accordò agevolazioni notevoli di cambio e doganali a quei paesi che assicuravano il collocamento dei suoi prodotti agricoli. L'Italia, per la diminuita necessità di prodotti agricoli, s'era trovata in una posizione particolarmente sfavorevole nel confronto di quei paesi che operavano già con moneta disancorata dal blocco aureo e che inoltre venivano a godere della discriminazione del cambio concessa dall'Argentina in forza di speciali trattati: discriminazione di cambio, aggirantesi sul 20%, data dalla differenza tra il cambio ufficiale, valevole per i paesi coi quali si erano stretti accordi, e il cambio libero, valevole per i paesi non legati da accordi. Il 4 marzo 1937, per mettere fine a una situazione anormale e portare le relazioni economiche fra i due paesi su un piano efficacemente costruttivo, si firmarono a Buenos Aires tra Italia e Argentina accordi commerciali, in base ai quali la convenzione doganale del 1° giugno 1934 viene aggiornata. L'Italia assicura all'Argentina un contingente di esportazione, per il 1937, di una cifra globale di 460 milioni di lire. L'Argentina da parte sua non assicura un determinato contingente alle nostre esportazioni, ma concede il cambio ufficiale per tutte le merci importate dall'Italia.

Nel 1937 le esportazioni dell'Argentina in Italia ascesero a 1.052.975 lire; e le importazioni dall'Italia a lire 402.477.

Bibl.: L. Guilaine, L'Amérique latine et l'impérialisme américain, Parigi 1928; Centro de estudios de derecho internacional público, La Politica exterior de la República Argentina, Buenos Aires 1931; Saavedra Lamas, La crise de la codification et la doctrine argentine du droit international, Parigi 1931; Norton, H. Kittredge, The coming of South America, New York 1932; F. Rippy, Historical Evolution of Hispanic America, Oxford 1932; M. Hudson, The Argentine Republic and the League of Nations, in American Journal of international Law, 1934; A. Sigfried, Amérique latine, Parigi 1935; The Economic Literature of Latin America. A tentative Bibliography, Cambridge, Harvard Univesity Press, 1935; I. H. de Barbagelata, Histoire de l'Amérique Espagnole, Parigi 1936; M. Pérez Guerrero, Les rélations des États de l'Amérique latine avec la Société des Nations, ivi 1936; A. Asquini, La missione commerciale italiana nell'America latina, in Rassegna di politica internazionale, 1936, pp. 386-396; Primo Convegno nazionale di politica estera, Milano 1936, p. 177 segg.; C. Silveyra, El comunismo en la Argentina, Buenos Aires 1937; J. de Lauwe, L'Amérique Ibérique, Parigi 1937.

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