LACONI, Renzo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 63 (2004)

LACONI, Renzo

Giuseppe Sircana

Nacque a Sant'Antioco, in provincia di Cagliari, il 13 genn. 1916, da Arturo, maestro, di simpatie socialiste, e da Maria Casano, anch'essa insegnante elementare. Come orfano di guerra (il padre morì nel 1917) il L. ebbe diritto agli studi gratuiti avvalendosene con il massimo profitto fino alla laurea in filosofia, che conseguì nel 1938 all'Università di Cagliari. Nel 1940 ottenne l'abilitazione all'insegnamento di filosofia, pedagogia e storia nelle scuole medie e di economia politica nei licei; in quello stesso anno si trasferì a insegnare a Firenze. Nel capoluogo toscano il L., che aveva già maturato la propria opposizione al fascismo, entrò in contatto con un gruppo di giovani comunisti e, nel 1942, decise di aderire al partito comunista, impegnandosi subito nell'organizzazione clandestina.

Nel gennaio 1943 dovette rientrare in Sardegna per assolvere gli obblighi militari e fu assegnato, come soldato semplice, al CDVIII battaglione costiero.

Oltre a svolgere propaganda antifascista in seno all'esercito, il L. cercò di promuovere l'attività del partito fra gli amici cagliaritani e, ancora in divisa militare, prese parte al convegno regionale del Partito comunista italiano (PCI), che si svolse a Oristano il 5 nov. 1943.

Per un breve periodo si dedicò alla riorganizzazione del sindacato e divenne segretario della Camera del lavoro oristanese. Nell'aprile 1944 il L., che nel frattempo era stato congedato, fu nominato commissario della federazione comunista di Sassari e membro del locale Comitato di liberazione.

Tra il 1944 e il 1946 diede impulso al movimento per la concessione delle terre incolte, alla costituzione di numerose cooperative di lavoro, produzione e consumo e alla crescita organizzativa del partito.

Ad animare il dibattito politico sardo era il problema dell'autonomia regionale, nei cui confronti all'interno del PCI, a livello regionale, prevalevano posizioni di netta chiusura. Lo stesso L., nel maggio 1944, riteneva dannosa "una soluzione autonomistica in regime capitalistico", perché avrebbe tagliato fuori la Sardegna dal processo di rinnovamento avviato dalla Resistenza e offerto spazio alle forze reazionarie (cfr. Sanna, p. 65); tale posizione, tuttavia, contrastava con l'orientamento del partito a livello nazionale.

A tale riguardo P. Togliatti, nel corso del secondo Consiglio nazionale del partito svoltosi a Roma nell'aprile 1945, fu indotto a richiamare "i nostri compagni sardi che non riescono ancora a comprendere che non devono avere nessuna paura di essere loro gli autonomisti perché l'autonomia è una rivendicazione democratica rispondente agli interessi del popolo sardo" (La biblioteca…, p. 62). Togliatti convenne poi con l'esigenza, posta dal L., di fare del PCI non soltanto un partito di operai, ma anche di contadini, attraverso un vasto tessuto di leghe e di cooperative.

Mentre, ancora per tutto il 1945, il PCI isolano rimaneva fermo sulle sue posizioni, il L. raccolse l'esortazione di Togliatti, avviando una riflessione che legava la questione dell'autonomia a quella della ricerca di nuove alleanze e sollecitando il partito sardo ad abbandonare ogni estremismo e posizione settaria. A superare il contrasto contribuì il V congresso nazionale del PCI (Roma, 29 dic. 1945 - 5 genn. 1946).

Questo si pronunciò contro ogni ipotesi di organizzazione federalista dello Stato, ma a favore di un'ampia autonomia regionale per la Sicilia e la Sardegna, allo scopo di porre fine allo sfruttamento di tipo semicoloniale e all'oppressione burocratica di cui le due isole erano vittime. L'autonomia regionale non veniva più considerata un valore in sé, ma uno strumento per avviare una radicale trasformazione economica e sociale, a cominciare dalla riforma agraria.

Tale orientamento ispirò la condotta del L. come membro, dal 9 apr. 1945 al 10 maggio 1946, della Consulta regionale, l'organismo preposto alla stesura dello statuto sardo. Il testo definitivo dello statuto fu poi approvato dall'Assemblea costituente, al termine di un dibattito al quale il L. diede un contributo rilevante, in particolare nella formulazione dell'art. 13, che delineava un modello di programmazione paritaria tra Stato e Regione, vincolata a un complessivo progetto di sviluppo dell'isola.

Il 28 giugno 1946 il L. divenne membro dell'Assemblea costituente subentrando, nella circoscrizione di Cagliari, a V. Spano, eletto nel collegio unico nazionale. Alla Costituente fece parte della commissione dei 75, del comitato di redazione e svolse 128 interventi in assemblea plenaria sulle principali questioni della sovranità popolare, della funzione della rappresentanza politica e dei partiti, della garanzia dei diritti, della separazione dei poteri, del ruolo della magistratura.

"Molto preparato e ascoltato soprattutto per le questioni giuridiche" (Terracini, p. 35), il L. godette della considerazione di Togliatti, al punto da esserne considerato una sorta di portavoce parlamentare e offrì un rilevante apporto alla definizione delle posizioni che il PCI assunse durante il dibattito in assemblea, risultando infine "uno dei costituenti comunisti che più attivamente partecipò alla elaborazione della Carta Costituzionale" (Ragionieri, p. 284). In particolare, sulla questione delle autonomie il L. condivise l'evoluzione del PCI, che dopo l'estromissione dal governo nazionale si fece paladino del decentramento regionale, considerandolo un fattore di equilibrio democratico perché avrebbe assicurato all'opposizione la possibilità di accesso alla direzione politica di ampie zone dell'Italia.

Eletto alla Camera il 18 apr. 1948 e confermato nelle successive elezioni, il L. divenne "uno dei principali artefici del radicamento del concetto di autonomia all'interno della sinistra sarda e meridionale" (La biblioteca…, p. 75), impegnandosi nella ricerca di ampie alleanze a sostegno della battaglia per il piano di rinascita della Sardegna.

L'assunzione di una coscienza autonomistica fu per il L. di stimolo a una riflessione sulle origini e i caratteri della questione sarda, che approdò a una lettura alternativa sia al nazionalismo sia al "sardismo acritico" e che suscitò un'aspra polemica da parte di E. Lussu. Il L. ne fu amareggiato anche perché, tra i dirigenti comunisti sardi, egli era indiscutibilmente il più aperto nei confronti dei sardisti, al punto da proporre una federazione tra il PCI, il partito socialista e il Partito sardo d'azione.

Dal 1948 l'attività politica del L. divenne particolarmente intensa, sia in Parlamento sia all'interno del partito. Segretario e quindi vicepresidente del gruppo comunista della Camera, nel 1956 entrò a far parte del comitato centrale del PCI. Il 15 dic. 1957, in un momento di grave crisi politica ed elettorale del PCI sardo, fu eletto segretario regionale, incarico che lasciò nel novembre 1963, dopo aver rilanciato l'iniziativa del partito.

Il L. morì a Catania il 29 giugno 1967.

Opere: P. Togliatti - R. Laconi, Discorsi alla Costituente, Roma 1947; Parlamento e costituzione, a cura di E. Berlinguer - G. Chiaromonte, ibid. 1969; La Sardegna di ieri e di oggi. Scritti e discorsi sulla Sardegna (1945-1967), a cura di U. Cardia, Cagliari 1988; Un'idea di Sardegna, a cura di P.S. Scano - G. Podda, ibid. 1998; una selezione di suoi articoli in Il Lavoratore. Settimanale comunista sardo, è nel vol. V della collana "Stampa periodica in Sardegna 1943-1949", a cura di G. Bonanno, ibid. 1974; citazioni del L. sono anche negli altri volumi della collana (ibid. 1974-76), per le quali si rimanda agli Indici generali, a cura di M. Cannas, nel vol. XII (ibid. 1976).

Fonti e Bibl.: Lo statuto della Regione sarda, a cura di G. Contini, Milano 1971, ad ind.; P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano, IV, La fine del fascismo. Dalla riscossa operaia alla lotta armata, Torino 1973; V, La Resistenza. Togliatti e il partito nuovo, ibid. 1975, ad indices; E. Ragionieri, Il Partito comunista italiano e l'avvento della Regione in Italia, in Regioni e Stato dalla Resistenza alla costituzione, a cura di M. Legnani, Bologna 1975, ad ind.; P. Sanna, Storia del PCI in Sardegna. Dal 25 luglio alla Costituente, Cagliari 1977, ad ind.; U. Terracini, Come nacque la costituzione, intervista di P. Balsamo, Roma 1978, pp. 35, 62, 85, 87 s., 111; La fondazione della Repubblica, a cura di E. Cheli, Bologna 1979, ad ind.; Cultura politica e partiti nell'età della Costituente, II, L'area socialista. Il Partito comunista italiano, a cura di R. Ruffilli, Bologna 1979, ad ind.; Scelte della Costituente e cultura giuridica, a cura di U. De Siervo, I, Costituzione italiana e modelli stranieri; II, Protagonisti e momenti del dibattito costituzionale, Bologna 1980, ad indices; Autonomismo meridionale. Ideologia, politica e istituzioni, a cura di G. Mori, Bologna 1981, ad ind.; La Sardegna, a cura di M. Brigaglia, Cagliari 1982-88, ad ind.; Gli anni della Costituente: strategie dei governi e delle classi sociali, Milano 1983, ad ind. (saggi di M. Flores et al.); V. Atripaldi, L'organizzazione costituzionale dello Stato nel dibattito alla Costituente: il contributo di R. L., in Scritti in onore di A. Guarino, IX, Napoli 1984, pp. 4123-4256; G. Fiori, Vita di Enrico Berlinguer, Roma-Bari 1989, ad ind.; R. Martinelli, Storia del Partito comunista italiano, VI, Il partito nuovo dalla Liberazione al 18 aprile, Torino 1995, ad ind.; P. Scoppola, La Repubblica dei partiti. Evoluzione e crisi di un sistema politico 1945-1996, Bologna 1997, ad ind.; G. Gozzini - R. Martinelli, Storia del Partito comunista italiano, VII, Dall'attentato a Togliatti all'VIII Congresso, Torino 1998, ad ind.; Storia d'Italia (Einaudi), Le regioni dall'unità…, La Sardegna, a cura di L. Berlinguer - A. Mattone, Torino 1998, ad ind.; La biblioteca di R. L., a cura di G. Lai, Cagliari 2000; C. Giorgi, La sinistra alla Costituente. Per una storia del dibattito istituzionale, Roma 2001, ad ind.; I deputati alla Costituente, Torino 1946, s.v.; Chi è?, 1957, s.v.; Enc. dell'antifascismo e della Resistenza, III, Milano 1976, s.v.; G. Sotgiu, R. L., in Il Parlamento italiano. Storia parlamentare e politica dell'Italia, 1861-1988, XIV, p. 523; Repubblica italiana 1948-1998, 50 anni di Parlamento, governi, istituzioni, Roma 2000, sub voce.

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