Fucini, Renato

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Scrittore italiano (Monterotondo, Massa Marittima, 1843 - Empoli 1921), noto anche con lo pseudonimo anagrammatico di Neri Tanfucio. Raggiunse notevole felicità espressiva nelle novelle e nei bozzetti di Le veglie di Neri (1884) e All'aria aperta (1897), che raccontano con lingua parlata, ricca di elementi dialettali, una Toscana familiare e campagnola.

Vita e opere

Perito agrario, insegnò in una scuola tecnica di Pistoia; fu poi ispettore scolastico, ma rinunciò alla nomina a provveditore agli studi per ritirarsi nella villa paterna di Dianella (Empoli). Esordì in letteratura con i Cento sonetti in vernacolo pisano (1872; ai quali più tardi ne fece seguire altri in dialetto e in lingua: in Poesie, 1920), che ritraggono figure e scene del contado toscano con piglio rapido, schietto, e con un'arguzia che, se sbocca spesso nel comico, non esclude i toni seri o tristi. Ma l'espressione meglio adeguata al suo piccolo mondo familiare e campagnolo, popolato più di tipi o macchiette che di caratteri, e al suo gusto del vagabondare per terre e paesi, del conversare alla buona e del raccontare a braccio, F. la trovò nelle novelle e nei bozzetti di Le veglie di Neri (1882) e di All'aria aperta (1897), dove aspetti e vicende della realtà minuta si inquadrano in un paesaggio toscano reso con la vivezza e il frizzo della contemporanea pittura dei macchiaioli; in una lingua parlata, folta di elementi dialettali, di riboboli, che, se le danno icasticità, ne segnano però anche il limite. Altre opere di F.: Napoli a occhio nudo (1878), impressioni, in forma epistolare, di un suo viaggio nel Mezzogiorno; Nella campagna toscana (1908); e, postume, le pagine autobiografiche di Acqua passata (1921, a cura di G. Biagi) e di Foglie al vento (1922). Scrisse anche storielle, in prosa e in versi, per i ragazzi.

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