Remondini

Enciclopedia on line

Famiglia di editori attiva nel Veneto per due secoli. La Remondiniana fu fondata da Giovanni Antonio (Padova 1634 - Bassano 1711), già mercante in Bassano (dal 1650) di telerie, ferro e droghe. Questi cominciò col ricavare rozze immagini sacre da legni intagliati. Il suo primo libro datato è l'Humiltà sublimata (1661). Seguì una produzione intensiva di libretti di devozione e narrazioni popolari a basso costo e di qualità scadente. Tappa fondamentale della casa fu la stampa del Vocabolario latino di C. Calderini (1670), redditizio per oltre un quarantennio. Per l'attività calcografica R., dopo essersi valso di materiale di acquisto, ebbe i primi incisori proprî: si ricorda la suora Isabella Piccini, che collaborò con lui durante un cinquantennio. Erede della tipografia fu il figlio Giuseppe (Bassano 1672 - ivi 1750 circa), il quale promosse l'esportazione negli stati veneti e ottenne dalla Repubblica il monopolio di produzione e vendita di carte dorate, argentate, ecc. (1739); impiantò una tipografia anche a Venezia, e qui il figlio Giovan Battista (Bassano 1713 - Castello Tesino 1776) chiamò a collaborare i migliori incisori del tempo. Col figlio di Giovan Battista, Giuseppe (Bassano 1754 - ivi 1811), la casa produsse le edizioni più pregiate, valendosi della collaborazione di B. Gamba, direttore della stamperia e raccoglitore per R. di una ricca collezione di libri rari. Il fratello di Giuseppe, Antonio Bartolomeo, dette alla calcografia importanza europea. Il figlio di Giuseppe, Francesco Girolamo (1773-1820), tentò invano di salvare la ditta, scossa da controversie giuridiche e dagli eventi politici; la decadenza continuò con la moglie di questo, Gaetana Baseggio e con la loro figlia Teresa Gioseffa (1817-1873). I negozî furono chiusi, il materiale venduto (1859-60). Un fondo remondiniano, acquistato da A. Bertarelli (1893), si trova a Milano nel Castello Sforzesco.

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