REM (sigla dell'ingl. Rapid Eye Movements)

Dizionario di Medicina (2010)

REM (sigla dell’ingl. Rapid Eye Movements)


Fase del sonno caratterizzata, da un punto di vista comportamentale, da uno stato di parziale o totale sospensione della volontà e della coscienza, da interruzione delle funzioni corporee, da diminuita attività motoria e percettiva e, dal punto di vista elettrofisiologico, da modificazioni particolari dell’elettroencefalogramma (EEG), dell’elettrooculografia (EOG) e dell’elettromiografia (EMG). È definito come uno stato fisiologico necessario che si manifesta con un ritmo cicardiano solo in parte indipendente dalle condizioni esterne.

Fasi del sonno

Il sonno (➔) è divisibile in due stadi: sonno non-REM e sonno REM, nell’ambito dei quali si susseguono diverse sottofasi con aspetti diversi, non solo da un punto di vista elettrofisiologico ma anche vegetativo, motorio e sensoriale. Dopo l’addormentamento il sonno non-REM precede il sonno REM, e durante la notte si alternano regolarmente diversi cicli del sonno della durata circa di 90÷100 minuti. Ogni ciclo prevede la successione dei vari stadi del sonno REM e la fase del sonno non-REM. ll sonno REM compare in genere, nel giovane adulto, dopo circa 90 minuti di sonno non-REM, e si caratterizza per un completo appiattimento dell’EMG e intensa desincronizzazione dell’EEG. Il controllo omeostatico delle funzioni autonome è ridotto: la pressione cardiaca aumenta, così pure la frequenza cardiaca e il respiro, che possono divenire irregolari. Questa fase, che dura circa 15 minuti, è caratterizzata da sogni intensi e da movimenti oculari ritmici e rapidi. Gli episodi REM (4 o 5 per sonno) tendono a divenire più lunghi, man mano che ci si avvicina al risveglio. Il sonno REM è definito anche sonno paradosso perché l’elevata attività cerebrale e i rapidi movimenti oculari contrastano con il rilassamento muscolare generale.

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