reliquia In senso religioso, resti corporali, oggetti d’uso, prodotti o tracce di personaggi d’importanza religiosa, o attribuiti a essi, custoditi in luoghi sacri e venerati nel culto; in particolare, nella tradizione cristiana, i resti mortali del corpo (o il sangue custodito in ampolla) dei martiri della fede, gli strumenti del loro martirio, o anche il corpo di un santo/">santo.
Certe forme del culto delle r. esistono anche presso diversi popoli di interesse etnologico. Fa parte di tali forme il particolare trattamento delle ossa e del cranio sia del nemico ucciso o sacrificato, sia di un congiunto. In queste sue forme il culto delle r. è soltanto un elemento di varie e complesse ideologie religiose. Esso acquista una maggiore autonomia in quelle civiltà in cui personaggi di particolare qualifica religiosa – anzitutto il re e lo stregone – sono oggetto di venerazione già nella vita; si riscontrano anche r. di personaggi mitici, come, per es., degli antenati. Il culto delle r. assume un nuovo significato nelle religioni fondate in tempi storici: le r. del fondatore o dei grandi discepoli sono oggetto di venerazione.
Non intenso è il culto delle r. nell’islamismo, dove tuttavia l’āsār (la barba di
Nel cristianesimo la prima testimonianza letteraria sul culto delle r., relativamente a quelle di un martire, si ha nella seconda metà del 2° sec. con il Martirio di Policarpo. Centro del culto – che si svilupperà dal 4° sec. in poi estendendosi progressivamente anche a quelle dei santi vescovi, asceti e taumaturghi – è la tomba del martire, destinata tanto più dopo la pace costantiniana a essere decorata ed eventualmente inclusa in un apposito spazio. La venerazione delle r., oltre al valore evocativo che può suscitare specialmente nei giorni della commemorazione dei singoli santi, esprime il desiderio di una partecipazione più stretta alla santità e alla grazia che si ritengono comunicate ai loro resti corporei. Successivamente, con l’affermarsi della pratica dell’esumazione dei corpi dei santi e della loro frammentazione, si andò accentuando l’importanza attribuita alle r., cui si conferiva sempre più un valore quasi magico; si determinarono così vari abusi, tra cui il commercio di r., talvolta non autentiche. All’epoca delle crociate, aumentò la circolazione di r. e molte di esse, conservate a Costantinopoli, furono portate in
Il protestantesimo nelle sue varie forme rigettò sia il culto dei santi sia quello delle reliquie. Il Concilio di
Il reliquiario è una custodia di grandezza, forma e materiali vari (urne, cofanetti, teche, ampolle ecc.) destinata a contenere r.; è definito anche, soprattutto per l’età medievale (in particolare nel tipo a cofanetto) lipsanoteca. Primi reliquiari possono considerarsi gli altari sorti sulle tombe dei martiri cristiani o sui luoghi sacri relativi alla vita di Gesù.
La Chiesa romana dei primi secoli, assolutamente contraria alla manomissione e traslazione dei corpi, rispose inizialmente alle richieste devozionali dei fedeli concedendo r. ex contactu, oggetti messi a contatto con le tombe venerate; diffusa era anche l’usanza di conservare in ampolle o piccole fiasche d’argento oli profumati che ardevano nelle lucerne presso i luoghi venerati (ampolla a eulogia con il sepolcro di Cristo a
La Chiesa orientale già dal 4° sec. usava invece traslare e manomettere i corpi dei santi; in breve tempo si diffusero r. di diverso tipo confluite prima a Costantinopoli e nelle città mediorientali, poi in Africa e quindi in Occidente: le capselle (fig. A) argentee ritrovate sotto l’altare maggiore del duomo di Grado (5°-6° sec.) testimoniano l’antichissima usanza di racchiudere r. all’interno della mensa o della base dell’altare.
La diffusione del culto delle r. determinò conseguentemente l’evoluzione tipologica dei loro contenitori. Dai sepolcri derivano i grandi reliquiari a cassa, dall’età carolingia collocati nelle chiese soprattutto Oltralpe; contemporaneamente si diffondevano reliquiari di ridotte dimensioni. Dall’età preromanica, e soprattutto con il periodo gotico, la fortuna delle arti suntuarie e dell’oreficeria consentì la realizzazione di reliquiari di materiali preziosi (anche con l’uso di gemme, smalti ecc.) e di grande pregio artistico.
Oggetto di grande importanza e diffusione, attraverso un lungo e complesso sviluppo in tempi e aree geografiche diverse, il reliquiario ha elaborato tipologie estremamente diversificate. I reliquiari a teca (classificabili a loro volta in reliquiari a borsa, a cassa, a cofano, a lanterna, a sarcofago ecc.), sono contenitori delle forme citate, caratterizzati solo da simboli o elementi iconografici (reliquiari a borsa, arte irlandese, 8° sec., Bologna, Museo civico medioevale; reliquiario a cofanetto con Storie di Cristo, arte amalfitana, 11° sec.,